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Allestimenti temporanei: l’impatto ambientale delle aziende del settore

(Teleborsa) – “Qual è l’impatto ambientale della tua azienda? Analisi e strategie. Il caso Prostand”. Questo il tema al centro del convegno svoltosi al Tecnopolo del Campus universitario di Rimini, patrocinato dall’Osservatorio Allestimenti di Prostand, società del player fieristico , il primo dedicato all’architettura temporanea per l’economia sostenibile declinata sugli spazi business, e da Confindustria Romagna. Al convegno è stata introdotta la tematica del Life Cycle Assessment, metodologia internazionale che permette di valutare e quantificare i potenziali impatti ambientali associati ad un prodotto, un sistema, un servizio o un’attività, prendendo in considerazione il suo intero ciclo di vita o parte di esso. È stato anche presentato lo studio avviatosi nel 2022 e condotto proprio su Prostand, da oltre 25 anni nel settore degli allestimenti temporanei, curato dall’Università di Bologna. Ad esporlo Fabrizio Passarini, docente al Dipartimento di Chimica Industriale “Toso Montanari”, referente del CIRI FRAME al Tecnopolo di Rimini e direttore di “SAFTE – Scuola di Alta Formazione per la Transizione Ecologica” dell’Università di Bologna, che ha seguito lo studio col suo team di ricerca.

“Il lavoro – spiega Passarini – è partito dall’analisi di tutti i materiali utilizzati fino alla loro dismissione dopo il tempo di vita utile. I risultati hanno evidenziato che le scelte effettuate ad oggi da Prostand quali, ad esempio, l’utilizzo del legno proveniente da foreste certificate rigenerato e riutilizzato, dell’alluminio 100% riciclabile e riciclato e della moquette anch’essa proveniente da fornitori in grado di riciclarla invece di materiali prodotti interamente da materia prima vergine, hanno prodotto un risparmio in termini dell’impronta di carbonio (CO2eq/m2) del 12% nel caso degli stand preallestiti e del 15% nel caso degli stand personalizzati”.

La ricerca ha anche evidenziato che il riutilizzo e la riparazione di materiali, in particolare quelli lignei, ha prodotto un risparmio di CO2eq/m2 nel caso dei preallestiti del 20% e nel caso dei personalizzati del 31% rispetto ad uno scenario nel quale i cicli di riutilizzo dei materiali si fossero ridotti 50% in confronto allo stato attuale.

L’utilizzo di energia elettrica autoprodotta da impianto fotovoltaico rispetto a quella acquisita da rete elettrica nazionale ha prodotto, sia nel caso degli stand preallestiti che nel caso degli stand personalizzati, un risparmio del 2% sui kg CO2eq emessi per metro quadro.

La bassissima incidenza dei trasporti nella produzione di CO2 è frutto della strategia volta a dislocare i propri siti produttivi e di stoccaggio nei pressi dei principali mercati serviti.

“La verifica sugli impatti ambientali del modello di business di Prostand, realizzata attraverso un soggetto terzo ed indipendente, come la prestigiosa Università di Bologna, fa parte della più ampia strategia di Italian Exhibition Group – commenta Roberto Bondioli, AD di Prostand –. Il Gruppo IEG ha da sempre fondato le proprie attività di business sui principi della sostenibilità e si sta impegnando nella definizione di una strategia ESG per gli anni a venire, con lo scopo di attuare sempre più progetti e iniziative dedicati a questi temi in modo sempre più concreto e rilevante per i suoi stakeholder”.

Al convegno sono intervenuti anche Daniele Cespi, ricercatore e docente in chimica dell’ambiente presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, e Francesco Arfelli dottorando per il Dipartimento di Chimica in Industriale “Toso Montanari” all’Università di Bologna.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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