10 Novembre 2023

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    UniCredit si conferma Main Partner di Pitti Immagine

    (Teleborsa) – UniCredit si conferma Main partner di Pitti Immagine. E’ stato infatti rinnovato l’accordo di collaborazione per il triennio 2023-2025 tra la banca e la società leader nella promozione dell’industria e del design della moda italiana.”Il rinnovo di questa partnership – dichiara Annalisa Areni, Responsabile Client Strategies UniCredit – conferma il nostro impegno a sostegno del settore Moda e, più in generale, del tessuto produttivo nazionale. Siamo entusiasti di proseguire la collaborazione con Pitti, contribuendo a tenere alti i riflettori su uno dei comparti di punta del Made in Italy, rispetto al quale intendiamo continuare a porci come interlocutore attivo in materia di innovazione, sostenibilità ed internazionalizzazione. Temi su cui possiamo fare la differenza attingendo alle professionalità e al know how del nostro network, allo scopo di supportare concretamente le imprese italiane nei relativi percorsi di transizione ecologica e digitale. Questo, per noi, significa rendere tangibile il nostro operato, perseguendo attivamente il nostro obiettivo cardine: fornire alle comunità le leve per il progresso”.Il rinnovo della sponsorizzazione di UniCredit per Pitti Immagine, in coerenza con il piano UniCredit per l’Italia con cui la Banca intende contribuire alla crescita e allo sviluppo sostenibile del sistema Paese, vede ancora il Gruppo bancario nel ruolo di Main partner attivo, in prima linea per offrire la propria expertise e il proprio supporto ad uno dei settori chiave dell’economia italiana. La sinergia tra UniCredit e Pitti Immagine prevede infatti anche un percorso di collaborazione per accompagnare le imprese del comparto nelle sfide della sostenibilità e dell’internazionalizzazione; e per arricchire i percorsi formativi avviati da Pitti con le scuole di moda, valorizzando il percorso di crescita dei giovani talenti.Il primo appuntamento della nuova sinergia tra UniCredit e Pitti Immagine è in occasione di Pitti Uomo 105, in programma dal 9 al 12 gennaio in Fortezza da Basso, a Firenze. Nell’ambito della collaborazione con Pitti, durante i quattro giorni del salone, l’UniCredit Theatre allestito in Fortezza da Basso ospiterà diversi momenti di incontro e conversazione su moda, innovazione, economia, sostenibilità e lifestyle. LEGGI TUTTO

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    Wall Street apre in cauto rialzo

    (Teleborsa) – Partenza prudente per la borsa di Wall Street nell’ultima seduta della settimana con gli investitori che temono che la Fed possa varare una ulteriore stretta monetaria per contenere l’inflazione.Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha sottolineato di non essere sicuro che la posizione della banca centrale americana sia sufficiente per riportare l’inflazione al target del 2%. Sulla scia delle sue dichiarazioni i listini azionari americani ieri hanno interrotto la serie positiva più lunga degli ultimi due anni con la cautela che ha prevalso sul sentiment degli operatori. Tra gli indici statunitensi, il Dow Jones sale dello 0,24% a 33.972 punti; sulla stessa linea, piccolo scatto in avanti per l’S&P-500, che arriva a 4.358 punti. Guadagni frazionali per il Nasdaq 100 (+0,44%); sulla stessa linea, in moderato rialzo l’S&P 100 (+0,32%). LEGGI TUTTO

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    EdiliziAcrobatica, TP ICAP Midcap lima target price e conferma Buy

    (Teleborsa) – TP ICAP Midcap ha abbassato il target price (a 21,8 euro per azione da 22,4 euro) e il confermato il giudizio (Buy) su EdiliziAcrobatica, società specializzata in lavori di edilizia in doppia fune di sicurezza e quotata su Euronext Growth Milan. La revisione della raccomandazione è arrivata dopo che la società ha comunicato di aver chiuso i primi nove mesi del 2023 con ricavi pari a 118 milioni di euro, in crescita del 6% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.Gli analisti fanno notare che, se l’attività in Italia deve ancora affrontare sfide legate all’effetto base legate al Bonus Facciate (-16,7% a/a), la controllata Energy continua a sovraperformare le proiezioni con ricavi di 23,4 milioni di euro (rispetto a 3,7 milioni a 9 mesi 2022).Dopo modifiche alle stime per il trasferimento dei crediti d’imposta e alle performance della società in Francia e negli Emirati Arabi Uniti, TP ICAP Midcap ha rivisto la previsione di fatturato per l’intero anno a 151 milioni di euro (rispetto ai 161,8 milioni di euro precedenti). LEGGI TUTTO

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    Challenger bank alla prova dei tassi alti: pressioni su funding e finanziamenti

    (Teleborsa) – Il settore del fintech è stato sulla cresta dell’onda per quasi un decennio, con i tassi di interesse a zero che hanno favorito miliardi di finanziamenti da parte del venture capital nei confronti di società che promettevano di rivoluzionare il settore bancario e dei pagamenti, portando a valutazioni da capogiro per i nomi più in vista, come N26 e Revolut. L’ondata di innovazione, entusiasmo e finanziamenti ha coinvolto anche un insieme eterogeneo di banche, le cosiddette challenger bank, ovvero istituti piccoli e nati da poco, che mirano a competere direttamente – o sfidare – le banche tradizionali utilizzando strumenti tecnologici e processi innovativi. Ora però l’abbondanza di finanziamenti si è fermata a causa dell’aumento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali e dei dubbi su alcuni dei modelli di business di queste banche sfidanti, che sebbene abbiano attratto milioni di clienti spesso faticano a realizzare un profitto.Segnali negativi per il settore sono arrivati a inizio ottobre, quando la britannica Metro Bank, nata nel 2010 e focalizzata sulla clientela retail, è stata costretta a un aumento di capitale e a un rifinanziamento del debito. L’operazione è arrivata dopo una serie di battute d’arresto negli ultimi anni, tra cui errori contabili, allontanamenti della leadership e ritardata approvazione normativa per importanti sgravi patrimoniali.La gestione del capitale e del funding è un tema sensibile non solo per le challenger bank in difficoltà, ma anche per gli istituti in crescita che si trovano ad affrontare un ambiente macroeconomico e di politica monetaria totalmente diverso da quello di pochi mesi fa.Banca CF+, challenger bank italiana specializzata in soluzioni di finanziamento alle imprese in situazioni performing o re-performing, ha collocato il mese scorso la sua prima emissione obbligazionaria, un Tier 2 del valore nominale di 25 milioni di euro, con scadenza 2033 e cedola annuale del 14,5%. L’AD Iacopo De Francisco sottolinea che “investitori professionali e qualificati hanno evidentemente apprezzato il nostro progetto” e ritiene che la cedola offerta “sia coerente con il mercato di riferimento, considerando sia il livello assoluto dei tassi di interesse che la complessità del contesto macroeconomico e internazionale”. De Francisco evidenzia comunque che la competizione con le grandi banche “ha un costo, poiché le challenger bank non godono delle stesse condizioni di funding del sistema bancario tradizionale, caratterizzato da elevato livello di resilienza della raccolta retail a costi non sempre agganciati alle dinamiche di mercato”. Per colmare questo gap, secondo il banchiere, occorre offrire “anche sul fronte della raccolta diversificazione, personalizzazione, velocità, convenienza economica – in una parola una user experience molto positiva – che con il tempo consenta anche al depositante on line di “affezionarsi” alla banca, sposarne il progetto e di non concentrarsi solo sul rendimento offerto”.Quello del pricing è un elemento importante, perché i clienti retail cercano prodotti meglio remunerati e il numero di opzioni è aumentato dopo la decisa stretta monetaria della BCE. Secondo un recente rapporto di Scope Ratings, le banche europee si trovano ad affrontare dinamiche “dirompenti” nella raccolta retail e una cattiva gestione del nuovo scenario potrebbe avere “implicazioni strutturali per la redditività e l’asset-liability management, tra cui l’aumento dei rapporti prestiti/depositi e una maggiore dipendenza dai finanziamenti wholesale”.”Il mercato è profondamente cambiato negli ultimi 18 mesi, anche perché abbiamo attraversato un contesto finanziario in cui la liquidità era abbondante, a costo zero (i tassi ufficiali sono stati negativi per lungo tempo), e nel quale molti istituti bancari quasi rifiutavano il deposito di liquidità da parte dei clienti – fa notare Stefano Aldrovandi, Responsabile BU Core Banking e BU Wealth Management di Cherry Bank – Oggi la liquidità è tornata ad essere una ricchezza, soprattutto se stabile nel tempo”.”La raccolta stabile è oggi premiante e una delle principali fonti per stabilizzarla sono i conti deposito vincolati”, aggiunge il manager di Cherry Bank, che non si descrive come una challenger bank ed è attiva in diverse nicchie di mercato (NPL, Crediti fiscali, Special Situation e Alternative Investment), ma anche in settori più tradizionali come il Corporate ed il Wealth Management.Definire chiaramente una challenger bank non è infatti facile, perché si potrebbe fare riferimento a banche piccole (che hanno filiali e mirano a sfidare ampiamente le grandi banche sul loro territorio fornendo servizi e/o prodotti migliori a gruppi di clienti specifici o in generale), banche digitali (che mirano a coinvolgere i clienti digitalmente, scommettendo sui cambiamenti nel comportamento dei clienti lontano dalle filiali verso servizi più rapidi ed efficienti) o banche specializzate (che spesso non hanno filiali e cercano di rivolgersi a particolari gruppi di clienti o prodotti che sono meno al centro dell’attenzione delle banche tradizionali). “Sono convinto che gestire una challenger bank possa essere, da un lato, facile, non avendo alle spalle il peso di una legacy, dall’altra più difficile, poiché occorre creare una presenza sul mercato – afferma De Francisco – In un momento di mercato discontinuo come quello attuale, però, gli attaccanti riescono ad avere spazio”.L’attacco di quote di mercato delle banche tradizionali entrerà presto in una nuova fase, successiva a quella dei tassi zero e dei tassi alti, ovvero quella in cui un costo del denaro elevato ha un effetto significativo sul rallentamento dell’economia. “Al momento, il ritrovato scenario di tassi ufficiali nell’intorno del 4% è stato un boost per il conto economico delle banche avendo fatto lievitare gli interessi attivi e, in maniera meno che proporzionale, quelli passivi – afferma Aldrovandi – Questo effetto placebo ha però dei riflessi che si vedranno nei prossimi mesi, se e quando l’annunciata crisi economica inizierà a mordere il freno e le imprese strutturalmente più deboli non riusciranno a superare le difficoltà. Inoltre, nelle nostre aspettative c’è anche la crescita del costo della raccolta tradizionale per via dell’effetto scarsità di liquidità e, di conseguenza, della concorrenza”.Questo nuovo scenario andrà anche affrontato senza la prospettiva di nuove iniezioni di capitale da parte di fondi e venture capital, i cui investimenti in ambito financial e fintech si sono asciugati dopo anni di abbondanza. “In Italia il fintech negli ultimi anni è passato dal non essere un settore di riferimento all’essere il primo settore in termini di investimenti, con un trend crescente – spiega Giovanni Fusaro, responsabile area Venture Capital di AIFI e project manager per il Venture Capital Monitor (osservatorio di LIUC Business School e AIFI) – Nel 2023 c’è stato un rallentamento generalizzato, in realtà partito a fine 2022, sugli investimenti venture. Il tema è che i deal più grandi, anche nel fintech, sono stati fatti da fondi internazionali, e il loro rallentamento globale si è riflesso anche in Italia”.Secondo i dati del Venture Capital Monitor, gli investimenti di VC in startup fintech italiane sono crollati a 14 in numero e 81 milioni di euro in valore nei primi 9 mesi del 2023, rispetto ai 34 e 624 milioni di euro per l’intero 2022 e ai 37 e 218 milioni di euro per l’intero 2021. La grande crescita negli ultimi potrebbe comunque aver portato cambiamenti strutturali nel settore, che potrebbe ripartire quando la situazione globale si rasserenerà. “Il fintech è quello che negli ultimi anni è cresciuto più velocemente e ha attratto più capitale, e quindi potenzialmente è quello che potrebbe attrarne ancora”, aggiunge Fusaro.(Foto: Towfiqu barbhuiya on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Beewize, i risultati dei primi 9 mesi

    (Teleborsa) – I risultati di Beewize al 30 settembre 2023 mostrano ricavi netti pari a 3.977 migliaia di euro, un risultato della gestione ordinaria negativo e pari a 554 migliaia ed un margine operativo lordo (EBITDA) negativo e pari ad euro 473 migliaia; un risultato operativo (EBIT) negativo e pari ad euro 833 migliaia.Il risultato netto di competenza del Gruppo è negativo e pari ad euro 1.029 migliaia.La Posizione Finanziaria Netta consolidata al 30 settembre 2023 è negativa e pari ad euro 7.135 migliaia. Era negativa e pari ad euro 6.765 al 31 dicembre 2022, evidenziando quindi un incremento pari ad euro 371 migliaia. Il Patrimonio Netto consolidato è negativo e pari ad euro 2.673 migliaia. LEGGI TUTTO

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    ASPI, Tomasi: “Il paese per continuare a crescere ha bisogno di grandi opere. Abbiamo necessità di competenze oggi”

    (Teleborsa) – “Abbiamo la necessità di costruire oggi le competenze del domani, in questo il mondo dell’industria deve essere lungimirante e non ripetere gli errori del passato che ci ha portato oggi a non avere un bacino di figure professionali di vario tipo e livello per mettere a terra l’ingente piano di ammodernamento e potenziamento che dobbiamo portare avanti come Gruppo e come sistema Paese. La nuova Autostrade per l’Italia poggia proprio su una visione industriale basata sulle competenze per la rigenerazione della rete e la mobilità del futuro”. È quanto ha affermato Roberto Tomasi, amministratore delegato Autostrade per l’Italia, durante il Convegno nazionale di Ance Giovani.”La mancanza di ingegneri e maestranze oggi – ha spiegato Tomasi – si deve al fatto che per vent’anni almeno questo Paese non ha investito in infrastrutture. Se penso all’Autostrada del Sole, penso al coraggio di una generazione che è riuscita a costruire 800 km di nuovo tracciato in soli 8 anni, un’impresa che fu celebrata anche dal Moma con una mostra e che denota la sconfitta della nostra generazione. Quando diciamo che abbiamo bisogno di formatori per avviare i neo laureati al mondo del lavoro, ci accorgiamo che queste figure hanno i capelli bianchi perché sono gli stessi che hanno contribuito alla fase più intensa dell’infrastrutturazione del Paese che non è vicina nel tempo. Come Gruppo al nostro interno abbiamo una complessità di professioni, in Tecne, la nostra società di ingegneria, la seconda più grande in Italia, abbiamo mille dipendenti. In Amplia, che si occupa di costruzione oltre duemila dipendenti. Se pensiamo che attraverso loro svolgiamo solo un terzo dei nostri lavori, diventa evidente quanto sia necessario fare sistema, è l’accordo siglato di recente con Ance va proprio in questa direzione. Questo è un impegno che deve prendersi il mondo dell’industria, dobbiamo costruire l’intera catena delle competenze, dall’operaio all’ingegnere, perché il Paese continua a correre e non possiamo più posticipare lo sviluppo della nostra rete, penso al Passante di Bologna e alla Gronda di Genova che hanno complessità ingegneristiche che necessitano di figure temprate. Il traffico pesante cresciuto del 7% rappresenta l’economa che cresce e noi dobbiamo metterlo nella condizione di farlo continuare a muovere in modo adeguato. Il Paese – ha concluso l’Ad di Aspi – ha bisogno di portare avanti il PNRR, ma le autostrade si autofinanziano. Per realizzare queste opere dobbiamo trovare i meccanismi finanziari adeguati, che a mio avviso vanno parametrati sulla durabilità delle opere, la regola deve essere funzionale all’esigenza”. LEGGI TUTTO

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    Tinexta, utile in calo nei 9 mesi. Guidance confermata

    (Teleborsa) – Tinexta, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nei servizi Digital Trust, Cybersecurity e Innovation & Marketing, ha chiuso i primi nove mesi del 2023 con ricavi pari a 269,5 milioni di euro, in crescita del 9,3% rispetto all’anno precedente, con un contributo positivo alla crescita di tutte le business unit. La crescita organica è pari all’8,6%, mentre l’incremento dei ricavi attribuibile alla variazione di perimetro è pari al 0,7% (1,7 milioni di Euro).L’EBITDA, inclusi i costi non ricorrenti, tra cui i costi per acquisizioni, ammonta a 51,1 milioni di euro, in aumento del 4,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’EBITDA adjusted è pari a 56,9 milioni di euro, in crescita del 3,9%.L’utile netto delle attività operative in funzionamento è pari a 12,3 milioni di euro, in calo del 16,3% per effetto dei maggiori ammortamenti, svalutazioni e accantonamenti e delle aumentate imposte. L’utile netto scende a 48,5 milioni di euro (-20%).”I primi nove mesi del 2023 si chiudono con ricavi ed EBITDA in crescita – ha commentato l’AD Pier Andrea Chevallard – La consistente generazione di cassa conferma la bontà della direzione impressa all’intero gruppo, basata sulla gestione efficiente delle risorse e l’ottimizzazione dei processi. L’importante investimento nella valorizzazione e attrazione di risorse umane qualificate consente di proseguire con determinazione nell’implementazione della strategia, con l’obiettivo di cogliere tutte le opportunità che offre un trend di mercato di medio lungo termine come quello della digitalizzazione pervasiva di tutti gli operatori della filiera manifatturiera, finanziaria e dei servizi”.L’Indebitamento finanziario netto consolidato al 30 settembre 2023 ammonta a 91,5 milioni di euro, con un incremento di 13,9 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2022.Alla luce dei risultati dei primi nove del 2023, il CdA conferma per l’esercizio in corso aspettative di crescita dei ricavi consolidati 2023, rispetto al 2022 ed a parità di perimetro di consolidamento al 31 dicembre 20228, tra l’11% ed il 15%, con un EBITDA Adjusted in crescita tra l’8% ed il 12% rispetto al 2022. LEGGI TUTTO

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    Sanlorenzo, BofA conferma Buy apprezzando accelerazione ordini

    (Teleborsa) – Bank of America (BofA) ha confermato la raccomandazione (Buy) e il target price (49 euro per azione) sul titolo Sanlorenzo, operatore della nautica di lusso quotato su Euronext STAR Milan, dopo che ieri la società ha comunicati i risultati al 30 settembre 2023.Commentando i risultati positivi, gli analisti hanno affermato: “Riteniamo che Sanlorenzo rimanga una equity story unica in un contesto macroeconomico complesso grazie alla sua resilienza e al suo profilo di visibilità. Aumentiamo il nostro EPS 2023-25E del 2-3% e ora siamo sopra del 2% rispetto al consensus”.Viene fatto notare che il 3Q23 è diventato il primo trimestre dal 1Q22 in cui Sanlorenzo ha visto l’acquisizione di ordini aumentare su base annua, poiché l’intake di 253 milioni di euro è cresciuta del +2% rispetto al 3Q22 e ha accelerato rispetto agli ultimi tre trimestri in valore assoluto. “Riteniamo che l’accelerazione sia incoraggiante dati: i tempi di attesa più lunghi per gli yacht poiché le consegne per la divisione Yacht saranno esaurite fino al 2026 e per la divisione Superyacht fino al 2027; e il visibile rallentamento della domanda da parte della clientela americana, compensato dai clienti europei e mediorientali”, si legge nella ricerca. LEGGI TUTTO