(Teleborsa) – Il rientro in classe degli studenti italiani non slitterà oltre il 10 gennaio ma il governo – dopo la polemica sollevata da Movimento cinque stelle e Lega con il supporto dell’opposizione di Fratelli d’Italia e dei sindacati della scuola – starebbe ritrattando l’ipotesi iniziale di fare una distinzione tra studenti vaccinati e non vaccinati per la dad in caso di almeno due positivi al Covid in classe. Il tema sarà domani al centro della Conferenza delle Regioni che, dal canto loro, spingono per eliminare il distinguo e, nel contempo, aumentare la soglia di positivi superata la quale le classi finiscono in dad. A quanto si apprende, si lavora a nuove proposte da sottoporre al governo in vista della riapertura delle scuole dopo la pausa natalizia e in considerazione dell’incremento dei casi a livello nazionale.
Le Regioni starebbero ragionando innanzitutto su una possibile distinzione tra le diverse scuole, infanzia, primaria e secondaria, e su differenti soglie relative al numero di casi che farebbero scattare una quarantena per l’intera classe. Numeri che sarebbero contenuti nella scuola dell’infanzia, per crescere fino a un numero minimo di 3-5 casi per le medie e superiori. Sotto la cifra minima di contagi stabilita, prevista l’autosorveglianza per tutti. Il tema sarà discusso domani nell’incontro in programma tra il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e i sindacati.
In vista del rientro l’Associazione Nazionale Presidi denuncia “una serie di mancanze”. “Era stato annunciato che sarebbero stati organizzati hub per fare tamponi agli studenti – afferma il presidente dell’ANP-Roma, Mario Rusconi – ma a pochi giorni dalla riapertura non ne abbiamo contezza”.
La proposta del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, di rimandare di 20-30 la ripresa delle lezioni in presenza per “raffreddare il contagio” si è scontrata contro la linea dura di palazzo Chigi. Come ha ribadito nei giorni scorsi priBianchi l’obiettivo del governo è tenere aperte le scuole e relegare la didattica a distanza solo alle strette necessità”.