(Teleborsa) – L’ASEAN, la più importante organizzazione intergovernativa del Sud-Est asiatico, ha accolto i leader mondiali nella capitale indonesiana Giacarta per il suo 43esimo summit, che è dominato dalla preoccupazione per la rivalità tra Stati Uniti e Cina nella regione e per la continua crisi in Myanmar.
ASEAN è la sigla di Association of South East Asian Nations, organizzazione creata allo scopo di contribuire allo sviluppo economico, sociale e culturale dei paesi del Sud-Est asiatico, assicurando al contempo la stabilità dell’intera regione. Ne fanno parte tutti i paesi della regione, con la sola eccezione di Timor-Leste.
Il summit vede come ospiti la vicepresidente americana Kamala Harris, il premier cinese Li Qiang e i leader di vari paesi partner tra cui Giappone, Corea del Sud Australia e India. Né il presidente degli Stati Uniti Joe Biden né il suo omologo cinese, Xi Jinping, parteciperanno al vertice.
L’ASEAN è sotto pressione per il suo fallimento, finora, nello spingere i leader militari del Myanmar a cooperare su un piano di pace per il paese dilaniato dal conflitto. “Abbiamo condannato fermamente i continui atti di violenza in Myanmar, che hanno causato sofferenze prolungate tra la popolazione, crisi umanitaria e distruzione di strutture pubbliche e hanno avuto un impatto negativo sulla stabilità regionale, in particolare lungo la regione di confine”, hanno detto i leader aprendo il summit.
“Esortiamo in particolare le forze armate del Myanmar e tutte le parti interessate in Myanmar a ridurre l’escalation della violenza e a fermare gli attacchi mirati contro civili, case e strutture pubbliche, come scuole, ospedali, mercati, chiese e monasteri”, hanno aggiunto.
In cima all’agenda rimane anche la preoccupazione del Sud-Est asiatico per le attività della Cina nel Mar Cinese Meridionale, un corridoio commerciale strategico in cui diversi paesi membri hanno rivendicazioni sovrapposte nei confronti della Cina. In agenda c’è un incontro ASEAN-Cina (e giovedì ASEAN-India), che ha comunque già negoziato un Codice di condotta (COC) nel Mar Cinese meridionale che però non sembra rispettare.
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