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Banche, Enria: “resilienti nonostante shock, profittabilità è tornata a crescere”

(Teleborsa) – La guerra in Ucraina ha prodotto turbolenze economiche e finanziarie in Europa e nel resto del mondo trasformandosi in uno shock macroeconomico a tutti gli effetti, che si è aggiunto alle turbolenze provocate dall’alta inflazione e dallo shock energetico e delle altre materie prime. Fattori che hanno colpito le banche e provocato una rapida normalizzazione della politica monetaria.

Questo in sintesi il quadro tracciato da Andrea Enria, Presidente del Supervisory Board della BCE, in vista della presentazione del rapporto di vigilanza 2022 all’Europarlamento.

Parlando dello stato di salute delle banche, Enria ha precisato che “occorre fare una distinzione tra le banche con interconnessioni dirette con la Russia e tutte le altre banche”. “Una manciata di banche è stata direttamente interessata dagli eventi geopolitici, principalmente a causa del quadro sanzionatorio”, ha spiegato il responsabile della vigilanza citando il caso di Sberbank ed RCB Bank ed altri gruppi bancari europei con una presenza diretta in Russia, che sono stati soggetti a subire perdite ed uscire da quel mercato.

“Nel complesso, il settore bancario si è dimostrato molto resiliente allo shock macroeconomico indotto dalla guerra, anche più di quanto ci aspettassimo sulla base dell’analisi della vulnerabilità che abbiamo pubblicato nel maggio 2022″, ha riconosciuto Enria, segnalando che il coefficiente aggregato di Common Equity Tier 1 si è attestato in media al 14,7% alla fine del terzo trimestre 2022, solo leggermente al di sotto del livello di fine 2019 e che la qualità degli attivi ha continuato a migliorare, con un volume di esposizioni deteriorate detenute dalle banche significative sceso a 349 miliardi di euro a fine settembre 2022, il livello più basso dal 2015. Anche la redditività è stata la più elevata mai registrata, con un rendimento medio del capitale proprio delle banche che ha raggiunto il 7,6% nel terzo trimestre del 2022.

“Sulla scia di questa performance positiva – nota il responsabile della vigilanza – le banche hanno pianificato la distribuzione di dividendi per il 2023 in linea con quanto fatto nel 2022″ e su questo aspetto è stato “avviato un dialogo di vigilanza” con tutte le banche nell’ambito della consueta valutazione delle traiettorie patrimoniali.

“Verso la fine del 2022 le prospettive macroeconomiche sono tornate a migliorare. Ma questo non significa che lo shock macroeconomico sia finito”, ha avvertito il capo della vigilanza bancaria, indicando che, in caso di risalita dell’inflazione, il necessario e rapido processo di normalizzazione della politica monetaria potrebbe di nuovo influenzare il panorama del settore bancario.

Parlando delle principali sfide davanti al settore bancario, Enria ha parlato del rischio di credito delle imprese fortemente dipendenti dal prezzo dell’energia e di una recrudescenza delle insolvenze societarie, che richiede una maggiore vigilanza sulla qualità dell’attivo.

“La rapida normalizzazione della politica monetaria, e in particolare l’aumento dei tassi d’interesse – ha aggiunto – è stata un importante motore della ripresa della redditività. Tuttavia, potrebbe anche portare a un deterioramento della qualità dell’attivo”, “causare aggiustamenti disordinati in alcuni segmenti dei mercati finanziari e presso le istituzioni non bancarie” e “costringere alcune banche a rivedere le proprie strategie di finanziamento a medio termine ed a porre maggiore attenzione ai rischi di liquidità e finanziamento”.

Parlando del processo di normalizzazione dei tassi, Enria ha ricordato l’effetto positivo prodotto sul margine di interesse e sulla redditività delle banche, segnalando che ci si aspetta che le prospettive di redditività rimangano altrettanto positive quest’anno. “Tuttavia, se ci allontaniamo dallo scenario di base e consideriamo sviluppi più sfavorevoli, le cose potrebbero andare diversamente. Per specifici portafogli e linee di business, i costi associati a un deterioramento della qualità degli attivi possono superare i benefici in termini di reddito all’aumentare dei tassi di interesse, in particolare se la crescita economica rallenta”, ha spiegato il capo della vigilanza, ricordando le innumerevoli possibilità che chi ha chiesto un mutuo non riesca a ripagarlo.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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