(Teleborsa) – “Sono orgoglioso di dire che UniCredit è oggi una banca diversa, con un diverso focus sull’execution. I conti del terzo trimestre e dei 9 mesi confermano la traiettoria intrapresa con il nuovo piano industriale, anche perché si tratta del settimo trimestre consecutivo in crescita e dei migliori risultati dei 9 mesi in oltre un decennio“. Lo ha affermato Andrea Orcel, amministratore delegato di , nella call con le agenzie che ha seguito la pubblicazione dei risultati al 30 settembre 2022. L’istituto di piazza Gae Aulenti ha migliorato la guidance finanziaria relativa all’esercizio 2022, dopo un terzo trimestre in crescita.
Nei primi nove mesi dell’anno UniCredit ha raggiunto un utile netto record di 4 miliardi di euro, escludendo la Russia, (3,8 miliardi di euro per l’intero Gruppo), superando l’intero anno 2021. Orcel ha specificato che l’istituto è ben posizionato per continuare a distribuire agli azionisti e per essere centrale in Europa, riuscendo a soddisfare tutti gli stakeholders, dalle comunità in cui è attivo agli azionisti per quanto riguarda il rendimento e la redditività.
“Lo slancio dei risultati del 2022, la generazione di capitale organico superiore al piano e il continuo rafforzamento del nostro bilancio creano una solida base per una distribuzione almeno pari a quella del 2021, in attesa delle dinamiche del quarto trimestre e dell’approvazione di autorità di vigilanza e azionisti”, ha detto durante la call. “Una volta completato il riacquisto di azioni, avremo rispettato l’impegno di distribuire agli azionisti 3,75 miliardi nel 2021”, ha aggiunto.
Con rispetto alla Russia, l’AD ha detto che UniCredit “continua a gestire la situazione in modo ordinato” e ha ricordato come abbia ridotto l’esposizione cross-border verso, a costi minimi, complessivamente del 50% a circa 3,1 miliardi di euro. Riguardo all’esposizione locale, UniCredit “continua a riposizionare le operazioni” in modo coerente ai propri obiettivi.
Orcel ha sottolineato che UniCredit ha “un portafoglio crediti solido“, con un basso e stabile livello di perdite attese sullo stock complessivo di prestiti, e che c’è stato un rafforzamento degli overlay esistenti, che si attestano a circa 1,3 miliardi di euro sulle esposizioni non deteriorate.
“Il default rate è molto basso e questo significa che il portfolio è resistente – ha aggiunto il CFO Stefano Porro – L’andamento del margine di interesse (NII) è stato poi molto dinamico. Se escludiamo l’impatto negativo una tantum legato al TLTRO III, la crescita è superiore al 10%, e quindi davvero un forte trimestre escludendo questi effetti”.