(Teleborsa) – Standard Ethics, agenzia internazionale indipendente per la valutazione della sostenibilità di società e Stati, conferma all’Italia un rating EE+, che ha una portata “very Strong” (molto forte). in una scala che va da F (minimo e non sufficiente) a EEE (massimo e di grado eccellente). E’ quanto emerge da report annuale di Standard Ethics intitolato “The Big Picture”.
Ricordando che l’ultima review è stata effettuata il 13 marzo 2020, da “Negative” a “Stable”, l’agenzia ricorda che il miglioramento era dovuto “alla reazione alla pandemia ed alla sua gestione, elogiata anche dalla Commissione europea come esempio da seguire per altri paesi”.
“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) coglie la coerenza ella sua Strategia di Sostenibilità del Paese”, sottolinea l’agenzia, notando che “la dialettica dei partiti populisti sull’euroscetticismo è ancora viva, come in altri paesi europei, ma nel caso italiano sembra poco significativa”.
Dal report emerge che, mettendo a confronto i 37 Paesi valutati da Standard Ethics, quelli con rating di sostenibilità più alto (EEE) sono l’UE nel suo complesso, assieme ad Islanda, Norvegia e Nuova Zelanda. Nell’ambito dell’UE, i Paesi che vantano i rating più elevati sono Francia e Gran Bretagna con n livello “EEE-“, Germania, Spagna ed Italia a “EE+”. I Paesi più lontani dalla sufficienza sono Russia, Turchia ed Egitto con rating “E-” perché carenti quanto a democrazia e diritti umani. Gli USA hanno un rating intermedio “EE”, perché l’alternanza dei governi può essere cruciale nella strategia climatica o nell’adesione agli accordi internazionali come l’Accordo di Parigi, mentre il Canada è valutato ad un pivello elevato “EEE-“. In Asia, la Cina ha un rating basso “E” a causa della mancanza di democrazia, mentre il Giappone mantiene un livello forte “EE”.
Società italiane impegnate sulla sostenibilità
Nel 2014 Standard Ethics ha lanciato il SE Italian Index, composto dalle 40 principali società quotate in Italia. Ad oggi, il SE Italian Index conta ancora 40 componenti e l’ultima revisione è avvenuta il 30 settembre 2021. l’agenzia rileva che, nel complesso, c’è ancora spazio per migliorare le componenti dell’Indice e per allinearsi alle linee guida internazionali di sostenibilità fornite da OCSE, UE e ONU.
Esaminando i componenti dell’indice italiano, oltre la metà (il 55%) detiene un rating Fully sustainable grade, che denota l’impegno delle principali società quotate a mantenere la conformità agli standard globali di sostenibilità, il 43% ha un rating “Not fully sustainable”, dunque non sufficiente, e il 2% un rating “Not sustainable” (E-).
Un confronto con i principali Paesi europei evidenzia che l’Italia e la Spagna sono i due Paesi con il maggior numero di società con un rating non sufficiente (Not fully sustainable grade o Not sustainable grade): il 45% dello Se Italian Index e il 57% dello Se Spanish Index. Gli altri maggiori mercati europei, cioè Germania, Francia e Regno Unito, hanno più della metà dei componenti dei loro indici nazionali a un livello “Fully sustainable grade”.
Le 5 blue-chip al top della sostenibilità
Fra le principali società italiane quotate, al momento, non ci sono rating EEE, ma il livello è alto e le aspettative per il futuro sono positive.
Le società con valutazione più alta sono: , , , e , ma seguono ad un livello sempre elevato , , , , , , , , e . Vantano inoltre un rating sostenibile , , , , e .
Vi sono poi gruppi di società che hanno attualmente un Outlook positivo e potrebbero diventare aziende di Sustainable Grade nei prossimi mesi e gruppi di aziende che non raggiungono la sufficienza e mostrano ampi margini di miglioramento.
Un focus sul settore bancario premia
Standard Ethics ha pubblicato in passato diversi studi sul settore bancario italiano, anche analisi di dettaglio come quella sulle banche popolari nel 2014. Oggi il settore presenta un livello di allineamento molto avanzato sulla Sostenibilità.
Il 61% delle banche italiane è conforme agli standard di sostenibilità definiti da UE, ONU e OCSE. Se si guarda all’indice SE Italian Banks, emerge che l’11% delle banche italiane ha un rating EE+, il 28% un rating EE, il 22% EE-, il 17% E+ e il 22% E.
Gli analisti di Standard Ethics hanno anche confrontato le banche italiane con quelle europee appartenenti allo SE European Banks Index, lanciato nel 2017 e con quelle quotate ad Hong Kong. Fra i suoi componenti il 50% delle banche europee è di grado sostenibile, il 43% non è completamente sostenibile il 5% non è sostenibile, il restante 2% è in attesa. In media, le banche italiane mostrano un livello di Sustainability Grade più elevato rispetto alle loro omologhe europee ed alle banche quotate ad Hong Kong.
Dopo aver effettuato un confronto complessivo del settore bancario mondiale, si può affermare che le banche italiane rispettano volontariamente gli standard globali di sostenibilità (governance, statuti, condotte). Le ex banche cooperative – nota Standard Ethics – hanno mantenuto la storica attenzione alle comunità locali e agli stakeholder, concentrandosi quindi sull’area Social degli standard ESG. Alcune banche italiane stanno poi affrontando sempre più le sfide poste dagli standard di sostenibilità e compiendo passi concreti verso la parità di genere nelle proprie strutture di governance.