(Teleborsa) – La pandemia di Covid-19 ha indotto un aumento significativo del risparmio delle famiglie in tutto il mondo: nel secondo trimestre del 2020 – durante la prima ondata della pandemia – il tasso di risparmio in Italia è più che raddoppiato, superando il 20%. Nonostante da allora abbia registrato un costante calo, il tasso di risparmio è rimasto significativamente al di sopra dei livelli pre-pandemia fino all’estate del 2022; nel primo trimestre del 2023 è tornato ai valori del 2019.
Lo afferma un nuovo studio della Banca d’Italia – firmato da Andrea Colabella, Elisa Guglielminetti e Concetta Rondinelli – dove viene spiegato che la maggior parte di questo movimento è attribuibile a cambiamenti nel flusso di risparmio (il numeratore del tasso di risparmio) piuttosto che a cambiamenti nel reddito disponibile (il denominatore).
Lo studio afferma che tra il 2020 e il 2022 più di 130 miliardi di euro (circa l’11% del reddito disponibile annuo delle famiglie) sono stati accumulati e allocati in attività finanziarie dagli italiani. Circa il 60% di tali risparmi era detenuto dalle famiglie ad alto reddito. Allo stesso tempo, anche le famiglie a basso reddito hanno potuto risparmiare parte del proprio reddito. Con l’impennata dei prezzi dell’energia nel 2021 e nel 2022, il processo si è interrotto, ma all’inizio del 2023 le “attività in eccesso” erano ancora consistenti (circa il 2,5% delle attività totali).
Secondo i ricercatori, nella congiuntura attuale, il prelievo di asset da parte delle famiglie a basso reddito offrirà probabilmente un sostegno limitato all’espansione dei consumi, alla luce della modesta quantità di risparmio in eccesso accumulato da queste famiglie durante la pandemia. Allo stesso tempo, un sostegno maggiore arriverà probabilmente dalle famiglie benestanti, che stanno segnalando la loro disponibilità a spendere di più, soprattutto per articoli legati al tempo libero.
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