(Teleborsa) – “Non sono stati riscontrati problemi di design. Come conseguenza, il problema è stato nell’execution, ovvero nella produzione e nella gestione della supply chain, che è stata la ragione del fallimento” della missione di dicembre del lanciatore Vega C. Lo ha affermato Giulio Ranzo, amministratore delegato di , nella conferenza stampa di presentazione dei risultati della Commissione di Inchiesta Indipendente composta da ESA e Arianespace.
Scendendo nei dettagli tecnici, la causa è stata il deterioramento dell’ugello dello Zefiro 40, provocata da un’inaspettata sovraerosione termomeccanica dell’inserto di gola dell’ugello in carbonio-carbonio (C-C), acquisito da Avio in Ucraina.
“Come design autority e prime contractor, dobbiamo assumerci le nostre responsabilità e garantire ai nostri clienti che faremo il massimo per migliorare nel futuro, anche in considerazione dei molti lanci che ci aspettano, vista la fiducia dei clienti nei nostri lanciatori”, ha aggiunto.
Ranzo ha sottolineato che bisogna “riconoscere che Vega C è un nuovo lanciatore, che ha nuove tecnologie in alcuni casi” e che quindi è necessario “migliorare alcune parti”. Inoltre, occorre “industrializzare meglio il prodotto e renderlo più sicuro per i prossimi lanci”.
Per far ciò, tra le altre cose, “proveremo a migliorare il monitoraggio delle performance della produzione e della supply chain, anche grazie all’uso di tecnologie digitali, che saranno implementate per sorvegliare le operazioni e avere indicatori anticipatori di eventuali problemi”. In sostanza, “trasformeremo quello che non è ancora un prodotto maturo in qualcosa di stabile sul lungo periodo e affidabile”.
Un altro intervento sarà quello di mettere “più capabilities e capacity”, ovvero “aumenteremo il numero di ingegneri e supply chain manager per seguire queste operazioni e garantire maggiore affidabilità”.