(Teleborsa) – Il numero uno di Pietro Labriola torna sul problema dell’assenza di una politica industriale per il settore delle telecomunicazioni, sottolineando che in Italia c’è “un’assenza di politica industiale” e che “oggi il nostro paese non è in grado di avere 5 operatori mobili, non perché il management dei 5 operatori mobili non è in grado di gestire ma c’è un tema di economie di scala”.
Lo ha detto l’Ad della compagnia telefonica, intervenendo all’evento “Molto Futuro” del Messaggero, dove ha ribadito “se io proietto il trend degli anni passati e lo porto al 2024, tutto il comparto sarà EBITDA meno Capex negative. Abbiamo un oggettivo problema”per quanto riguarda gli investimenti.
Per Labriola occorre “rivedere alcune norme” e valutare la cosiddetta market consolidation, per individuare il numero di operatori che può stare sul mercato e le regole di merger.
Il manager è apparso critico rispetto alla scelta di non includere le tlc nel regime di IVA agevolata, ricordando “oggi l’IVA per il gas e la luce è al 10 e al 5%. Le tlc sono trattate come un servizio di lusso, come una pallina da golf, al 22%”, ma “se vogliamo recuperare profittabilità e non vogliamo impattare sulle tasche dei consumatori, probabilmente bisogna ridurre l’IVA“.
Non poteva mancare un accenno alla Rete Unica. “Non mi sembra che nessuno tra vecchio governo e nuovo governo nelle varie esternazioni stia dicendo una cosa diversa dal fatto che la rete unica è importante“, ha sottolineato Labriola, aggiungendo che al momento “non c’è una divergenza sul risultato finale, c’è una discussione su come arrivarci ed il contradditorio è sempre importante”.
A proposito di un’eventuale OPA sulla rete unica, l’Ad di TM ha affermato “non sono io che devo definire se è meglio un’OPA o meno. Io devo fare affidamento sulle decisioni che l’azienda può prendere in favore di tutti quanti gli azionisti” e quindi “il piano che abbiamo presentato ha un determinato percorso che stiamo portando avanti”.