(Teleborsa) – “Riprendere rapidamente la discussione del testo” della legge sulla rigenerazione urbana, “arrivare all’approvazione prima in Senato e poi alla Camera entro la fine della legislatura“. E’ quanto ha auspicato il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, intervenuto al convegno “Com’è bella la città” organizzato da Ance al Teatro Regio di Parma. “La legge è stata già discussa in parlamento, si era fermata qualche mese fa per delle obiezioni della Ragioneria generale che adesso abbiamo superato – ha ricordato Giovannini -. Quindi la speranza è di riprendere rapidamente la discussione del testo, su cui già c’era una sostanziale convergenza di tutte le forze politiche, e poi arrivare all’approvazione prima in Senato e poi alla Camera entro la fine della legislatura“.
Per rendere più belle le città italiane – tema discusso a Parma dai costruttori edili – non è sufficiente mettere mano alla rigenerazione urbana ma, secondo Giovannini, anche realizzare una “mobilità locale sostenibile per cambiare la mobilità, per ridurre l’inquinamento, per consentire a tutti, in modo equo di spostarsi all’interno delle nostre città. Il nostro ministero ha un rinnovato impegno in questa direzione, addirittura con un nuovo nome del dipartimento che si occupa proprio delle politiche urbane e abitative. la ricostituzione del comitato interministeriale per le politiche urbane consentirà un maggior coordinamento di tutte le azioni dei diversi ministeri sulle città”.
Agli imprenditori edili che reclamano regole più semplici, il ministro ha ricordato che il governo in carica ha messo mano a un piano di semplificazione: “lo abbiamo fatto, e ci è stato riconosciuto, con il Dl 77 dell’anno scorso e le successive modifiche. Per il PNRR e non solo – ha aggiunto il ministro – abbiamo fatto semplificazioni ma anche re-ingegnerizzazione che consentiranno di realizzare le opere del PNRR nei tempi previsti per esempio evitando che un ricorso al Tar blocchi l’opera. L’impresa riceverà il necessario indennizzo ma questo non bloccherà l’opera”.
Quanto al ponte sullo stretto, “non è detto che non si farà, bisogna rivedere il progetto esistente perchè non è più attuale dal punto di vista tecnico ed economico. La commissione ha indicato possibili alternative, per esempio un ponte a tre campate. Poi si farà uno studio di fattibilità tecnica-economica che ci darà una risposta definitiva. Il Parlamento dovrà poi decidere come procedere”. “La questione tecnica – ha aggiunto – è davvero complessa. Faccio un esempio, le navi portacontainer oggi hanno un’altezza radicalmente diversa rispetto a quelle di quando fu fatto lo studio. Non è semplicemente essere pro o contro, ci sono molte considerazioni da fare”.