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Associazioni settore: proposte UE su clearing danneggiano mercato capitali

(Teleborsa) – Le proposte della Commissione europea per aumentare l’attrattiva e la resilienza dei servizi di compensazione dell’UE (i cosiddetti clearing services) “sarebbero dannose per i mercati dei capitali dell’UE” e “renderebbero le imprese dell’UE meno competitive e avrebbero un impatto negativo sul mercato dei derivati, sui clearing member dell’UE e sui loro clienti, sugli investitori e sui risparmiatori dell’UE e sull’Unione dei mercati dei capitali”.

Il giudizio negativo sulle proposte presentate dalla Commissione UE a dicembre arriva dalle principali associazione di rappresentanza del settore: l’International Swaps and Derivatives Association (ISDA), l’Alternative Investment Management Association (AIMA), la European Fund and Asset Management Association (EFAMA) e la Futures Industry Association (FIA).

Viene riconosciuto che la Commissione UE “ha compiuto alcuni passi importanti verso il rafforzamento della posizione competitiva dei crescenti mercati europei dei derivati”, che le modifiche “riguardano l’efficienza e la resilienza dell’infrastruttura dei mercati finanziari nell’UE” e che queste includono, tra le altre cose, “proposte per semplificare le pratiche di vigilanza per le nuove approvazioni di prodotti con controparte centrale (CCP) dell’UE”.

“Tali misure rafforzerebbero ulteriormente le tendenze positive già osservate nella compensazione dei contratti denominati in euro presso le controparti centrali dell’UE – si legge in un comunicato congiunto – Una strategia basata sulla crescita organica e su soluzioni orientate al mercato sosterrebbe al meglio la competitività delle controparti centrali dell’UE in un mercato di compensazione globale”.

Tuttavia, l’esecutivo UE ha proposto che le imprese soggette all’obbligo di compensazione dell’UE abbiano un conto attivo presso una CCP dell’UE, conferendo all’ESMA il potere di definire la parte di alcuni contratti denominati in euro e zloty polacchi che dovrebbero essere liquidati tramite tali conti tramite la regolamentazione secondaria. Le modifiche alle norme sul capitale rafforzerebbero tale situazione, rendendo meno conveniente dal punto di vista commerciale per i partecipanti al mercato dell’UE la compensazione tramite controparti centrali con sede al di fuori dell’UE.

“Riteniamo che la Commissione europea debba dimostrare il rischio della compensazione tramite CCP di secondo livello con sede al di fuori dell’UE e fornire una solida analisi costi-benefici dei requisiti proposti per i conti attivi”, hanno detto gli organismi di settore.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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