(Teleborsa) – Gli Stati Uniti sono ancora convinti che la Russia sia “impegnata in un’operazione false flag”, un’operazione per creare il pretesto per attaccare. Lo ha dichiarato Joe Biden ai giornalisti prima di lasciare la Casa Bianca per un viaggio in Ohio. “Tutte le indicazioni sono che si stanno preparando ad entrare in Ucraina, ad attaccare l’Ucraina”, ha aggiunto il presidente. “La mia sensazione è che questo avverrà nel giro di pochi giorni”, ha detto ancora Biden, affermando di non avere ancora letto la lettera inviata da Mosca in risposta alle proposte Usa.
“La Russia potrebbe inventare attacchi terroristici, inscenare attacchi con droni contro i civili, un attacco con armi chimiche, rivelare false fosse comuni”, ha avvertito invece il segretario di Stato Usa Antony Blinken alla riunione del Consiglio di Sicurezza Onu sull’Ucraina. Mosca, ha aggiunto, “potrebbe teatralmente convocare riunioni di emergenza” per “rispondere” a operazioni sotto falsa bandiera e poi cominciare l’attacco. “Sono qui oggi non per iniziare una guerra, ma per prevenirla”, ha sottolineato Blinken e ha aggiunto che “mentre la Russia ha ripetutamente deriso i nostri avvertimenti e allarmi definendoli melodramma e sciocchezze, ha costantemente accumulato più di 150.000 soldati ai confini dell’Ucraina, oltre alle capacità per condurre massicci assalti militari. Il rispetto degli accordi di Minsk, “condiviso con la Russia”, è la base per una soluzione pacifica della crisi in Ucraina così ha dichiarato il segretario di Stato.
Nel frattempo la Russia ha espulso il secondo diplomatico presso l’ambasciata degli Stati Uniti a Mosca senza alcuna giustificazione. “Possiamo confermare che la Russia ha espulso il vice capo della missione (DCM) degli Stati Uniti in Russia, Bart Gorman. Il DCM Gorman è stato il secondo funzionario più anziano dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Mosca dopo l’Ambasciatore ed un membro chiave del gruppo dirigente dell’Ambasciata”, ha affermato un portavoce del Dipartimento di Stato Usa. “L’azione della Russia contro il nostro DCM non è stata provocata e stiamo valutando la nostra risposta”, ha aggiunto il portavoce, chiedendo alla Russia di “porre fine alle sue espulsioni infondate di diplomatici e personale statunitensi e di lavorare in modo produttivo per ricostruire le nostre missioni”.
La Russia nel frattempo ha anticipato che sarà costretta a una “risposta tecnico militare” alla mancanza di risposta da parte degli Stati Uniti alle richieste di garanzie sulla sicurezza in Europa. Nel messaggio di dieci pagine inoltrato agli Stati Uniti nel quadro di questo negoziato, si nega un qualsiasi piano per una invasione dell’Ucraina. ”In assenza di disponibilità da parte degli Stati Uniti a concordare garanzie solide e giuridicamente vincolanti per la nostra sicurezza da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati, la Russia sarà costretta a rispondere, anche attuando misure tecnico militari”, si legge nel documento, anticipato dalla testata russa Kommersant.
Il documento elenca i temi chiave a cui, secondo Mosca, gli Stati Uniti non hanno dato una risposta costruttiva: la richiesta di non espandere ulteriormente la Nato, del ritiro della “formula di Bucarest”, secondo cui “Ucraina e Georgia diventeranno membri della Nato” e la richiesta di non creare basi militari sul territorio di Stati precedentemente parte dell’Urss e non membri dell’Alleanza, compreso l’uso delle loro infrastrutture per lo svolgimento di qualsiasi attività militare, nonchè il ritorno delle capacità militari e infrastrutture della Nato allo status del 1997, quando fu firmato l’atto costitutivo delle relazioni Russia-Nato. “Queste disposizioni sono di fondamentale importanza per la Federazione russa”, è stato sottolineato nel documento.