(Teleborsa) – S&P Global Ratings ha confermato i rating “BBB/A-2” su , (e la controllata Fideuram), e , e i rating “BBB-/A-3” su Istituto per il Credito Sportivo, mantenendo un outlook positivo su tutti questi rating. L’agenzia di rating sottolinea che questi giudizio seguono la sua decisione del 22 aprile 2022, con cui ha confermato il rating a lungo termine “BBB” sull’Italia e ha mantenuto l’outlook positivo, riflettendo le ampie riforme a favore della crescita delle autorità italiane e il potenziale beneficio dall’erogazione dei fondi Next Generation EU, per un valore quasi il 10% del PIL. S&P ritiene che queste misure “potrebbero essere sufficienti per compensare i rischi per la crescita posti dal conflitto in Ucraina” e che le banche italiane sono entrate nel 2022 con parametri di qualità degli asset e capitalizzazione migliori di quanto si aspettasse.
Secondo la società di rating, il settore bancario italiano ha “ampiamente assorbito” gli squilibri di qualità degli attivi accumulati nell’ultimo decennio e si trova ora “in una posizione di forza per affrontare potenziali sfide future”. A dicembre 2021, lo stock di esposizioni deteriorate (NPE) al netto degli accantonamenti delle banche italiane si è attestato appena al di sopra del 2% dei prestiti alla clientela, “significativamente migliore di quanto previsto in precedenza”. Questo è principalmente il risultato delle misure di sostegno delle autorità nazionali ed europee negli ultimi due anni per mitigare le ripercussioni della pandemia su aziende e famiglie. Nello stesso periodo, le banche hanno accelerato il derisking con dismissioni di crediti deteriorati.
S&P prevede che gli NPE cominceranno ad aumentare di nuovo nel 2022 e nel 2023, poiché alcune delle misure di sostegno precedentemente implementate, comprese le moratorie sul debito, scadono ed entrano in gioco l’inflazione più elevata e un certo inasprimento delle condizioni finanziarie. Tuttavia, “prevediamo che il deterioramento rimarrà gestibile per la maggior parte delle banche, dal momento che gli squilibri nel sistema si stanno gradualmente riducendo, la maggior parte dei settori aziendali ha recuperato i livelli di attività pre-pandemia e il merito di credito del settore privato si è notevolmente rafforzato negli ultimi anni”, si legge nel report.
La previsione degli analisti è che le perdite su crediti rimarranno appena al di sopra della norma per le banche italiane, a circa 90-100 punti base (bps) nei prossimi due o tre anni, rispetto ai 60-65 punti base registrati nel 2021. Inoltre, circa 275 miliardi di euro dei prestiti concessi alle piccole e medie imprese e alle imprese sono in gran parte garantiti dallo Stato italiano, fornendo “un ammortizzatore per future perdite su crediti in caso di ulteriore deterioramento delle condizioni economiche”.
UniCredit
Per quanto riguarda UniCredit, S&P prevede che il gruppo assorbirà potenziali perdite derivanti dalla sua esposizione alla Russia “preservando il suo profilo finanziario”. L’esposizione di UniCredit alla Russia rappresenta quasi il 3% dei prestiti consolidati. Nel nostro scenario di base, viene previsto un graduale miglioramento del reddito pre-accantonamenti, in un contesto di aumento dell’attività e tassi di interesse più elevati. La società di rating stima che le perdite su crediti raggiungeranno un picco di circa 100-110 pb nel 2022 a causa dell’esposizione alla Russia, per poi stabilizzarsi a circa 60 pb. Inoltre, prendono in considerazione circa 15 bps per la cancellazione della partecipazione del gruppo nella controllata russa (AO UniCredit Bank), per riflettere un potenziale rischio di ribasso, “sebbene riconosciamo che UniCredit non ha ancora rivelato alcuna intenzione specifica di lasciare la nazione”.
Intesa Sanpaolo
S&P che Intesa Sanpaolo manterrà parametri di qualità degli asset “resilienti” nei prossimi due anni, nonostante un lieve deterioramento. In particolare, l’esposizione a Russia e Ucraina “sembra gestibile”, pari a circa l’1% delle esposizioni totali, anche se le relative perdite potrebbero ridurre gli utili della banca nel 2022. “Presumiamo che le perdite su crediti raggiungeranno il picco di 80 punti base nel 2022, trainate dagli accantonamenti sulle esposizioni verso la Russia, e diminuiranno a circa 50-60 punti base nel 2023 e nel 2024”, si legge nel report. La previsione è che la redditività della banca rimarrà al di sopra della mediana delle prime 50 banche europee, con un ROE di circa il 9% nel 2023.