Marzo 2023

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    Transizione energetica, Assocostieri: “Incentivare biogas e bioGNL e sostenere fonti di produzione dell'idrogeno”

    (Teleborsa) – Le infrastrutture di stoccaggio e distribuzione del GNL sono fondamentali al fine di sviluppare un sistema sostenibile di trasporto marittimo e stradale. Secondo Assocostieri, è necessario, pertanto, dare ampia applicazione al sistema delle Garanzie di Origine, contribuendo ad aumentare la domanda biogas e di BioGNL e di conseguenza a svilupparne la produzione. Per l’Associazione, è importante che tale sistema includa anche quelle infrastrutture che non sono interconnesse alla rete di trasporto del gas naturale, nonché gli impianti che permettono la liquefazione fisica o virtuale situati anche in luoghi diversi dai siti di produzione che ricevono il gas tramite la rete, compresi i distributori di gas allo stato liquido o gassoso per i trasporti, anche ad uso privato, conformemente a quanto previsto nel Decreto ministeriale biometano del 15 settembre 2022.In previsione delle nuove disposizioni europee di revisione dell’EU ETS, che al 2024 estenderà il meccanismo di scambio delle quote di emissione ai trasporti marittimi e al 2027 prevederà uno schema ETS parallelo (cosiddetto ETS 2) per i trasporti stradali e gli edifici, è importante – sottolinea Assocostieri in una nota – valorizzare l’utilizzo delle Garanzie di Origine emesse per la produzione di biometano nell’ambito di tale sistema.Inoltre, “nella fase di avvio della filiera dell’idrogeno rinnovabile – sottolinea Dario Soria, direttore generale dell’Associazione – sarebbe utile includere tutte le forme di produzione, senza trascurare quelle ormai consolidate”. Lo stesso discorso vale anche per l’elettrico e il termico: sarebbe limitante includere nel sistema di scambio delle quote di emissione solamente le GO ricavate da gas rinnovabili da biomassa. LEGGI TUTTO

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    First Republic in rosso, pesa nuovo declassamento

    (Teleborsa) – Ribasso per First Republic Bank, che tratta in perdita del 14,47% sui valori precedenti, penalizzata da un nuovo declassamento. Per la seconda volta in pochi giorni, l’agenzia S&P Global ha tagliato il rating portandolo a “B+” da “BB+”, mantenendo l’outlook a “Creditwatch Negative”. La decisione, presa ieri, arriva dopo che mercoledì S&P aveva declassato il rating della banca a “BB+” da “A-“.Nello spiegare le ragioni dell’azione, S&P ha affermato che il rating di First Republic “rimane in CreditWatch negativo, indicando che potremmo abbassare ulteriormente il rating se la banca non fosse in grado di dimostrare progressi nella stabilizzazione dei depositi e nel recupero del valore del franchise che, a nostro avviso, sono stati probabilmente erosi”. L’andamento di First Republic Bank nella settimana, rispetto all’S&P-500, rileva una minore forza relativa del titolo, che potrebbe diventare preda dei venditori pronti ad approfittare di potenziali debolezze.Analizzando lo scenario di First Republic Bank si evidenzia un ampliamento della fase ribassista al test del supporto 17,93 USD. Prima resistenza a 21,52. Le attese sono per un prolungamento della linea negativa verso nuovi minimi a 16,17. LEGGI TUTTO

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    Piquadro, comunicazioni sul buy-back

    (Teleborsa) – In relazione al programma di acquisto di azioni proprie, Piquadro ha reso noto di aver acquistato, tra il 13 e il 17 marzo 2023, complessivamente 16.127 azioni proprie al prezzo medio di 1,6964 euro, per un controvalore pari a 27.357,38 euro, nell’ambito dell’autorizzazione deliberata dall’Assemblea degli azionisti il 25 luglio 2022.A seguito degli acquisti comunicati, considerando le azioni proprie già in portafoglio, al 17 marzo il produttore italiano di pelletteria detiene 1.882.127 azioni proprie pari al 3,7643% del capitale sociale.Intanto, sul listino milanese, Piquadro amplia il margine di guadagno rispetto ai valori della vigilia e si attesta a 1,745 euro. LEGGI TUTTO

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    PNRR, Gentiloni: da Bruxelles nessuna rigidità

    (Teleborsa) – Nell’area euro il prossimo anno l’inflazione dovrebbe attenuarsi al 2,6-2,7% “ma abbiamo visto queste previsioni un po’ fragili negli ultimi due anni, non sempre ci abbiamo azzeccato. L’inflazione scenderà ma sappiamo che l’inflazione di fondo (ossia, al netto di energia e alimentari, ndr) è più resistente. Il punto è come riuscire ad affrontare questa fase senza uccidere le nostre economie”. LEGGI TUTTO

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    Covid: stabili contagi (-1%), decessi (-1,9%) e terapie intensive (0%). Scendono i ricoveri

    (Teleborsa) – Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 10-16 marzo 2023, rispetto alla precedente, una sostanziale stabilità dei nuovi casi (23.732 vs 23.963), dei decessi (212 vs 216), delle terapie intensive (104 vs 104) e delle persone in isolamento domiciliare (139.157 vs 141.005). In calo i ricoveri con sintomi (2.727 vs 2.962). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni: Decessi: 212 (-1,9%); Terapia intensiva: 0 (0%); Ricoverati con sintomi: -235 (-7,9%); Isolamento domiciliare: -1.848 (-1,3%); Nuovi casi: 23.732 (-1%).Nuovi casi – “Dopo la discesa delle ultime due settimane – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE – sono sostanzialmente stabili (-1%) i nuovi casi settimanali, che rimangono comunque ampiamente sottostimati. Dai 23,9 mila nella settimana precedente si attestano a quota 23,7 mila, con una media mobile a 7 giorni di 3.387 casi al giorno”. I nuovi casi aumentano in 10 Regioni: dal +1,2% della Toscana al +33,8% della Basilicata. In calo le restanti 10 Regioni: dal -4% del Piemonte al -25,8% della Valle d’Aosta; mentre è stabile la Puglia con una variazione dello 0% . In 61 Province si registra un aumento dei nuovi casi: dal +0,1% di Treviso al +76,9% di Lodi. Nelle restanti 44 Province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -0,6% di Brescia al -43,2% di Reggio Calabria); stabili le province di Fermo e Verona con una variazione dello 0%.Testing – Si registra un calo del numero dei tamponi totali (-5,3%): da 477.908 della settimana 3-9 marzo a 452.747 della settimana 10-16 marzo. In particolare i tamponi rapidi sono diminuiti del 3,9% (-14.310), mentre quelli molecolari del 10,2% (-10.851). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività aumenta dal 4,3% al 4,6% per i tamponi molecolari e dal 5,1% al 5,4% per gli antigenici rapidi.Ospedalizzazioni – “Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione GIMBE – prosegue il calo dei ricoveri in area medica (-7,9%) mentre sono stabili quelli in terapia intensiva (0%)”. In termini assoluti, i posti letto COVID occupati in area critica, raggiunto il massimo di 148 il 28 febbraio, restano fermi a quota 104 il 16 marzo; in area medica, raggiunto il massimo di 3.331 il 23 febbraio, sono scesi a 2.727 il 16 marzo. Al 16 marzo il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 4,3% in area medica (dall’1,8% della Basilicata al 10,1% dell’Umbria) e dell’1% in area critica (dallo 0% di Basilicata, Marche, Provincia Autonoma di Bolzano e Valle d’Aosta al 2,8% dell’Emilia Romagna). “Stabili gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 11 ingressi/die rispetto ai 12 della settimana precedente”.Decessi – Sostanzialmente stabili i decessi (-1,9%): 212 negli ultimi 7 giorni, con una media di 30 al giorno rispetto ai 31 della settimana precedente.Vaccini: persone non vaccinate – Al 17 marzo (aggiornamento ore 06.18) sono 8,61 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui: 8,31 milioni attualmente vaccinabili, pari al 14% della platea (dall’11,2% della Toscana al 26,4% della Provincia Autonoma di Trento); 0,30 milioni temporaneamente protette in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni, pari allo 0,5% della platea (dallo 0,2% della Sicilia all’1% del Friuli Venezia Giulia).Vaccini: terza dose – Al 17 marzo (aggiornamento ore 06.18) sono 8,51 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster, di cui:7,73 milioni possono riceverla subito, pari al 15,8% della platea (dall’11,8% del Piemonte al 22,5% della Sicilia);0,78 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari all’1,6% della platea (dallo 0,4% della Valle D’Aosta al 3,1% del Veneto).Vaccini: quarta dose – La platea per il secondo richiamo (quarta dose), aggiornata al 17 settembre 2022, è di 19,1 milioni di persone: di queste, 12,2 milioni possono riceverlo subito, un milione non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni e 6 milioni l’hanno già ricevuto. Al 17 marzo (aggiornamento ore 06.18) sono state somministrate 5.984.294 quarte dosi, con una media mobile di 876 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 961 della scorsa settimana (-8,8%). In base alla platea ufficiale (n. 19.119.772 di cui 13.060.462 over 60, 3.990.080 fragili e immunocompromessi, 1.748.256 di personale sanitario e 320.974 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 31,3%, ovvero sono scoperte più di due persone su tre, con nette differenze regionali: dal 14% della Calabria al 45,3% del Piemonte.Vaccini: quinta dose – La platea per il terzo richiamo (quinta dose), aggiornata al 20 gennaio 2023, è di 3,1 milioni di persone: di queste, 2,4 milioni possono riceverlo subito, 0,2 milioni non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni e 0,5 milioni l’hanno già ricevuto. Dopo cinque mesi dall’avvio della campagna, al 17 marzo (aggiornamento ore 06.18) sono state somministrate 495.567 quinte dosi, con una media mobile di 746 somministrazioni al giorno, in aumento rispetto alle 735 della scorsa settimana (+1,5%). In base alla platea ufficiale (n. 3.146.516 di cui 2.298.047 over 60, 731.224 fragili e immunocompromessi, 117.245 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), il tasso di copertura nazionale per le quinte dosi è del 15,7% con nette differenze regionali: dal 6% della Campania al 29,9% del Piemonte .”In considerazione della progressiva riduzione della circolazione virale da dicembre 2022, dell’impatto sempre minore su ospedalizzazioni e decessi, del sostanziale immobilismo della campagna vaccinale sui richiami e dell’assenza di nuove varianti di preoccupazione – conclude Cartabellotta – la Fondazione GIMBE dopo 3 anni sospende il report settimanale relativo al monitoraggio indipendente della pandemia COVID-19 e della campagna vaccinale. Confidando di avere reso un servizio utile al Paese, continueremo ad aggiornare i dati della pandemia e della campagna vaccinale sul nostro sito web”. LEGGI TUTTO

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    Garofalo Health Care, operatività sullo share buy-back

    (Teleborsa) – Garofalo Health Care, con riferimento al programma di acquisto di azioni ordinarie proprie autorizzato dall’Assemblea degli Azionisti del 29 aprile 2022, ha comunicato che, dal 13 al 17 marzo 2023, ha acquistato 18.430 azioni GHC pari allo 0,02% del capitale sociale, al prezzo medio di 3,7340 euro per azione, per un controvalore complessivo pari a 68.817,16 euro.A seguito degli acquisti appena comunicati, la società attiva nel settore della sanità privata accreditata detiene 1.402.260 azioni ordinarie proprie, pari all’1,55% del capitale sociale.Nel frattempo, a Milano, giornata poco mossa rispetto alla chiusura precedente per Garofalo Health Care che si posiziona a 3,735 euro. LEGGI TUTTO

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    Credit Suisse, BoE: Regno Unito ha chiara gerarchia dei creditori

    (Teleborsa) – Il Regno Unito ha una chiara gerarchia in base al quale gli azionisti e i creditori delle banche fallite sopportano le perdite. Lo afferma la Banca d’Inghilterra che, in una nota chiarisce l’ordine in cui azionisti e creditori dovrebbero sostenere le perdite in un caso di risoluzione o insolvenza bancaria. La Bank of England (BoE) è intervenuta dopo che anche i regolatori finanziari europei hanno espresso preoccupazione per il modo in cui le autorità svizzere hanno azzerato il debito Tier 1 di Credit Suisse. Gli strumenti obbligazionari Additional Tier 1 (AT1) si collocano prima del capitale di base (Common Equity Tier 1) e dopo altri, tra cui gli strumenti di capitale ibrido (Tier 2). “I detentori di tali strumenti – ha sottolineato la BoE – dovrebbero aspettarsi di essere esposti a perdite in caso di risoluzione o insolvenza nell’ordine della loro posizione in questa gerarchia”. La Banca “accoglie con favore” l’ampia serie di azioni intraprese ieri dalle autorità svizzere al fine di garantire la stabilità finanziaria. Il sistema bancario del Regno Unito è ben capitalizzato e finanziato e rimane sano e salvo.In una serie di comunicati diffusi subito l’annuncio dell’accordo raggiunto da UBS e Credit Suisse, le maggiori banche centrali del mondo hanno comunicato il loro sostegno per il salvataggio della banca svizzera in difficoltà e hanno sottolineato la forza degli istituti di credito sotto il loro mandato. LEGGI TUTTO

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    Lagarde (BCE): banche dell'eurozona solide, forniremo liquidità se necessario

    (Teleborsa) – “Accolgo con favore l’azione rapida e le decisioni prese dalle autorità svizzere. Tali azioni sono state funzionali al ripristino di ordinate condizioni di mercato e alla stabilità finanziaria”. Lo ha affermato Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea (BCE), nell’introduzione dell’audizione presso la Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo (ECON).”Stiamo monitorando da vicino gli sviluppi del mercato e siamo pronti a rispondere se necessario per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell’area dell’euro – ha spiegato – Il settore bancario dell’area euro è resiliente, con solide posizioni patrimoniali e di liquidità. In ogni caso, il toolkit della BCE è completamente attrezzato per fornire sostegno di liquidità al sistema finanziario dell’area euro, se necessario, e per preservare la corretta trasmissione della politica monetaria”.Analizzando lo stato di salute dell’economia, Lagarde ha osservato che l’attività dell’area euro ha ristagnato nel quarto trimestre del 2022 e che l’elevata inflazione, le incertezze prevalenti e le condizioni di finanziamento più restrittive hanno intaccato i consumi privati e gli investimenti. Gli indicatori delle indagini sull’attività economica sono però costantemente migliorati negli ultimi mesi, in concomitanza con la riduzione dei timori per la carenza di energia e l’aumento dei prezzi. “Questi fattori, insieme al continuo sostegno fornito dalla politica fiscale e alla continua resilienza del mercato del lavoro, dovrebbero sostenere una ripresa nei prossimi trimestri”, ha commentato.Sul fronte dell’inflazione, scesa dal picco dello scorso ottobre, ha osservato che le pressioni sui salari si sono rafforzate sulla scia di mercati del lavoro robusti, che mirano a recuperare parte del potere d’acquisto che hanno perso a causa dell’elevata inflazione. Inoltre, “molte aziende sono state in grado di aumentare i propri margini di profitto in settori caratterizzati da un’offerta limitata e da una domanda in ripresa”. Infine, lo shock dei prezzi dell’energia “implica un duro colpo per l’economia interna, che dovrebbe essere assorbito sia dalle imprese che dai lavoratori per evitare che si trasformi in una spirale di aggiustamenti al rialzo dei prezzi e dei salari”.Siccome “l’inflazione rimarrà troppo elevata per troppo tempo”, la scorsa settimana il Consiglio direttivo ha deciso di aumentare di 50 punti base i tre principali tassi di interesse della BCE. “L’elevato livello di incertezza rafforza l’importanza di un approccio dipendente dai dati per le nostre decisioni sui tassi ufficiali, che saranno determinate dalla nostra valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, della dinamica dell’inflazione sottostante e della forza della trasmissione della politica monetaria”, ha ribadito oggi Lagarde. LEGGI TUTTO