Marzo 2023

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    USA, Empire State index marzo peggiore a -24,6 punti

    (Teleborsa) – Peggiora a marzo 2023 l’indice manifatturiero Empire State di New York. L’indicatore si è portato a -24,6 punti dai -5,8 punti di febbraio. Il dato è anche peggiore delle stime degli analisti che erano per un livello a -8 punti. L’indice misura le condizioni del settore manifatturiero nel distretto di New York. Si ricorda che un livello del dato superiore/inferiore allo 0 indica che la maggior parte delle compagnie riportano miglioramenti/peggioramenti delle condizioni. Fra le varie componenti dell’indice, quella sui nuovi ordini peggiore a quota -21,7 (da -7,8), mentre quella sulle consegne raggiunge i -13,4 punti (da -0,1 punti) e quella sulle scorte passa a -1,9 punti (da 6,4 punti). LEGGI TUTTO

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    USA, vendite al dettaglio febbraio -0,4% su mese

    (Teleborsa) – Sono diminuite più delle attese le vendite al dettaglio negli Stati Uniti. Nel mese di febbraio 2023, si è registrato una variazione negativa dello 0,4% su base mensile a 697,9 miliardi di dollari, dopo il +3,2% del mese precedente (dato rivisto da un preliminare di +3%). Il dato comunicato dall’US Census Bureau è peggiore delle attese degli analisti che avevano stimato un decremento dello 0,3%.Su base annua si è registrato un aumento del 5,39% (+7,68% a gennaio 2023).Il dato “core”, ossia le vendite al dettaglio escluse le auto, registra un -0,1% su base mensile dopo il +2,4% di gennaio e rispetto al -0,1% del consensus. LEGGI TUTTO

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    USA, prezzi alla produzione febbraio -0,1% mese +4,6% anno

    (Teleborsa) – Giungono dati positivi dai prezzi alla produzione USA nel mese di febbraio 2023. Secondo il Dipartimento del Lavoro americano (BLS), i prezzi alla produzione sono diminuiti dello 0,1% su mese rispetto al +0,3% del mese precedente (dato rivisto da un preliminare di +0,7%) e inferiore al consensus (+0,3%).Su base annua i prezzi hanno registrato un incremento del 4,6%, un valore inferiore al consensus (+5,4%), rispetto al +5,7% del mese precedente (dato rivisto da un preliminare di +6%).I prezzi dei beni e servizi “core”, ovvero l’indice depurato dalle componenti più volatili quali il settore alimentare e quello dell’energia, segnano un +0% su mese (+0,1% il mese precedente) risetto al +0,4% atteso, mentre su anno registrano un +4,4% dopo il +5,4% precedente (+5,2% atteso).(Foto: Foto di Clayton Cardinalli su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Cina, produzione industriale sale meno delle attese. Vendite dettaglio in linea

    (Teleborsa) – Segnali misti giungono da alcuni importanti dati macro cinesi pubblicati stamattina, che indicano una crescita inferiore alle attese della produzione industriale e risultati in linea con le aspettative per le vendite al dettaglio e il tasso di disoccupazioneSecondo i dati del Bureau of Statistics cinese, la produzione industriale è cresciuta del 2,4% su base annua a febbraio 2023, più del mese precedente (+1,3%) e meno del consensus (+2,6%). Crescono sotto le attese anche gli investimenti delle imprese, che segnano un +5,5%, contro il +4,4% atteso, rispetto al +5,1% del mese precedente.Centrano invece le le aspettative le vendite al dettaglio. I consumi, infatti, registrano sempre a febbraio un incremento del 3,5% su base annua dopo il -1,8% rilevato a gennaio. Le stime del mercato erano per una crescita del 3,5%. Dall’inizio dell’anno, il dato è salito del 3,55%.Il tasso di disoccupazione infine è salito al 5,6% di febbraio dal 5,5% precedente. LEGGI TUTTO

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    Bonus edilizi, Corte Conti: risorse ingenti per un impatto ridotto, va rimodulato il sistema

    (Teleborsa) – Nel periodo che va dal 2021 ai primi due mesi del 2023, ammontano a complessivi 135 miliardi di euro i crediti fiscali legati ai bonus edilizi di cui 75 miliardi accertati dall’Enea per il Superbonus e almeno 60 miliardi di altri incentivi (Ecobonus, Sisma, Facciate, Ristrutturazioni). È quanto ha riferito la Corte dei Conti nel corso dell’audizione in Commissione finanze al Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli strumenti di incentivazione fiscale, con particolare riferimento ai crediti d’imposta. “Si tratta di un ammontare indicativo ma estremamente ingente – hanno spiegato i magistrati contabili – più del doppio della quota di sovvenzioni del PNRR, che ha esaurito la capienza delle imprese che effettuavano i lavori e ha messo sotto pressione, già nell’autunno del 2022, i ‘cassetti fiscali’ delle imprese finanziarie che potevano essere i cessionari privilegiati di questi crediti di imposta”. Le “ingenti” risorse destinate all’efficienza energetica con il Superbonus hanno fino ad ora permesso di intervenire su meno di 400 mila immobili, “una quota notevolmente ridotta rispetto ai 57 milioni di unità immobiliari e ai circa 20 milioni di abitazioni principali esistenti nel nostro Paese”. Va inoltre considerato l’impatto sui conti pubblici. Il solo Superbonus, a fronte di stime di spesa pari a 33 miliardi, risultanti dalle relazioni tecniche degli ultimi interventi normativi, ha comportato in realtà un onere per l’erario al momento valutato in oltre 75 miliardi. “Nel caso di bonus così innovativi – ha affermato la Corte dei Conti – sarebbe stato certamente consigliabile introdurre dei limiti di stanziamento, raggiunti i quali si sarebbe potuta avviare una approfondita riflessione sull’efficacia dell’incentivazione e, quindi, sulla sostenibilità finanziaria della misura. Inoltre, le risorse impegnate non sembrano essere state sufficientemente focalizzate, né con riferimento ai soggetti fragili e realmente bisognosi dello stimolo, né agli obiettivi di efficienza energetica di lungo periodo, che richiederanno interventi continuativi nei prossimi anni”. Secondo la Corte, quindi “occorre da un lato semplificare il sistema e dall’altro effettuare scelte sui settori di impiego delle risorse ritenuti prioritari, selezionando gli interventi in coerenza con gli obiettivi di interesse generale in un’ottica di lungo periodo, e modulando l’intensità dell’aiuto in relazione a obiettivi specifici”. LEGGI TUTTO

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    Apollo acquista Univar Solutions per 8,1 miliardi di dollari

    (Teleborsa) – Apollo Global Management, colosso statunitense del private equity, ha stipulato un accordo definitivo per acquisire Univar Solutions, distributore globale di ingredienti, soluzioni e prodotti chimici speciali, in una transazione interamente in contanti che valuta la società circa 8,1 miliardi di dollari. La transazione include un investimento di minoranza dell’Abu Dhabi Investment Authority (ADIA).L’accordo prevede che gli azionisti di Univar Solutions riceveranno 36,15 dollari per azione in contanti, che rappresenta un premio del 20,6% rispetto al prezzo di chiusura delle azioni il 22 novembre 2022. Il corrispettivo rappresenta anche un premio del 33,6% rispetto alla media ponderata per i 30 giorni di negoziazione precedenti.”Negli ultimi tre anni, abbiamo trasformato l’azienda, mettendo il cliente al centro di tutto ciò che facciamo, il che ha consolidato la nostra posizione di leader nel servizio a valore aggiunto e fornitore di soluzioni – ha commentato David Jukes, CEO di Univar Solutions – Questa transazione riflette il successo della nostra strategia e offre un valore sostanziale ai nostri azionisti”.(Foto: by Samson Creative on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    OPA Net Insurance, adesioni oltre il 48%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) volontaria totalitaria promossa da Net Holding (che fa capo a Poste Vita) sulle azioni ordinarie di Net Insurance, compagnia assicurativa quotata su Euronext STAR Milan, risulta che oggi, 14 marzo 2023, sono state presentate 440.965 richieste di adesione.Pertanto, complessivamente le richieste di adesioni sono a quota 8.809.527, pari al 48,63308% dell’offerta e al 44,96916% sulle eventuali massime 19.590.153 azioni oggetto di offerta. Il secondo dato tiene conto dell’integrale esercizio dei warrant.L’offerta è iniziata il 27 febbraio 2023 e terminerà il 6 aprile 2023. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Net Insurance acquistate sul mercato nei giorni 5 e 6 aprile 2023 non potranno essere apportate in adesione all’offerta.(Foto: by rawpixel on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Open Fiber, ricavi 2022 salgono a 470 milioni. Accelera su Aree Bianche

    (Teleborsa) – Open Fiber, primario operatore del mercato della fibra ottica italiano, ha chiuso il 2022 con ricavi pari a 470 milioni di euro, in aumento del 24% rispetto al 2021, e un EBITDA in crescita del 18% a 179 milioni, con una marginalità che si attesta al 38% pur scontando i costi per la partecipazione alla gara per il PNRR e l’avvio delle attività di costruzione negli 8 lotti aggiudicati nell’ambito del Piano Italia 1 Giga in 3.881 comuni. Il risultato netto è pari a circa -162 milioni di euro (circa -210 milioni del 2021). La posizione finanziaria netta ammonta a -4,6 miliardi di euro, di cui circa 660 milioni di prestiti soci, mentre gli investimenti effettuati nell’anno di riferimento sono oltre 1,5 miliardi di euro.Open Fiber ha raggiunto al 31 dicembre con la rete a banda ultra larga una copertura di 15,5 milioni di unità immobiliari (di cui 13 milioni in FTTH e 2,5 milioni in FWA) confermandosi operatore di rete in fibra ottica FTTH leader in Italia e tra i primi a livello europeo. Inoltre, con 6,2 miliardi di euro già impiegati su un piano complessivo da oltre 15 miliardi, Open Fiber è tra le aziende leader in Italia per ammontare di risorse investite nel Paese.”In un contesto globale complesso, caratterizzato da inflazione e grave carenza di manodopera, grazie al sostegno dei soci e del sistema finanziario – anche internazionale – stiamo portando avanti un progetto ambizioso, che si è ampliato con la partecipazione al Piano Italia 1 Giga”, ha commentato l’AD Mario Rossetti.Il piano di sviluppo della rete ha visto nel 2022 una decisa accelerazione, in particolare sulle Aree Bianche dove si sono concentrati i maggiori sforzi: con circa 20 mila chilometri incrementali di rete costruita rispetto al 31 dicembre 2021, è stato realizzato oltre il 50% di quanto fatto sin dall’inizio del piano, per un totale di oltre 57 mila km sui circa 88 mila km complessivi del progetto.”Siamo fortemente impegnati nel completare la copertura di tutto il Paese con la rete a banda ultra larga, dando priorità alle Aree Bianche dove il gap digitale si sconta maggiormente: grazie all’accelerazione impressa lo scorso anno, il 2023 sarà l’anno decisivo ai fini del completamento del Piano Bul nel 2024 – ha aggiunto – Con questi obiettivi abbiamo già investito oltre 6 miliardi, e continuiamo a farlo, per costruire il futuro digitale del Paese”. LEGGI TUTTO