(Teleborsa) – Il primo trimestre di è stato caratterizzato essenzialmente da due storie. La prima riguarda “il franchise che ha registrato risultati record, grazie a forti performance e un continuo momentum nel business, a testimonianza della forza del core business e dell’impegno delle persone”. Il secondo fatto importante è “la riduzione di di 2 miliardi di euro di esposizione alla Russia, con costi minimi”. Lo ha detto l’amministratore delegato del gruppo bancario italiano, Andrea Orcel, nella call con le agenzie che ha seguito la pubblicazione dei risultati del primo trimestre.
La solidità della banca rimane “best-in-class”, ha detto il CEO, “pur tenendo conto sia della deduzione di 1,6 miliardi di euro per il riacquisto di azioni proprie relativo all’esercizio 2021, che di 0,4 miliardi di euro di dividendi maturati, che della riduzione dell’esposizione alla Russia”. “Il nostro piano sta funzionando e sta funzionando bene, con le modifiche che stiamo implementando – ha aggiunto – E siamo confidenti di poter confermare le restituzioni agli azionisti per l’anno in corso. Dobbiamo essere attenti in un mondo volatile, ma il nostro focus è sull’esecuzione del piano”.
“Non dobbiamo sottovalutare la Russia, ma ciò non deve offuscare la performance raggiunta dal lavoro della nostre persone. È stato un trimestre senza precedenti, ma ha illustrato e sottolineato i valori intrinsechi del nostro business e che il piano di dicembre è giusto e possiamo realizzarlo”, ha puntualizzato.
A una domanda su quale sia il futuro del gruppo in Russia, ha risposto: “Dobbiamo guardare alla sostanza e non parole e segnali. L’uscita dalla Russia è complicata. Ad oggi abbiamo provision che ci consentono di considerare tutte le opzioni senza altri impatti sul capitale. Su questa base, possiamo considerare le migliori opzioni senza pressioni sul capitale o stress per non essere in grado di assorbire. Abbiamo chiaro cosa gli stakeholder vogliono che facciamo e stiamo andando in quella direzione, e lo comunicheremo quando le cose sono eseguite”. Orcel non ha smentito di avere individuato la soluzione, ma non ha voluto approfondire. “Abbiamo chiara la nostra posizione e siccome siamo una banca occidentale abbiamo chiaro cosa gli stakeholder vogliono. Valutiamo le nostro possibilità con razionalità”, ha aggiunto.
La “posizione di Unicredit sull’M&A non è cambiata“, ha detto Orcel, ribadendo che devono essere “un acceleratore della nostra strategia, e faremo operazioni di questo tipo se porteranno valore aggiunto, nel migliore interesse degli azionisti”.
Il banchiere ha poi fornito alcune indicazioni sul modo in cui UniCredit ha risotto la propria esposizione alla Russia. “La riduzione è stata eseguita all’interno del framework delle sanzioni, in primis tramite lo swapping di asset con organizzazione russe non sanzionate; inoltre, un certo numero di aziende italiane e tedesche, ad esempio, avevano piani di espansione in Russia, ma ora il credito che avevano immaginato non è più necessario e lo abbiamo cancellato; infine, abbiamo rinegoziato alcune posizioni con le controparti”. Orcel ha anche chiarito che l’effetto positivo dell’hedge contro il rublo è finito, in quanto la valuta è tornata a rafforzarsi rispetto ai primi giorni del conflitto, con “l’expiration che ha ridotto i benefici netti sull’esposizione”, pari a 400 milioni di euro.
L’AD ha detto che il gruppo potrebbe continuare a ridurre la propria esposizione alla Russia, ma che la finestra per farlo si sta riducendo. “La riduzione può continuare in una certa maniera, ma le sanzioni evolvono e più aziende e transazioni vengono sanzionate. Quindi la finestra per scambiare posizione diventa più stretta. In sostanza, può continuare, ma sole in certe circostanze. Inoltre, fare queste cose richiede tempo, e credo che ci saranno ulteriori benefit, ma non allo stesso ritmo degli scorsi due mesi“.