Marzo 2023

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    Alitalia, Bruxelles giudica illegale aiuto di Stato erogato nel 2019

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha giudicato illegale, in base alle norme europee sugli aiuti di Stato, il prestito di 400 milioni di euro concesso nel 2019 ad Alitalia ed alla sua controllata al 100% Alitalia CityLiner. E questo perché Bruxelles ha valutato che il governo italiano, nel concedere il prestito in questione, non si è comportato come avrebbe fatto un operatore privato, valutando cioè la probabilità di rimborso del prestito e degli interessi, ma avrebbe mirato esclusivamente a garantire la continuità del servizio dei voli nazionali e internazionali della compagnia Nel maggio 2017 la compagnia aerea italiana era stata posta sotto procedura concorsuale speciale, ai sensi del diritto fallimentare italiano, ed aveva continuato ad operare come compagnia aerea. Al fine di mantenere operativa Alitalia, nel 2017 e nel 2019, il governo italiano aveva concesso due prestiti, rispettivamente per un importo di 900 milioni di euro e 400 milioni di euro, che non sono mai stati rimborsati.Nel 2018 e poi ancora nel 2020, la Commissione aveva avviato un’indagine formale, per stabilire se i due prestiti concessi rispettivamente nel 2017 e nel 2019 fossero conformi alle norme UE sugli aiuti di Stato. Nel settembre 2021 la Commissione aveva concluso che i prestiti di Stato da 900 milioni di euro del 2017 erano illegali ed ora ha deciso che anche il prestito di 400 milioni del 2019 è illegale e questo perché il prestito non può neanche essere considerato un aiuto di salvataggio mancando la caratteristica di “una tantum” prevista dagli orientamenti per il salvataggio e la ristrutturazione.Su questa base, oggi la Commissione ha concluso che nessun investitore privato avrebbe concesso all’epoca il prestito alla compagnia e che il prestito ha conferito ad Alitalia un ingiusto vantaggio economico rispetto ai suoi concorrenti sulle rotte nazionali, europee e mondiali, costituendo un aiuto di Stato incompatibile con la normativa europea. L’Italia deve ora recuperare da Alitalia l’aiuto di Stato illegittimo pari a 400 milioni di euro più interessi. La Commissione aveva già rilevato, nel settembre 2021, che ITA Airways, che aveva acquisito parte degli asset di Alitalia nel 2021, non è il successore economico di Alitalia e che pertanto non è tenuta a rimborsare l’aiuto di Stato illegale ricevuto da Alitalia.Il Ministro dlel’Economia Giancarlo Giorgetti ha definito le conclusioni della Commissione europea “attese e ampiamente previste” ed ha affermato che l’esclusione di Ita Airways “è la dimostrazione che siamo nel giusto e continueremo su questa strada”. La decisione è stata accolta con accenti polemici da Assoutenti, che ha sottolineato i salvataggi sono già costati 13,4 miliardi di euro della collettività, pari a circa 519 euro a famiglia 224 euro a cittadino residente, neonati compresi. LEGGI TUTTO

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    ArtWeek 2023, Banca Generali per il quinto anno al fianco del Comune di Milano

    (Teleborsa) – Banca Generali al fianco dell’arte contemporanea nella promozione di Milano ArtWeek 2023 e nella crescita del progetto BG ArTalent dedicato agli artisti italiani piu` interessanti nel panorama mondiale. Per il quinto anno consecutivo la Banca private sara` main sponsor della kermesse in programma dall’11 al 16 aprile, organizzata dal Comune di Milano, con l’apertura gratuita per tutta la giornata di sabato 15 aprile del Museo del Novecento. Inoltre l’ArtWeek sara` l’occasione per far conoscere le nuove acquisizioni della propria collezione racchiusa nel progetto BG ArTalent con la mostra nella sede di Piazza S. Alessandro 4. “Siamo felici di tornare al fianco del Comune di Milano in quella che consideriamo una delle iniziative piu` importanti per la promozione dell’arte al grande pubblico nel nostro Paese. Milano ArtWeek e` una straordinaria vetrina che anticipa MiArt portando lo sguardo non solo degli operatori ma di tutti gli appassionati d’arte sulla nostra citta` e per questo siamo onorati di supportarne la diffusione e la comunicazione – dichiara Marco Bernardi, vice direttore generale di Banca Generali –. Da realta` vicina all’innovazione e allo scambio culturale nell’arte, la banca presenta la propria collezione, racchiusa nel progetto BG ArTalent, che oggi conta su opere originali molto interessanti di sette artisti riconosciuti a livello internazionale che contribuiscono a portare la bandiera del genio italiano nel mondo”.Giunta alla sua settima edizione, la Milano ArtWeek 2023 si caratterizza per un fitto programma di mostre, retrospettive, installazioni e performance sia fisiche che digitali che coinvolgeranno l’intera citta` per una settimana. Le nuove opere della collezione d’arte di Banca Generali – Le opere che entrano a far parte della collezione della Banca, esposte durante la settimana di ArtWeek nella sede di P.za S. Alessandro 4 (visite su prenotazione da martedi` al venerdi` dalle 8:30 alle 18.00 scrivendo a [email protected]), sono state selezionate, in continuita` con le precedenti edizioni del progetto Bg ArTalent, da Vincenzo De Bellis, direttore, Fiere e piattaforme espositive Art Basel, e realizzate dagli artisti Patrizio Di Massimo e Alessandro Pessoli. Il primo vive a Londra da anni e rappresenta un nome sempre piu` riconosciuto a livello internazionale, complici le numerose mostre nel mondo. L’Autoritratto acquistato da Banca Generali vede l’artista assopito tra lenzuola di color verde in compagnia solo di un personaggio elettivo: appoggiato sulle coperte c’e` infatti il libro “I paint what I want to see” del pittore statunitense Philip Guston”. Direttamente da Los Angeles provengono invece le opere di Alessandro Pessoli che rappresentano un dittico che fonda in se´ cultura pop e immaginario contemporaneo con riferimenti alla storia dell’arte e alla tradizione italiana. Figure eccentriche che si rifanno al mondo della fantascienza, del fumetto, del cinema e del teatro. BG ArTalent mira a supportare l’arte italiana e a valorizzare il talento nelle sue varie espressioni. In questo contesto si inserisce il recente acquisto delle opere di Pessoli e Di Massimo, esposte presso la sede di piazza Sant’Alessandro, insieme a quelle degli artisti selezionati nelle precedenti edizioni di BG ArTalent (Francesco Arena, Rosa Barba, Enrico David, Lara Favaretto e Linda Fregni Nagler). Museo del Novecento – ingresso gratuito sabato 15 aprile – Per avvicinare il grande pubblico ai capolavori dell’arte contemporanea italiana, Banca Generali e il Comune di Milano aprono in via straordinaria per il quinto anno consecutivo le porte del Museo del Novecento di Piazza del Duomo 8. Nella giornata di sabato 15 aprile, il biglietto sara` simbolicamente offerto dalla Banca del leone cosi` da consentire a tutti l’ingresso gratuito agli spazi del piu` importante museo cittadino d’arte contemporanea. All’entrata del Museo, tutti i visitatori riceveranno in omaggio un leafleat sull’educazione finanziaria sviluppato da Banca Generali, nell’ambito dei propri programmi sociali. E sempre sabato 15 aprile alle ore 10.30, il Museo ospitera` una tavola rotonda organizzata da Banca Generali, con la presenza di Vincenzo De Bellis, Gianfranco Maraniello (Direttore del Museo del Novecento) e Nicola Ricciardi (Direttore Artistico miart) sul tema “Il valore dell’arte”. L’incontro sara` moderato da Maria Ameli, Head of Corporate, Real Estate, Art Advisory della banca private. LEGGI TUTTO

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    CRIF-Unifi: il 64% delle imprese garantite dai Confidi ha margini di miglioramento nell'ESG

    (Teleborsa) – Il 64% delle imprese finanziate o garantite da Confidi si trova nella situazione di dover fare investimenti per migliorare la propria valutazione ESG. L’analisi dei fattori ESG sta assumendo sempre più attenzione all’interno dei processi di gestione del rischio tra gli intermediari finanziari in un contesto in cui anche le imprese stanno acquisendo crescente consapevolezza sul fatto che migliorare le dimensioni ESG sia fondamentale e rappresenti un importante elemento di supporto nel rapporto con le stesse istituzioni finanziarie. Questa è la principale evidenza emersa da una ricerca CRIF condotta in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze, che ha approfondito per la prima volta le istanze ESG nel mondo dei Confidi con l’applicazione dello score ESG di CRIF sulle imprese garantite.”L’obiettivo della ricerca – spiega Lorenzo Gai, ordinario di Economia degli intermediari finanziari dell’Università degli Studi di Firenze – è stato quello di analizzare le differenze nella popolazione di imprese nel portafoglio di quasi 100 Confidi italiani, vigilati e non, in termini di fattori ESG. I risultati forniscono una chiave di lettura sintetica, frutto di diversi livelli di aggregazione dei dati, ma al tempo efficace e utile ai Confidi. Disporre di un sistema di score ESG delle imprese socie rappresenta infatti per i Confidi un importante strumento di controllo e presidio sia nella fase di concessione delle garanzie/finanziamenti diretti sia in quella di monitoraggio dell’esposizione del proprio portafoglio a tale tipologia di rischi”.”Lo score ESG – commenta Simone Capecchi, executive director di CRIF – non è solo un termometro del livello di adeguatezza verso la sostenibilità di un’impresa ma una bussola. Una volta individuate le aree di miglioramento delle imprese socie in ambito sostenibilità, i Confidi possono fornire un servizio di consulenza ad elevato valore aggiunto a loro favore, in una logica simile a quella del rating creditizio. Con l’obiettivo di evidenziare i singoli gap, simulare gli impatti di un miglioramento dello score ESG e accompagnare gli associati nella transizione con la proposta di prodotti di credito/garanzia dedicati, anche integrati con i bandi PNRR”.A livello di settore e area geografica i valori medi dello Score ESG di CRIF mostrano una non marginale dispersione (minimo 2,27 e massimo 4,38). I migliori valori medi dello Score ESG si collocano tra le imprese del settore Servizi (2,55) e del Nord Ovest (2,58) mentre quelli peggiori tra le imprese del settore Primario (4,01) e in quelle del Sud e Isole (3,39).Appare interessante osservare i gap delle imprese a livello di settore e zona geografica per singolo fattore ESG. Nello specifico della dimensione Environmental: nel Primario e nel Commercio vi sono gap per quanto concerne il Factor Emission (esposizione al rischio fisico ed emissioni) e l’Environmental hazards (esposizione al rischio fisico); nell’Industria vi è un gap per quanto concerne il Factor Emission; nelle Costruzioni vi è un gap per quanto concerne la Waste Production (gestione dei rifiuti); il settore dei servizi risulta quello con la migliore valutazione ambientale complessiva. A livello di fattori Social, il gap più critico è rappresentato dall’Employee Relationship (attenzione al dipendente o benessere dei dipendenti) del settore Primario e – in misura minore – dei settori Costruzioni e Servizi. In particolare per il settore Primario il gap è presente in quasi tutte le zone geografiche. Sul fronte della Governance, gli elementi di debolezza si ravvisano nella Strategy (attenzione alle strategie per la sostenibilità) per il settore Primario e nell’ambito della Ethical considerations (attenzione ai temi etici) per tutti gli altri settori.La ricerca CRIF-Unifi ha indagato inoltre in maniera specifica il rischio fisico (rischio di impatti finanziari derivanti dai cambiamenti climatici) su cui si è recentemente focalizzata l’aspettativa di vigilanza di Banca d’Italia in materia di ESG. Dall’analisi emerge un risultato molto elevato nel Nord Est e nel Sud e Isole, principalmente espressione del settore Primario e, in misura minore, e del Commercio.”Nonostante l’estrema attualità e rilevanza, si ha la percezione che nel mondo dei Confidi il tema ESG – aggiunge Gai – non sia ancora pienamente sviluppato in tutte le sue componenti e potenzialità, in particolare per quanto attiene alle ricadute sulle PMI. Anche se alcuni Confidi risultano essere più virtuosi, sono presenti gap più o meno accentuati come il ridotto numero di figure interne dedicate, l’assenza/incompletezza di basi dati su cui impostare analisi per campagne marketing e campagne commerciali, lo sviluppo embrionale di metriche di valutazione del rischio ESG e l’assenza di meccanismi per incorporare il rischio/opportunità ESG nel pricing”.”I Confidi dovranno curare anche la propria valutazione ESG, essendo parte attiva del finanziamento in qualità di garanti. Per farlo, i Confidi – conclude Capecchi – dovranno migliorare la valutazione ESG del portafoglio garanzie e affidamenti diretti, intraprendere azioni volte al miglioramento delle componenti ESG evidenziandole nei bilanci e acquisire certificazioni ambientali. Senza dimenticare che sarà fondamentale porre attenzione alla valutazione del rischio fisico all’interno dello score ESG, poiché una volta che si identifica e misura un rischio operativo di una impresa socia il passaggio successivo potrà essere la determinazione di maggiori accantonamenti per tutelarsi dal rischio stesso”. LEGGI TUTTO

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    Creactives, si allarga la perdita semestrale. ARR in netta crescita

    (Teleborsa) – Creactives Group, società quotata sul Segmento Professionale di Euronext Growth Milan (EGM) che sviluppa tecnologie di Intelligenza Artificiale per il mondo della Supply Chain, ha registrato un valore della produzione pari a 2,88 milioni euro nella semestrale al 31 dicembre 2022, con un aumento del 17% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. I ricavi ricorrenti (ARR, Annual Recurring Revenues) sono saliti a 4,39 milioni euro, con un aumento del 42% rispetto al 31/12/2021 e del 19% rispetto al 30/06/2022.L’EBITDA è stato pari a -405 mila euro, rispetto a -219 mila euro. La perdita è stata pari a -1,2 milioni euro, comprensiva di circa 323 mila euro di tasse straordinarie, rispetto a -360 mila euro.”I ricavi ricorrenti sono oggi pari al 63% dei ricavi totali e il fatturato internazionale rappresenta l’88% del giro d’affari complessivo del gruppo, con il 32% delle vendite in Germania, una sorta di unicum per lo scenario tecnologico nostrano – ha commentato il presidente Paolo Gamberoni – Nonostante l’incerto scenario macroeconomico, guardiamo dunque con fiducia al futuro, forti anche della quotazione in Borsa appena conclusa”.(Foto: © Veerasak Piyawatanakul) LEGGI TUTTO

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    Elenco dei professionisti che provvedono a operazioni di vendita, De Lise: “Problemi irrisolti e giovani penalizzati”

    (Teleborsa) – “Elenco dei professionisti che provvedono alle operazioni di vendita: la riforma è nuova, ma i problemi restano i soliti e riguardano soprattutto i giovani professionisti. In alcuni Tribunali, infatti, indipendentemente dall’aver avviato il procedimento di formazione del nuovo Albo, i Giudici Delegati stanno continuando ad attingere, per le nomine dei custodi e professionisti delegati, ai vecchi elenchi; altri invece intendono nominare soltanto i professionisti che hanno svolto dieci incarichi negli ultimi cinque anni”. Lo afferma Matteo De Lise, presidente dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.”Lascia perplessi anche che l’unico Elenco al quale possa fare accesso un professionista è quello della circoscrizione giudiziaria del Tribunale dove ha la propria residenza – evidenzia De Lise –. Un criterio che non garantisce la specializzazione necessaria per gestire la speditezza delle procedure. E intanto, mentre resta l’impasse, una ricca proliferazione di corsi professionalizzanti si sta affermando su internet, con il rischio che i futuri custodi delegati non abbiano l’adeguata abilitazione allo svolgimento dell’attività”.Alessio Saraullo, consigliere nazionale Ungdcec, ricorda come “alla luce della riforma Cartabia la domanda di iscrizione nell’Elenco non va più inoltrata agli Ordini Professionali di appartenenza ma al presidente del Tribunale. Il primo popolamento dell’Albo sarà consentito solo a chi avrà dimostrato di essere in possesso di titoli che provano la specifica competenza tecnica del richiedente: aver svolto nei cinque anni antecedenti non meno di dieci incarichi di professionista delegato alle vendite; essere in possesso del titolo di avvocato specialista in diritto dell’esecuzione forzata; aver partecipato, e superato la prova finale, a scuole o corsi di alta formazione”. L’impasse riguarda proprio la formazione “perché – sottolinea Saraullo – l’elaborazione delle linee guida generali per la definizione dei programmi dei corsi di formazione e di aggiornamento sono demandati alla Scuola Superiore della Magistratura, che, ad oggi tarda alla elaborazione degli stessi. In questo modo si ritarda tutta la procedura di ammissione all’Elenco, che deve essere vagliata da un comitato presieduto dal presidente del Tribunale, un giudice addetto alle esecuzioni immobiliari e un professionista iscritto all’Albo professionale di appartenenza”. LEGGI TUTTO

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    BioNTech aumenta ricerca e sviluppo mentre entrate Covid diminuiscono

    (Teleborsa) – BioNTech, azienda tedesca di biotecnologia e biofarmaceutica che ha sviluppato assieme a Pfizer un vaccino per il Covid-19, ha registrato ricavi totali pari a 4.278,3 milioni di euro nell’ultimo trimestre del 2022, in calo dai 5.532,5 milioni nello stesso periodo del 2021. Per l’intero esercizio, i ricavi totali sono stati pari a 17.310,6 milioni di euro (18.976,7 milioni l’anno prima), a causa del calo della domanda di vaccini COVID-19. L’utile netto è stato di 2.278,7 milioni per i tre mesi chiusi al 31 dicembre 2022 (vs 3.166,2 milioni) e di 9.434,4 milioni di euro nell’intero anno (vs 10.292,5 milioni).La società si aspetta un sensibile calo delle entrate nell’anno in corso, avendo comunicato una guidance sulle entrate del vaccino BioNTech COVID-19 per l’anno finanziario 2023 pari a 5 miliardi di euro.BioNTech intende spendere da 2,4 a 2,6 miliardi di euro in ricerca e sviluppo (R&S) nel 2023, in sensibile aumento rispetto agli 1,54 miliardi di euro dell’anno scorso.”Mentre guardiamo al 2023 e oltre, prevediamo di continuare a investire nella nostra trasformazione, concentrandoci sullo sviluppo di capacità commerciali in oncologia e lavorando per nuovi registrational trials – ha commentato Ugur Sahin, CEO e co-fondatore di BioNTech – Il nostro obiettivo a medio termine è cercare l’approvazione per più prodotti oncologici nelle indicazioni del cancro con un’elevata esigenza medica insoddisfatta”. LEGGI TUTTO

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    Seduta positiva per Milano e le Borse europee, calano timori su banche

    (Teleborsa) – In Europa si scatenano gli acquisti, così come a Piazza Affari che mostra un’ottima performance. Rimane alta l’attenzione sul comparto bancario, che beneficia delle notizie positive in arrivo dagli Stati Uniti: First Citizens Bank ha infatti accettato di acquistare asset della Silicon Valley Bank, la banca californiana che era passata sotto il controllo delle autorità di regolamentazione a seguito di una corsa agli sportelli.Sul fronte della politica monetaria, Luis de Guindos, vicepresidente della Banca centrale europea (BCE), ha affermato che “il periodo dei tassi di interesse negativi è finito, almeno nel medio termine” e che “stiamo attraversando un periodo di altissima incertezza”. Pablo Hernandez de Cos, membro del board BCE, ha detto che “le nostre future decisioni di politica monetaria dipenderanno più che mai dal modo in cui si cristallizzeranno le varie fonti di rischio, comprese quelle viste negli ultimi giorni sui mercati finanziari”.Per quanto riguarda i dati macroeconomici, l’indice IFO ha mostrato che sono migliorate ancora le condizioni economiche in Germania a marzo 2023, mentre la BCE ha affermato che a febbraio è rallentata la crescita dei prestiti alle famiglie e alle imprese non finanziarie.L’Euro / Dollaro USA è sostanzialmente stabile e si ferma su 1,078. Perde terreno l’oro, che scambia a 1.952,4 dollari l’oncia, ritracciando dell’1,28%. Segno più per il petrolio (Light Sweet Crude Oil), in aumento dello 0,99%.Torna a scendere lo spread, attestandosi a +178 punti base, con un calo di 4 punti base, mentre il rendimento del BTP a 10 anni si attesta al 3,97%.Tra i mercati del Vecchio Continente bilancio decisamente positivo per Francoforte, che vanta un progresso dell’1,40%, buona performance per Londra, che cresce dello 0,96%, e sostenuta Parigi, con un discreto guadagno dell’1,22%.Scambi in forte rialzo per la Borsa milanese, con il FTSE MIB, che sta mettendo a segno un guadagno dell’1,61%, spezzando la serie negativa iniziata mercoledì scorso; sulla stessa linea, avanza con forza il FTSE Italia All-Share, che continua gli scambi a 28.458 punti.In frazionale progresso il FTSE Italia Mid Cap (+0,64%); sulla stessa tendenza, poco sopra la parità il FTSE Italia Star (+0,68%).Tra le migliori Blue Chip di Piazza Affari, buoni spunti su Prysmian, che mostra un ampio vantaggio del 3,77%.Ben impostata Iveco, che mostra un incremento del 3,61%.Tonica Terna che evidenzia un bel vantaggio del 3,09%.In luce CNH Industrial, con un ampio progresso del 2,96%.I più forti ribassi, invece, si verificano su Banca MPS, che continua la seduta con -0,67%.Pensosa DiaSorin, con un calo frazionale dello 0,54%.Tra i protagonisti del FTSE MidCap, MARR (+3,47%), Maire Tecnimont (+2,68%), Webuild (+2,42%) e El.En (+1,83%).Le peggiori performance, invece, si registrano su Ariston Holding, che ottiene -1,52%.Tentenna Safilo, con un modesto ribasso dell’1,45%.Giornata fiacca per Mfe A, che segna un calo dell’1,29%.Piccola perdita per Wiit, che scambia con un -1,15%. LEGGI TUTTO

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    Finanza.tech, ricavi 2022 salgono a 3,6 milioni. Margini in calo

    (Teleborsa) – Finanza.tech, società fintech quotata su Euronext Growth Milan, ha chiuso il 2022 con ricavi consolidati pari a 3,59 milioni di euro, in crescita del 13% rispetto al 2021). I ricavi afferiscono per il 57% al servizio di Cessione del Credito di Imposta (2,05 milioni), per il 24% alla service line di Procurement Finanza Indiretta (0,87 milioni), per il 17% dall’attività di Consulenza (0,61 milioni) e per il restante 2% alle altre service line (0,06 milioni).L’EBITDA, pari a 0,30 milioni di euro (1,31 milioni al 31 dicembre 2021), ha subito un decremento per le attività di investimento che il gruppo ha portato avanti nel corso dell’esercizio, con particolare riguardo ai costi operativi. L’EBITDA margin si è assestato al 8,5% (41,2% al 31 dicembre 2021). L’esercizio si chiude con un risultato netto pari a 0,10 milioni di euro (0,47 milioni al 31 dicembre 2021).”Finanza.tech ha dimostrato una buona resilienza rispetto alle congiunture intervenute nel 2022 – ha commentato il CEO Nicola Occhinegro – Nonostante le condizioni di mercato sfavorevoli, sono state portate avanti senza esitazione le attività di investimento: ad un anno dalla quotazione su Euronext Growth Milan, Finanza.tech può vantare un brand solido e riconosciuto a livello nazionale, che ci ha consentito di attrarre talenti e consolidare il nostro team, e infrastrutture tecnologiche in continua evoluzione, grazie alle quali abbiamo ottenuto riconoscimenti importanti, anche a livello internazionale, e sulle quali abbiamo accelerato il processo di evoluzione del nostro modello di business”. “Nei primi mesi di quest’anno stiamo raccogliendo i frutti di questi sforzi, attraverso il perfezionamento di importanti accordi nell’ambito della cessione dei crediti d’imposta e dell’analisi automatizzata del merito creditizio per importanti player di mercato, certi di poter consolidare e accrescere sempre di più i nostri risultati e il nostro posizionamento competitivo”, ha aggiunto.Il gruppo presenta un Indebitamento Finanziario Netto negativo (cassa) per 0,62 milioni di euro (cassa per 3,16 milioni al 31 dicembre 2021), influenzato dalle attività di investimento e dalla provvista finanziaria raccolta in sede di IPO. LEGGI TUTTO