19 Settembre 2023

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    Clima, Enpaia-Censis: per 7 italiani su 10 agricoltura settore chiave per la lotta al climate change

    (Teleborsa) – L’agricoltura ha un ruolo attivo e riconoscibile nella lotta al cambiamento climatico. È quanto emerge dall’Osservatorio del mondo agricolo Enpaia-Censis “L’agricoltura italiana che cambia nella sfida della sostenibilità”, secondo il quale per gli italiani, di fronte all’aggravarsi di alcune minacce globali alla sostenibilità ambientale, l’agricoltura è la chiave per trovare soluzioni durature nel tempo e di ampio respiro. Dallo studio emerge infatti, che per circa il 70% (68,9%) dei cittadini l’agricoltura svolge un ruolo primario nell’affrontare gli effetti del riscaldamento globale ed è pienamente impegnata nel promuovere la sostenibilità ambientale. È una convinzione che trova un consenso trasversale nei gruppi sociali, e in particolare è condivisa dal 58,8% dei giovani, dal 68,5% degli adulti e dal 75,1% degli anziani. Dall’Osservatorio emerge poi come l’agricoltura italiana sia in costante trasformazione produttiva, e come le sue imprese (690mila) e i suoi addetti (834mila) abbiano attivato meccanismi virtuosi di adattamento ai cambiamenti climatici. Dall’Osservatorio Enpaia-Censis si rileva che l’80% dei beni primari consumati dalle famiglie proviene dall’agricoltura italiana, segno della rilevanza economica e sociale dell’agricoltura per il nostro Paese. Un ruolo centrale che viene esercitato anche a livello europeo collocando l’Italia al secondo posto nella graduatoria Ue sul valore aggiunto agricolo con oltre 37 miliardi di euro, pari al 16,7% del totale del valore aggiunto agricolo europeo. Anche in termini di produzione, poi, l’Italia con un valore pari a 71.158 miliardi di euro (13,3% del totale della produzione agricola europea) si colloca al terzo posto della graduatoria Ue superata solo da Francia (96.575 miliardi di euro pari al 18%) e Germania (74.535 miliardi di euro, 13,3%). In pochi anni si è assistito a un cambiamento copernicano sul tema del climate change. L’Osservatorio ci dice che si è passati da una certa diffidenza a una sensibilità ambientale molto spiccata. I recenti dati pubblicati da Eurobarometro segnalano infatti, che nel 2023 l’82% degli italiani considera ormai il cambiamento climatico come un problema molto serio contro il 77% della media Ue. Solo il 3% degli italiani ormai lo reputa un problema irrilevante, mentre la media Ue è pari al 7%. D’altro canto, è diventata maggioranza assoluta (52%) la quota che dichiara di sentirsi direttamente coinvolta, con concreti comportamenti quotidiani, nella lotta al riscaldamento climatico. Il cambiamento climatico ha di fatto modificato le convinzioni del passato e si osservano alte quote di italiani preoccupati per una molteplicità di eventi ambientali negativi, catastrofali, percepiti come molto più minacciosi rispetto a pochi anni fa. Tali timori sono all’origine di una nuova forma di paura e di ansia sociale legata alla molteplicità di eventi avversi di origine ambientale. Si parla di “paura verde” e di eco-ansia, fenomeni sociali che toccano il 47,3% degli italiani che valutano come più minacciosi rispetto al passato alcuni fenomeni ambientali. In cima alle loro preoccupazioni, ci sono per l’81,4% lo scioglimento dei ghiacciai, per il 78,7% l’inquinamento dei mari, per il 77,4% i gravi eventi atmosferici avversi come bombe d’acqua o violente grandinate, per il 77,3% il dissesto idrogeologico, mentre per il 76,8% la minaccia della siccità o della scarsita’ di acqua potabile è l’emergenza maggiormente percepita. L’eco-ansia è trasversale ai gruppi sociali e mostra una elevata preoccupazione nel 57,6% degli anziani, nel 43,7% degli adulti e nel 41,3% dei giovani. LEGGI TUTTO

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    PNRR, Svimez: 46% progetti definanziati sono al Sud e “non tutti critici”

    (Teleborsa) – Su 15,9 miliardi di euro di interventi del PNRR definanziati in base alla revisione del Piano elaborata dal governo, circa il 46% riguarda progetti del Mezzogiorno e “non tutti erano segnalati come critici nell’attuazione”.Lo rileva Svimez nell’audizione nelle Commissioni di Senato e Camera sull’attuazione del PNRR precisando che “non tutti gli interventi soggetti a definanziamento erano identificati come critici nella Relazione del maggio scorso”.In particolare, sul totale delle misure definanziate pari a 15,9 miliardi, Svimez stima che quelle che interessano interventi localizzati nelle regioni meridionali ammontano a 7,6 miliardi, ossia quasi il 48%. Le risorse liberate dal definanziamento delle misure “Aree interne – Potenziamento servizi e infrastrutture di comunità” e “Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie” vengono destinate al finanziamento degli incentivi alle imprese previsti nell’ambito della nuova “Zes unica nel Mezzogiorno”. Questo fa sì che la quota Sud degli interventi definanziati scenda a circa il 46%. Svimez ha quindi sottolineato la necessità di “individuare subito fonti alternative di finanziamento per le misure stralciate dal Piano”. L’utilizzo delle risorse della Programmazione 2021-2027 dei Fondi europei per la coesione, secondo Svimez, può rappresentare uno strumento utile a “mettere in sicurezza” gli interventi del Pnrr che presentano criticità in ordine al raggiungimento, entro il 2026, dei target previsti, consentendo di realizzare questi interventi con un orizzonte temporale più ampio. Intanto, come copertura temporanea “non si può prescindere dalla necessità di prevedere il possibile utilizzo del Fondo di rotazione nazionale per gli interventi da rifinanziare con i fondi europei, aventi particolare valenza sociale (come gli interventi di riqualificazione delle periferie delle Città metropolitane) e con avanzato stato di attuazione” LEGGI TUTTO

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    PNRR, via libera UE a modifiche piano Italia

    (Teleborsa) – Il Consiglio Ue ha adottato oggi a Bruxelles la decisione di attuazione che approva il piano modificato per la ripresa e la resilienza dell’Italia. Il piano modificato italiano riguarda 10 misure, tra cui gli incentivi all’efficienza energetica nell’ambito del cosiddetto “Superbonus”, l’aumento delle strutture per l’infanzia, lo sviluppo dell’industria spaziale e dell’industria cinematografica e il trasporto sostenibile, tra le altre cose. L’Italia aveva chiesto formalmente di modificare il proprio PNRR l’11 luglio 2023, in quanto il piano era parzialmente non più realizzabile a causa di circostanze oggettive. La decisione del Consiglio Ue si basa sulla valutazione della Commissione europea secondo cui le modifiche proposte dall’Italia sono giustificate e non influiscono sulla pertinenza, efficacia, efficienza e coerenza del suo PNRR. Il costo totale stimato del Pnrr modificato rimane invariato, pari a 191,5 miliardi di euro, di cui 68,8 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in prestiti.”Questa mattina insieme ai miei omologhi degli Affari europei riuniti a Bruxelles per il Consiglio Affari generali abbiamo adottato la Decisione che accoglie definitivamente le richieste di modifica, presentate dal governo italiano, di alcuni obiettivi relativi alla quarta richiesta di pagamento del PNRR – ha commentato con una nota il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto –. Si tratta di un risultato molto importante che premia il lavoro svolto in questi mesi e che accogliamo con grande soddisfazione”. “Questo risultato positivo – ha aggiunto il Ministro Fitto – è frutto di un’intensa e proficua collaborazione tra il governo e la Commissione europea, e consentirà all’Italia di presentare la relativa richiesta di pagamento e di avviare la procedura per l’esborso dei 16,5 miliardi di euro previsti per la quarta rata del PNRR”.Oggi in Parlamento è anche giornata di audizioni sull’attuazione del PNRR. Svimez ha sottolineato che su 15,9 miliardi di euro di interventi del PNRR definanziati in base alla revisione del Piano elaborata dal governo, circa il 46% riguarda progetti del Mezzogiorno e “non tutti erano segnalati come critici nell’attuazione”. In particolare, la Svimez stima che quelle che interessano interventi localizzati nelle regioni meridionali ammontano a 7,6 miliardi, ossia quasi il 48%: le risorse liberate dal definanziamento delle misure “Aree interne – Potenziamento servizi e infrastrutture di comunità” e “Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie” vengono destinate al finanziamento degli incentivi alle imprese previsti nell’ambito della nuova “Zes unica nel Mezzogiorno”. Questo fa sì che la quota Sud degli interventi definanziati scenda a circa il 46%. La Svimez ha quindi sottolineato la necessita’ di “individuare subito fonti alternative di finanziamento per le misure stralciate dal Piano”.Francesco Del Pizzo, Direttore Strategie di Sviluppo Rete e Dispacciamento di Terna, in audizione ha fatto sapere che “a febbraio di quest’anno, Terna ha avviato interlocuzioni con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per nuovi interventi da inserire nella revisione del PNRR, nell’ambito del capitolo RepowerEu”. “Nel dettaglio – ha spiegato –, nella misura per le reti del trasporto elettrico, sono stati inclusi tre interventi per un contributo complessivo di 840 milioni di euro: 500 milioni di euro per la tratta est del Tyrrhenian Link, il cavo elettrico sottomarino che collegherà la Sicilia alla Sardegna e alla Campania (mentre la tratta ovest ha ricevuto pochi giorni fa l’autorizzazione del MASE), 200 milioni di euro per il collegamento in corrente continua tra la Sardegna, la Corsica e la Toscana (SA.CO.I. 3, che ha ricevuto tutte le intese regionali in attesa del decreto autorizzativo del MASE) e, in ultimo, 140 milioni di euro per la realizzazione di progetti sullo sviluppo delle tecnologie e delle competenze”. Il direttore di Enel Italia, Nicola Lanzetta, ha invece comunicato che ammontano a 3,8 miliardi di euro i progetti del gruppo Enel per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Di essi, circa 3,5 miliardi sono destinati a interventi per il potenziamento della rete, in particolare per le smart grids e per migliorare la resilienza a fronte di eventi atmosferici estremi. Gli altri investimenti riguardano lo stabilimento di Catania per la produzione di pannelli fotovoltaici (89 milioni), i progetti sull’idrogeno (142 milioni), la manutenzione straordinaria della diga di Pozzillo in Sicilia, il progetto per la rete di teleriscaldamento di Arcidosso in Toscana (in totale 34 milioni) e lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica elettrica (38 milioni). È necessario “velocizzare il permitting delle cabine primarie, garantire l’utilizzo dei contratti esistenti, prevedere una revisione dei prezzi individuando meccanismi che riflettano gli aumenti delle dinamiche inflattive, semplificare le attività di rendicontazione per renderle più veloci”, ha però aggiunto Lanzetta. LEGGI TUTTO

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    Mercati europei positivi. Piazza Affari al top con MPS e TIM

    (Teleborsa) – Acquisti diffusi sui listini azionari europei e su Milano, favorite dal dato relativo all’inflazione in Eurozoa, rivista al ribasso al 5,2%. Resta i focus la riunione della Fed, che prende il via stasera. Sullo sfondo il report dlel’OCSE, che ha tagliato le stime di crescota dell’Eurozona e dell’Italia.L’Euro / Dollaro USA mantiene la posizione sostanzialmente stabile su 1,07. Nessuna variazione significativa per l’oro, che scambia sui valori della vigilia a 1.935,8 dollari l’oncia. Seduta sulla parità per il petrolio (Light Sweet Crude Oil), che si attesta a 92,33 dollari per barile.Lieve calo dello spread, che scende a +177 punti base, mentre il rendimento del BTP a 10 anni si attesta al 4,48%.Tra gli indici di Eurolandia trascurata Francoforte, che resta incollata sui livelli della vigilia, nulla di fatto per Londra, che passa di mano sulla parità, e giornata moderatamente positiva per Parigi, che sale di un frazionale +0,26%.Lieve aumento per la Borsa Milanese, con il FTSE MIB che sale dello 0,58% a 28.753 punti; sulla stessa linea, lieve aumento per il FTSE Italia All-Share, che si porta a 30.673 punti. Poco sopra la parità il FTSE Italia Mid Cap (+0,35%); senza direzione il FTSE Italia Star (+0,17%).Tra i best performers di Milano, in evidenza Banca MPS (+4,72%), su voci di un allungamento die tempi ndi cessione della partecipazione di controllo del MEF.Bene anche Telecom Italia (+2,64%), Nexi (+2,06%) e Leonardo (+2,02%).I più forti ribassi, invece, si verificano su CNH Industrial, che continua la seduta con -1,59%.Sostanzialmente debole DiaSorin, che registra una flessione dell’1,17%.Tra i migliori titoli del FTSE MidCap, MutuiOnline (+3,02%), LU-VE Group (+2,01%), Buzzi Unicem (+1,66%) e Tinexta (+1,61%).I più forti ribassi, invece, si verificano su El.En, che continua la seduta con -2,55%.Seduta negativa per Sanlorenzo, che mostra una perdita dell’1,55%.Si muove sotto la parità Antares Vision, evidenziando un decremento dell’1,36%.Contrazione moderata per Safilo, che soffre un calo dell’1,35%. LEGGI TUTTO

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    MPS estende guadagni su rumors allungamento tempi cessione

    (Teleborsa) – Brillante rialzo per Banca MPS, che segna un guadagno del 4,72% in Borsa. Il titolo ha ritrovano appeal sulle indiscrezioni che parlano di un allungamento dei tempi di cessione della partecipazione del MEF. Secondo il quotidiano La Stampa, il Ministero dell’Economia potrebbe “prendere più tempo” per la cessione del controllo dell’Istituto senese o valutare la vendita di una quota non di controllo “in una o più tranches”. Una soluzione osteggiata dalla Banca d’Italia, che invece punterebbe ad una vendita “in tempi rapidi”. Comparando l’andamento del titolo con il FTSE MIB, su base settimanale, si nota che l’istituto di Rocca Salimbeni mantiene forza relativa positiva in confronto con l’indice, dimostrando un maggior apprezzamento da parte degli investitori rispetto all’indice stesso (performance settimanale +12,55%, rispetto a +0,83% del principale indice della Borsa di Milano).Le implicazioni di breve periodo di Monte Paschi sottolineano l’evoluzione della fase positiva al test dell’area di resistenza 2,717 Euro. Possibile una discesa fino al bottom 2,581. Ci si attende un rafforzamento della curva al test di nuovi target 2,853. LEGGI TUTTO

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    Borsa di Milano in rialzo con le altre Borse europee dopo dato inflazione

    (Teleborsa) – Acquisti diffusi sui listini azionari europei e su pazza Affari, che scelgono l’ottimismo in vista della riunione della Fed, che prende il via stasera. A sostenere i mercati del Vecchio Continente concorre anche la revisione al ribasso del dato delll’inflazione della Zona Euro al 5,2% dal 5,3% preliminare.Nessuna variazione significativa per l’Euro / Dollaro USA, che scambia sui valori della vigilia a 1,069. L’Oro mantiene la posizione sostanzialmente stabile su 1.934,9 dollari l’oncia. Seduta in lieve rialzo per il petrolio (Light Sweet Crude Oil), che avanza a 92,48 dollari per barile.Retrocede di poco lo spread, che raggiunge quota +176 punti base, mostrando un piccolo calo di 3 punti base, mentre il rendimento del BTP a 10 anni si attesta al 4,47%.Tra i listini europei sostanzialmente invariato Francoforte, che riporta un moderato -0,06%, resta vicino alla parità Londra (+0,07%), e piatta Parigi, che tiene la parità.Lieve aumento per la Borsa di Milano, che mostra sul FTSE MIB un rialzo dello 0,61%; sulla stessa linea, il FTSE Italia All-Share fa un piccolo salto in avanti dello 0,57%, portandosi a 30.677 punti.In frazionale progresso il FTSE Italia Mid Cap (+0,25%); sui livelli della vigilia il FTSE Italia Star (+0,11%).Tra le migliori Blue Chip di Piazza Affari, exploit di Banca MPS, che mostra un rialzo del 5,07%.Sostenuta Telecom Italia, con un discreto guadagno del 2,81%.Buoni spunti su Nexi, che mostra un ampio vantaggio del 2,22%.Ben impostata ENI, che mostra un incremento dell’1,90%.I più forti ribassi, invece, si verificano su DiaSorin, che continua la seduta con -1,21%.Fiacca CNH Industrial, che mostra un piccolo decremento dell’1,11%.Discesa modesta per Moncler, che cede un piccolo -0,83%.In cima alla classifica dei titoli a media capitalizzazione di Milano, MutuiOnline (+2,64%), Seco (+2,10%), Buzzi Unicem (+1,74%) e MFE B (+1,61%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su El.En, che prosegue le contrattazioni a -2,34%.Seduta negativa per Sanlorenzo, che mostra una perdita dell’1,97%.Pensosa De’ Longhi, con un calo frazionale dell’1,08%.Tentenna Safilo, con un modesto ribasso dell’1,00%. LEGGI TUTTO

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    Eurozona, inflazione agosto rivista al ribasso al 5,2%

    (Teleborsa) – Rivista leggermente al ribasso l’inflazione dell’Eurozona nel mese di agosto. Secondo l’Ufficio statistico europeo (EUROSTAT), i prezzi al consumo segnano un +5,2% su base tendenziale, al di sotto del +5,3% della stima preliminare e del mese precedente. Su base mensile i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,5%, poco sotto il +0,6% della stima preliminare e del consensus, e segue il -0,1% di luglio. L’inflazione core, depurata dalle componenti più volatili quali cibi freschi, energia, alcool e tabacco, evidenzia una crescita del 5,3% su base annua, in linea con le attese, ma in calo rispetto al 5,5% del mese precedente. La variazione mensile passa a +0,3%, in linea con il consensus, dopo il -0,1% precedente. Nell’intera Unione europea, l’inflazione cala al 5,9% su base annua (dal +6,1% di luglio), mentre su mese si registra un +0,5%. LEGGI TUTTO

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    Gas, indice IGI scende a 36,28 euro/Mwh

    (Teleborsa) – Quotazioni in calo per il gas in Italia. Il valore dell’indice IGI (Italian Gas Index) per il 19 settembre è risultato è pari a 36,28 euro/MWh, in ribasso rispetto al 18 settembre quando risultava pari a 37,75 euro/MWh. L’indice IGI è calcolato dal Gestore dei Mercati Energetici – GME per ciascun giorno-gas, sulla base dei prezzi delle transazioni concluse sul mercato del gas naturale (MGAS). Al contrario, il future sul gas Dutch TTF per consegna ottobre, quotato alla Borsa di Amsterdam, viaggia in leggero rialzo e segna un valore di 34,75 euro/Mwh, in rialzo dello 0,8% rispetto alla vigilia. LEGGI TUTTO