(Teleborsa) – “Data l’intenzione implicita dell’UE di consentire il regolamento dei pagamenti della fornitura di energia dalla Russia, riteniamo che l’esclusione delle banche russe da SWIFT presenti poche sfide. Data la struttura automatizzata di SWIFT, sembra improbabile che nel sistema possano essere integrate eccezioni specifiche in merito al regolamento di tali pagamenti ed è quindi più probabile che venga impiegato un sistema di pagamenti alternativo per la gestione di queste transazioni“. Lo affermano in una nota gli analisti di , sottolineando che ancora c’è poca visibilità sugli effetti dell’esclusione di alcuni istituti dal sistema globale di messaggistica per le banche .
Secondo la banca d’affari statunitense, la preoccupazione più importante per l’economia dell’Unione europea in relazione allo SWIFT è la potenziale ritorsione del governo russo, che potrebbe esercitare pressioni sulle società esportatrici di energia affinché riducano le loro esportazioni verso l’Europa e la loro produzione in generale. “Ciò potrebbe comportare gravi perturbazioni nel breve periodo per l’Europa nel suo insieme, e l’area euro in particolare, anche se il gas importato dalla Russia è sceso da quasi il 40% delle importazioni totali nel 2021 a meno del 20% nel 2022 e il petrolio russo conta per l’11% della produzione mondiale”, si legge nella ricerca.
È quindi il rischio indiretto della rappresaglia sul fronte energetico che potrebbe rivelarsi “potenzialmente più dannoso per l’economia europea del rischio diretto di disgregazione finanziaria dovuto alle sanzioni“. Goldman Sachs osserva che se le restanti esportazioni di energia dalla Russia all’UE dovessero essere sostanzialmente ridotte, ci potrebbe essere un impatto negativo duraturo sulla crescita economica, che potrebbe variare da almeno quasi l’1% del PIL in Francia e Germania al 3% in Italia, oltre che un forte aumento dell’inflazione.