(Teleborsa) – La Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) si atterrà alle sanzioni decise contro la Russia “ove applicabili”. È quanto ha riferito una portavoce dell’istituzione di Basilea durante una conferenza stampa tenutasi oggi in occasione della rassegna trimestrale. “La BRI non diventerà una strada per aggirare le sanzioni”, ha assicurato, precisando che la linea dell’istituzione è di “non commentare o discutere sulle relazioni tra (singole) banche”. “Non è la prima volta che sanzioni di questo tipo vengono prese e non penso che sarà l’ultima – ha dichiarato il capo economista dell’istituzione, Claudio Borio –. Sanzioni come queste sono state fatte in passato, ma stavolta colpiscono un Paese più grade e con più ramificazioni all’estero. Su quelle che saranno le ricadute dipenderà dall’impatto sui mercati finanziari”.
Dopo l’invasione russa dell’Ucraina e le sanzioni varate contro Mosca sui mercati “la situazione è chiaramente cambiata, come si evolverà è ovviamente difficile da dire: sappiamo che i mercati guardano avanti ma non sappiamo esattamente quanto stiano già prezzando il modo con cui si evolveranno le cose”, ha spiegato Borio. “In definitiva dipenderà dal tipo di notizie che vedremo: saranno inasprite le sanzioni? La situazione globale peggiorerà più del previsto? In base a elementi come questo vedremo come reagiranno i partecipanti dei mercati”. “Difficile dire oggi dove andranno i mercati, chiaramente si è accentuata l’incertezza – ha aggiunto – e sarà il fattore dominante che influirà”.
“La situazione è diventata più complessa” e “più difficile” anche per le banche centrali ha sottolineato il capo economista della BRI, “ora ci sono pressioni conflittuali” sull’inflazione. “Da una parte vediamo un forte aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia, che spinge al rialzo l’inflazione, ma dall’altro, sul lungo termine, c’è l’incertezza che metterà pressioni al ribasso sull’economia”. “La situazione è difficile per le banche centrali, che ora stanno particolarmente attente agli effetti di secondo livello dell’inflazione”, ovvero il rischio che si inneschino accelerazioni sulle dinamiche salariali. “Non possono davvero dire quale sarà l’impatto diretto di queste misure”, ha aggiunto, in riferimento alle sanzioni contro la Russia.
Hyung Song Shin, direttore del dipartimento monetario e capo della ricerca della Bri, ha parlato anche della possibilità che le sanzioni potrebbe spingere la Russia al ritorno ai vecchi sistemi di pagamento e di comunicazioni interbancarie, tornare semplicemente a usare massicciamente contanti fisici o utilizzare i criptoasset. “Potrebbero usare le cripto per effettuare transazioni o come veicolo, posto che come BRI di recente abbiamo pubblicato valutazioni negative su questi asset, dato che sono altamente speculativi e che possono essere usati come mezzo per effettuare riciclaggio – ha dichiarato – o finanziare il terrorismo”.
L’istituzione di Basilea ha nel frattempo pubblicato nel suo rapporto trimestrale un’analisi secondo cui i cambiamenti innescati dalla “pandemia” sul mondo del lavoro assieme a una transizione climatica “ordinata” potrebbero fornire 1 punto circa di crescita supplementare, ma questo si legge nel documento, “richiederebbe riallocazioni di risorse significative”. In assenza di interventi, sulla media dei prossimi vent’anni la crescita globale accuserà un indebolimento a seguito dei danni causati all’economia dalla crisi da lockdown e misure anticovid. Secondo le stime della Banca dei regolamenti internazionali, se non verranno presi provvedimenti per invertire le tendenze sulla produttività, precedenti al Covid, la crescita annua del PIL globale potrebbe rallentare al 2,7% circa. Lo studio è stato però effettuato su un periodo precedente all’aggravamento degli ultimi giorni della crisi Ucraina con l’invasione da parte della Russia.