(Teleborsa) – La Commissione europea ha adottato una proposta di regolamento per aumentare la trasparenza nel settore della locazione di alloggi a breve termine, con l’obiettivo di aiutare le autorità pubbliche a garantire uno sviluppo equilibrato di tale attività nell’ambito della sostenibilità del settore turistico. L’esecutivo UE riconosce che il proliferare di società come può portare alla mancanza di alloggi a prezzi accessibili in alcune comunità.
Le nuove norme intendono migliorare la raccolta e la condivisione dei dati provenienti dai locatori e dalle piattaforme online. Ciò fornirà elementi per l’elaborazione di “politiche locali efficaci e proporzionate al fine di affrontare le sfide e le opportunità connesse al settore della locazione a breve termine”, si legge in un documento della Commissione.
Il numero di prenotazioni di affitti a breve termine su piattaforme online è esploso negli ultimi anni. Secondo dati Eurostat, nel primo semestre del 2022 è aumentato del 138% rispetto allo stesso periodo del 2021. Inoltre, il numero di prenotazioni di alloggi a breve termine durante le estati del 2020 e del 2021 è stato superiore ai livelli del 2018.
Il nuovo quadro proposto, una volta introdotto dalle autorità nazionali, armonizzerà i requisiti in materia di registrazione per i locatori e le loro unità immobiliari locative a breve termine (in particolare, i locatori dovrebbero ricevere un numero di registrazione unico). Inoltre, chiarirà le norme volte a garantire che i numeri di registrazione siano esposti e controllati.
Sul fronte della condivisione dei dati tra le piattaforme online e le autorità pubbliche, la Commissione UE propone che le piattaforme online dovranno condividere con le autorità pubbliche i dati relativi al numero dei pernottamenti in locazione e dei locatari una volta al mese, in modo automatizzato.
I dati generati in base alla proposta, in forma aggregata, saranno utilizzati per le statistiche sul turismo prodotte da Eurostat e confluiranno nel futuro spazio europeo di dati per il turismo.
La proposta della Commissione sarà discussa in vista dell’adozione da parte del Parlamento europeo e del Consiglio. Dopo l’adozione e l’entrata in vigore, gli Stati membri disporranno di un periodo di due anni per istituire i meccanismi necessari per lo scambio di dati.
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