Marzo 2023

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    Wall Street è poco mossa, attesa per dati occupazione

    (Teleborsa) – Wall Street è poco mossa dopo che le richieste di disoccupazione settimanali sono salite a 211.000 durante la settimana terminata il 4 marzo, rispetto alle aspettative del mercato di 195.000 e considerando che si tratta della prima volta che le richieste hanno superato quota 200.000 dall’inizio di gennaio. Il dato macroeconomico arriva dopo quello sulle offerte di lavoro di ieri (risultate in calo ma sopra le aspettative) e prima del rapporto mensile sul mercato del lavoro, che sarà diffuso nella giornata di domani.Gli investitori sperano in una lettura debole, che non rafforzi quindi l’idea di un’economia ancora troppo forte, che spingerebbe la Federal Reserve a mantenere un’aggressiva stretta monetaria per riportare l’inflazione sotto controllo.Ieri il presidente della Fed, Jerome Powell, ha ripetuto che i dati determineranno la dimensione del rialzo dei tassi alla prossima riunione, sottolineando che non è stata ancora presa una decisione al riguardo. Powell, in audizione alla Camera, ha detto che sono in arrivo alcuni dati “potenzialmente importanti”, in particolare quelli sul mercato del lavoro in uscita venerdì 10 e quelli sull’inflazione in pubblicazione la prossima settimana (CPI e PPI).Il Beige Book ha rilevato attività in lieve aumento e continuo miglioramento delle strozzature all’offerta, un mercato del lavoro che rimane “solido” con aumenti dell’occupazione “modesti o moderati”, mentre le pressioni inflazionistiche restano diffuse, anche se gli aumenti dei prezzi sono in via di riduzione in molte aree.Il listino USA continua la seduta vicino alla parità, con il Dow Jones che lima lo 0,20%; sulla stessa linea, si posiziona sotto la parità l’S&P-500, che retrocede a 3.983 punti. Sui livelli della vigilia il Nasdaq 100 (+0,09%); con analoga direzione, consolida i livelli della vigilia l’S&P 100 (-0,12%).Utilities (+0,92%), informatica (+0,43%) e beni di consumo per l’ufficio (+0,41%) in buona luce sul listino S&P 500. Tra i più negativi della lista dell’S&P 500, troviamo i comparti finanziario (-2,75%), materiali (-1,35%) e telecomunicazioni (-0,49%).In cima alla classifica dei colossi americani componenti il Dow Jones, Intel (+2,75%), Microsoft (+1,09%), Cisco Systems (+0,67%) e Merck (+0,54%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su JP Morgan, che prosegue le contrattazioni a -4,74%.Seduta negativa per Caterpillar, che mostra una perdita dell’1,61%.Fiacca Boeing, che mostra un piccolo decremento dell’1,34%.Discesa modesta per Walgreens Boots Alliance,, che cede un piccolo -1,25%.Al top tra i colossi tecnologici di Wall Street, si posizionano Paypal (+3,40%), Intel (+2,75%), Constellation Energy (+2,41%) e DexCom (+1,78%).I più forti ribassi, invece, si verificano su JD.com, che continua la seduta con -10,82%.Vendite a piene mani su Pdd Holdings Inc. Sponsored Adr, che soffre un decremento del 6,64%.Sotto pressione Netflix, che accusa un calo del 3,14%.Scivola Warner Bros. Discovery,, con un netto svantaggio del 2,71%. LEGGI TUTTO

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    OPA Net Insurance, adesioni oltre il 41%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) volontaria totalitaria promossa da Net Holding (che fa capo a Poste Vita) sulle azioni ordinarie di Net Insurance, compagnia assicurativa quotata su Euronext STAR Milan, risulta che oggi, 9 marzo 2023, sono state presentate 152.544 richieste di adesione.Pertanto, complessivamente le richieste di adesioni sono a quota 7.505.569, pari al 41,43457% dell’offerta e al 38,31297% sulle eventuali massime 19.590.153 azioni oggetto di offerta. Il secondo dato tiene conto dell’integrale esercizio dei warrant.L’offerta è iniziata il 27 febbraio 2023 e terminerà il 6 aprile 2023. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Net Insurance acquistate sul mercato nei giorni 5 e 6 aprile 2023 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    Datalogic, utile scende a 30 milioni nel 2022. Dividendo di 0,30 euro

    (Teleborsa) – Datalogic, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nell’acquisizione automatica dei dati e dell’automazione industriale, ha chiuso il 2022 con ricavi consolidati pari a 654,6 milioni di euro, in crescita del 9,5% rispetto al 2021; a cambi costanti il fatturato risulta in aumento del 4,4%, mentre la crescita organica al netto dell’effetto cambi è stata pari al 3,4%. L’Adjusted EBITDA è stato pari a 80,3 milioni di euro (-15,6%), pari al 12,3% dei ricavi consolidati. Il risultato netto è stato pari a 30,1 milioni di euro (-23,8%).”Nonostante il difficile contesto in cui il nostro gruppo si è trovato ad operare nel corso del 2022 principalmente attribuibile allo shortage dei componenti, siamo cresciuti in tutte le geografie e nelle principali industry continuando ad investire in R&D il 10% del nostro fatturato e riuscendo a compensare, sebbene parzialmente, i fenomeni inflattivi sui costi di approvvigionamento con azioni sui prezzi”, ha commentato l’AD Valentina Volta.”Nel 2023 permane l’incertezza sull’evoluzione della domanda, oggi ancora negativa rispetto all’anno precedente, soprattutto per la prima parte dell’anno – ha aggiunto – Nonostante questo, il gruppo prosegue nel porre in essere azioni mirate ad un progressivo recupero e miglioramento della marginalità operativa e della capacità di generazione di cassa operativa, continuando a mantenere solidi livelli di investimento in ricerca e sviluppo”.Il consiglio di amministrazione proporrà all’assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo unitario ordinario pari a 30 centesimi di euro per azione, per un importo complessivo massimo di 17.033.831 euro, con stacco della cedola in data 22 maggio 2023 (record date 23 maggio 2023) e pagamento a partire dal 24 maggio 2023. LEGGI TUTTO

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    CAREL, perfezionata l'acquisizione del 100% di Eurotec

    (Teleborsa) – CAREL Industries, gruppo quotato su Euronext STAR Milan e attivo nella produzione di componenti per raggiungere alta efficienza energetica nei mercati del condizionamento dell’aria e della refrigerazione, ha perfezionato l’acquisizione del 100% del capitale sociale di Eurotec, distributore e system integrator basato a Auckland in Nuova Zelanda.L’accordo era stato annunciato lo scorso 21 febbraio. LEGGI TUTTO

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    Danieli, ricavi e margini in aumento nella semestrale al 31 dicembre

    (Teleborsa) – Danieli, società quotata su Euronext Milan e attiva nella produzione di macchine e impianti per l’industria siderurgica, ha chiuso la semestrale consolidata al 31 dicembre 2022 con ricavi operativi pari a 1.865 milioni di euro, in aumento del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’EBITDA è stato pari a 145,5 milioni di euro (+25%), mentre l’utile netto attribuibile al gruppo è risultato pari a 74,1 milioni di euro (+24%).La società spiega che l’aumento dei margini è stato spinto dai risultati del settore ABS Steel Making, che ha beneficiato nel secondo semestre del 2022 di un mix favorevole tra prezzi, volumi e crediti per società energivore (in una situazione di costi per energia anche decuplicati nel periodo) e con un settore Danieli Plant Making con margini in tenuta ma ancora non soddisfacenti per l’effetto temporaneo, ma significativo, di incremento dei costi per tutta la componentistica elettronica e dei trasporti che solo ora stanno rientrando su valori coperti dai prezzi contrattualmente concordati con i clienti.Il portafoglio ordini del gruppo risulta ben diversificato per area geografica e per linea di prodotto e ammonta, al 31 dicembre 2022, a 5.190 milioni di euro (di cui 400 milioni di euro nel settore della produzione di acciai speciali) rispetto a 5.052 milioni di euro al 30 giugno 2022. LEGGI TUTTO

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    Birol (IEA): industria Ue svantaggiata in competizione globale

    (Teleborsa) – “Nell’ultimo anno, l’Unione europea è riuscita a fare ciò che molti e soprattutto i russi non credevano possibile: fare a meno dell’energia importata dalla Russia, il più grande esportatore mondiale in questo settore; e allo stesso tempo ha ridotto le emissioni di CO2 del 2,5 mentre nel resto del mondo sono aumentate”. Lo ha detto il direttore esecutivo dell’IEA (Agenzia Internazionale dell’Energia), Fatih Birol, durante una conferenza stampa oggi a Bruxelles, al termine di una riunione della commissione Industria, Energia e Ricerca del Parlamento europeo, a cui ha partecipato, dedicata alle conseguenze energetiche della guerra russa in Ucraina, a un anno dal suo inizio.”Ma oggi l’industria Europea è di fronte una doppia sfida: è svantaggiata nella concorrenza internazionale perché non può più contare sull’energia russa a buon mercato; ed è indietro in termini di capacità industriale e di contesto normativo per gli incentivi rispetto ai suoi concorrenti, nel momento in cui il mondo sta entrando in una nuova età industriale, quella delle tecnologie e delle energie pulite” . Birol ha osservato come il mondo stia entrando i”n una nuova età industriale, l’età della manifattura basata su energia e tecnologie pulite: batterie, pannelli solari, impianti eolici, elettrolizzatori. E l’Europa – ha sottolineato il direttore esecutivo dell’Iea – oggi è indietro rispetto ai suoi principali concorrenti in termini di capacità industriali e in termini di contesto giuridico che è stato predisposto per quanto riguarda gli incentivi”. “È tempo – ha concluso Birol – di proporre un nuovo masterplan industriale dell’Ue che tenga conto di questi due pressioni: come competere, da un lato con i prezzi dell’energia più alti rispetto ai concorrenti, e dall’altro, nell’età dell’industria green, con gli altri attori più importanti nel mondo”. LEGGI TUTTO

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    REVO Insurance, premi in crescita del 70% nel 2022. Utile di 5,3 milioni

    (Teleborsa) – REVO Insurance, compagnia assicurativa quotata su Euronext STAR Milan, ha chiuso il 2022 con premi lordi contabilizzati pari a 131,4 milioni di euro, in aumento del 69,5% rispetto all’esercizio 2021 (pari a 77,5 milioni). L’utile netto consolidato è stato pari a 5,3 milioni di euro, nonostante investimenti e costi, anche one-off, sostenuti per il lancio dell’iniziativa. L’utile netto adjusted consolidato è risultato pari a 10,8 milioni di euro. Confermata l’alta solidità patrimoniale, con un Solvency II ratio al 269,3%.”Gli ottimi risultati del 2022 confermano la capacità del nostro team di dare esecuzione al piano industriale comunicato al mercato ed evidenziano il modello di eccellenza tecnica che REVO rappresenta nel panorama assicurativo italiano, candidandosi al ruolo di player di riferimento nei rischi specialty e nei rischi parametrici, al fianco delle PMI e dei professionisti”, ha commentato l’AD Alberto Minali.La società ha spiegato di aver concluso con successo tutte le progettualità strategiche pianificate per il 2022, e di essere in attesa di autorizzazione da parte di IVASS ad operare nel ramo tutela legale, linea di business per la quale sono già state assunte le figure chiave che ne presidieranno lo sviluppo. LEGGI TUTTO

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    Alimentazione, BCG: “Aumento prezzi penalizza proteine alternative. Ma potenziale green è enorme”

    (Teleborsa) – Le proteine alternative, ovvero quelle di origine non animale, continuano la corsa alla conquista del mercato. Stando al report di BCG “Taking Alternative Proteins Mainstream”, il loro potenziale è innegabile: aumentare la loro quota a livello globale dall’attuale 2% all’8% entro il 2030 potrebbe portare ad una riduzione delle emissioni di CO2 equivalente alla decarbonizzazione del 95% dell’industria aeronautica. Per far crescere a lungo termine questo nuovo settore, però, è fondamentale un approccio incentrato sul consumatore. Nel 2022 il mercato al dettaglio statunitense delle proteine alternative è cresciuto del 9% e le vendite di prodotti lattiero-caseari alternativi sono aumentate del 12%, crescendo più rapidamente di quelle dei corrispettivi tradizionali (+10%); il latte vegetale refrigerato ha registrato un incremento delle vendite dell’8% e la categoria degli spalmabili, come la margarina alternativa, è cresciuta a due cifre dopo la contrazione del 2021.Le carni alternative stanno inoltre diventando una presenza fissa nei ristoranti fast-food di tutto il mondo: un canale cruciale perché crea l’opportunità per i consumatori di provare nuovi prodotti, spingendo così gli acquisti al dettaglio. In questo contesto, infatti, sono nate partnership come quella tra McDonald’s e Beyond Meat (adesso interrotta) oppure tra Burger King e Impossible Foods, con l’obiettivo di rendere il 50% del menu della catena food a base vegetale entro il 2030. Ciò nonostante, dopo le cifre esplosive registrate nel 2019 e nel 2020 (che hanno visto un aumento del 25% delle vendite al dettaglio), le vendite di carne alternativa sono diminuite dello 0,4% nel 2022, contro un aumento dell’8% della carne tradizionale. La decelerazione di questi prodotti green era prevedibile, poiché – si legge nel report – il 2020 è stato un anno anomalo, con vendite al dettaglio gonfiate dagli effetti del COVID-19. Il calo registrato nell’ultimo anno è dovuto principalmente a una contrazione del 14% dei volumi di carne alternativa refrigerata rispetto all’anno precedente, nonostante questa abbia ottenuto un aumento dei ricavi del 6%, dato l’aumento di prezzo che le aziende hanno effettuato per compensare la diminuzione delle unità vendute. “L’attuale contesto di mercato, caratterizzato da aumento dei prezzi e inflazione dei costi ha rallentato la crescita delle vendite al dettaglio di carni alternative, perché non tutti i consumatori sono disposti a pagare un sovrapprezzo per questo tipo di prodotti – spiega Lamberto Biscarini, managing director e senior partner di BCG –. Anche le preoccupazioni relative al prodotto rimangono al centro dell’attenzione dei consumatori, secondo cui c’è ancora margine di miglioramento su aspetti come gusto e consistenza. Per ottenere un’adozione su larga scala, l’industria dovrà lavorare su queste dimensioni e cercare di raggiungere la parità con la carne tradizionale”.L’innovazione è dunque necessaria, soprattutto perché, stando ai risultati, i vantaggi che i prodotti a base di carne alternativa offrono già oggi non sono sempre apprezzati dai consumatori: nel prendere decisioni sul cibo, solo il 20% di questi basa le proprie scelte d’acquisto su temi di sostenibilità, mentre il 60%, ovvero il segmento mainstream, pur preoccupandosi della sostenibilità della filiera alimentare, è influenzato da altre esigenze. Si tratta di elemento rilevante per poter portare il consumo di proteine green su ampia scala.Da una ricerca BCG e Blue Horizon basata su dati di social listening di Instagram raccolti su oltre 300 consumatori statunitensi, è emerso che i criteri principali per l’acquisto di proteine alternative sono il gusto e il valore nutrizionale. I dati hanno mostrato come le associazioni spontanee nei consumatori tra le parole legate al gusto e alla salute con la carne alternativa, siano diminuite rispettivamente del 5% e del 3% dal 2021 al 2022. Ci sono quindi degli ostacoli di percezione nei consumatori, su cui le aziende possono lavorare ottimizzando la comunicazione. Attraverso i principi della scienza comportamentale, BCG ha individuato quattro azioni da attuare: le prime due possono essere implementate rapidamente da tutte le aziende, mentre le altre due dipendono dall’occasione d’uso dei prodotti. Limitare le diciture “vegano” e “vegetariano” sulle confezioni, perché possono creare una barriera psicologica nei consumatori tradizionali. È consigliabile sostituirle con “non contiene derivati animali” o “adatto a una dieta vegana”: in questo modo il prodotto continuerà a essere informativo senza dissuadere gli onnivori. Accanto alla dicitura “a base vegetale” è utile specificare la fonte proteica del prodotto, per generare familiarità nei consumatori, superando l’idea che le carni alternative siano eccessivamente lavorate o artificiali. Dare spazio sulla confezione al lato sensoriale della carne alternativa: come avviene per i prodotti tradizionali, le aziende dovrebbero comunicare ai consumatori gli aspetti positivi legati al sapore e alla consistenza dei prodotti, utilizzando, ad esempio, termini quali “saporito” o “arrostito a fuoco lento”. I marchi possono anche combinare questo linguaggio con immagini vivaci e allettanti. Questa soluzione è particolarmente importante quando ci si rivolge a occasioni di consumo in cui la desiderabilità è l’esigenza principale dei consumatori. Quando si commercializza un prodotto che ha un profilo nutrizionale desiderabile e che si rivolge a un’occasione salutistica, enfatizzare sul packaging i benefici per la salute può avere sui consumatori una certa risonanza. Solo il 56% dei 25 marchi di carne alternativa più famosi, applica almeno 2 di questi 4 principi e, non a caso, il tasso di crescita di questi brand dal 2019 è 6 volte superiore a quello delle aziende concorrenti che non li hanno ancora implementati.Lo studio di BCG indica poi altre azioni concrete che le aziende possono compiere per costruire quote di mercato a lungo termine. In primis è necessario comprendere chi sono i consumatori mainstream e di cosa hanno bisogno nelle varie occasioni d’uso del prodotto, ma anche innovare i prodotti a base di proteine alternative per migliorarne gusto, consistenza e prezzo. Diventa necessario quindi, eseguire test che permettano di simulare il comportamento dei consumatori nel mondo reale e adottare un approccio di apprendimento continuo, affinando sia i prodotti che la comunicazione legata a essi. I prodotti lattiero-caseari alternativi hanno dimostrato che il passaggio al mainstream è possibile: anche per il settore della carne alternativa è ora di cogliere quest’opportunità. LEGGI TUTTO