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Banca Investis, Vecchi: con nuovo piano più attrattività per banker ed esclusività per clienti

(Teleborsa) – Banca Investis, che fornisce servizi di advisory finanziaria e patrimoniale con particolare attenzione al segmento dei clienti High Net Worth Individual (HNWI), è impegnata in un turnaround “di ricavi e non di costi”, che passa da un “posizionamento diverso ed esclusivo” nei confronti della clientela e da una accresciuta attrattività nei confronti di senior banker, che possono essere protagonisti nel rilancio di uno storico istituto grazie al convinto sostegno dell’azionista di riferimento. Lo ha spiegato a Teleborsa il CEO Stefano Vecchi, a pochi giorni dalla presentazione del nuovo piano industriale.

La base di partenza è un risultato della gestione operativa al 30 settembre 2023 negativo per 10 milioni di euro, con una realtà “che ha sofferto di uscite di clientela di banker negli ultimi anni perché la Banca Intermobiliare (il nome precedente del gruppo, ndr) che è stata comprata dal fondo Attestor circa cinque anni fa aveva una serie di problemi connessi agli NPL e usciva tra l’altro dal mondo Veneto Banca, per cui l’azionista, attraverso gli amministratore delegati precedenti, ha intrapreso delle misure di costo che hanno chiaramente anche fatto perdere persone di valore che contribuivano ai ricavi”. Ora però Vecchi, entrato in carica a maggio 2023, intende mettere a terra un “piano di cambiamento e di evoluzione“, che “necessariamente passa da professionisti di alta gamma, che portano idee e soluzioni diverse, e che consentono alla banca di riposizionarsi in maniera diversa”.

Banca Investis nelle scorse settimane ha annunciato l’ingresso di diversi professionisti (Matteo Gnocchi e Riccardo Tedeschi nella Direzione Markets, Simone Alfredo Garofalo come Chief Investment Officer Alternative, Samanta Lombardi come Wealth Planner), e non ha intenzione di fermarsi. Secondo il CEO, la leva più interessante che oggi la banca ha per attirare banchieri di primo piano “è quella di consentire a professionisti esperti e capaci nelle loro singole aree di competenza di trovarsi nella possibilità di mettere a disposizione della banca la loro esperienza di tanti anni, disegnando molto spesso da una bozza quello che è il business model nuovo della banca”. Inoltre, “l’essere piccoli e flessibili, non avendo quelle classiche caratteristiche di matrice organizzativa complessa che hanno le banche internazionali, ci consente di essere attrattivi per quei professionisti che hanno una forte attitudine imprenditoriale“.

Uno dei prossimi obiettivi è la nomina, prevista a gennaio, del nuovo CEO della SGR, con qualche altro innesto che rafforzi il team, mentre nel primo trimestre entreranno nuovi professionisti sul fronte degli Alternative Assets, con la preferenza per profili che hanno una significativa esperienza all’estero. “Ma oggi cerchiamo veramente su tutte le nostre business line, perché il piano industriale ha un focus primario nelle aree Asset Management e Private Banking, ma anche gli altri servizi sono importanti fattori di crescita”. Il riferimento è alle cinque linee di business: Private Banking, Asset Management, Global Markets, M&A e Advisory, Alternative Assets.

Banca Investis intende raggiungere al 2026 Asset Under Management complessivi per oltre 9 miliardi di euro, ricavi superiori a 90 milioni di euro e un utile netto superiore a 12 milioni di euro, e per questo sarà essenziale anche un modello unico sinergico tra Wealth Management, Asset Management e Investment Banking. Se infatti le aree Private Banking e Asset Management sono le più importanti, “non dobbiamo dimenticarci la parte di Global Markets e la parte di M&A, perché entrambe sono funzionali poi allo sviluppo delle altre, nel senso che diventano elemento differenziante nella value proposition al cliente – spiega Vecchi – E quindi vogliamo fare investimenti per portare a bordo persone nuove e sviluppare servizi nuovi. Ci piacerebbe, ad esempio, avere servizi di Equity Capital Markets (ECM) l’anno prossimo, quindi anche avere debt ed equity capital markets che oggi di fatto facciamo limitatamente”.

L’ex Banca Intermobiliare intende offrire ai clienti un servizio di consulenza patrimoniale sempre più innovativo, e nel corso dei prossimi tre anni modellerà la propria offerta mettendo a disposizione dei propri clienti l’accesso a opportunità di investimento di elite e non accessibili al mercato, selezionando prodotti liquidi di nicchia che non sono presenti nelle offerte degli altri player del mercato, ampliando la propria offerta con tipologie di prodotti legate a specifiche competenze sviluppate in house.

In questo senso, gli Alternative Assets saranno una parte strategica nel piano e saranno declinati in due principali tipi di business: “Da una parte una classica selezione e partnership con fondi grandi da presentare alla nostra clientela, però sempre con una logica di esclusività, cioè portando loro un prodotto che altre realtà non riescono a portare, quindi costruito ad hoc per Banca Investis. Il secondo aspetto è quello relativo ai single deal, perché credo che sul mercato oggi ci sia interesse e anche opportunità su quello che viene chiamato club deal o single investment. E quello che vorremmo portare alla nostra clientela sono single investment a cui non riescono ad accedere direttamente, però con un setup organizzativo dove ci sia sempre quello che noi chiamiamo il soggetto asseverante; non si può pensare che una banca abbia competenze per guardare ogni tipo di investimento singolo, della tecnologia al real estate o al debito, e quindi quello che facciamo è cercare un soggetto – che sia un fondo specialistico o un soggetto privato – con competenze forti in quel segmento particolare dell’industria, che vada ad asseverare il business case dell’investimento”.

L’aumento dei tassi e il ritorno alla ribalta di strumenti classici non spaventa il CEO, secondo cui “i tassi bassi hanno creato l’opportunità per investire negli Alternative Assets, ma hanno anche creato la cultura di questi strumenti che prima non c’era”. “Ovviamente – precisa – se prima il 6-8% illiquido a 6-7 anni era un argomento affascinante e interessante, oggi probabilmente non lo è più e bisogna fare attenzione al rendimento atteso dell’investimento illiquido, però io credo che l’asset class illiquida rimarrà importante nel prossimo futuro”.

Tutti questi obiettivi saranno ora messi a terra con un ritmo serrato, perché il piano industriale dura tre anni ma “abbiamo sicuramente un piano molto più stretto a 12 mesi diviso per trimestri e quasi diviso per mese – ha spiegato Vecchi – perché tutte le realtà che partono da una componente negativa di ritorno sul business caratteristico devono avere un piano medio-lungo fatto di tanti passaggi, tanti step nel breve periodo”.

Nell’affrontare questo percorso il manager sente di avere il sostegno dell’azionista, il fondo Attestor, con cui dice di avere un rapporto “solido e costruttivo”, e di vederlo “veramente come uno sparring partner, che vuole discutere giustamente la strategia, capire dove si può crescere, ma soprattutto capire come può contribuire a questa crescita al di là dell’aumento di capitale, perché stiamo parlando di un partner finanziario importante che ha un importante network di conoscenze”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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