(Teleborsa) – Dopo mesi di lavoro, indiscrezioni e accuse incrociate, l’amministrazione Biden ha annunciato nuovi limiti alla vendita di tecnologia riguardante i semiconduttori alla Cina. Le aziende statunitensi non saranno più autorizzate a fornire chip avanzati, apparecchiature per la produzione di chip e altri prodotti a Pechino a meno che non ricevano una licenza speciale, in una mossa che gli esperti credono rallenterà lo sviluppo scientifico e militare del colosso asiatico.
Le regole si basano su restrizioni già applicate nel corso dell’anno tramite lettere inviate ad aziende specifiche, come , e . A queste era stato chiesto di interrompere le spedizioni di attrezzature alle fabbriche interamente di proprietà cinese impegnate nel campo dei semiconduttori avanzati.
Il pacchetto di restrizioni, che è stato messo a punto dal Dipartimento del Commercio, “è progettato in gran parte per rallentare il progresso dei programmi militari cinesi, che utilizzano il supercalcolo per modellare le esplosioni nucleari, guidare le armi ipersoniche e stabilire reti avanzate per la sorveglianza di dissidenti e minoranze”, ha scritto il New York Times dopo un incontro in cui alti funzionari del governo hanno presentato le misure alla stampa statunitense.
“L’ambiente delle minacce è in continua evoluzione e oggi stiamo aggiornando le nostre politiche per assicurarci di affrontare le sfide poste dalla Repubblica popolare cinese mentre continuiamo la nostra sensibilizzazione e il coordinamento con alleati e partner“, ha affermato Alan Estevez, sottosegretario al commercio per l’industria e la sicurezza.
L’amministrazione Biden non si è infatti limitata ad indirizzare le misure alle aziende americane, ma ha anche imposto ampie restrizioni internazionali che vieteranno alle aziende di qualsiasi parte del mondo di vendere chip utilizzati nell’intelligenza artificiale e nel supercalcolo in Cina, se realizzati con tecnologia, software o macchinari statunitensi.