(Teleborsa) – È stata approvata dalla Sezione controllo enti della Corte dei conti la relazione sulla gestione 2020 del’Autorità di sistema portuale (AdSP) del Mare di Sardegna, che amministra i porti di Cagliari, Olbia, Golfo Aranci, Porto Torres, Oristano, Santa Teresa, Portovesme e Arbatax.
La movimentazione merci nel 2020 (38,3 milioni di tonnellate) – rileva la Corte – è in calo del 17,1% sul 2019 (46,3 milioni di tonnellate). Si è ridotto anche il numero di contenitori movimentati dal porto di Cagliari (-54,8% sul 2019).
La gestione si è chiusa con un disavanzo finanziario di 10,1 milioni di euro, derivante dal saldo negativo delle poste in conto capitale, pari a 32,5 milioni, non interamente coperto dal saldo corrente, pari a circa 22,4 milioni di euro. L‘avanzo di amministrazione ammonta a 356,5 milioni di euro, di cui 252,4 vincolati e 104 milioni disponibili. L’avanzo economico si attesta a 16,7 milioni, il patrimonio netto a 382,3 milioni.
I residui attivi e passivi dell’esercizio – si legge nella relazione – raggiungono quota 58,5 milioni. A seguito della procedura di riaccertamento straordinario degli stessi, sono stati eliminati 9.539 euro di residui attivi e 2.739.496 euro di residui passivi. “L’ancora rilevante entità, più che raddoppiata rispetto al 2019, rivela la necessità – ha osservato la Corte – di procedere celermente alle riscossioni e ai pagamenti, incrementando la realizzazione delle opere programmate e, per quanto attiene ai residui degli anni precedenti, di valutarne ‘effettiva attualità ed esigibilità, per il loro mantenimento nelle scritture contabili”.
Notevolmente alto – sottolinea la Corte – il numero dei consulenti, specie nel settore legale, per il rilevante contenzioso esistente, che ha comportato una spesa di circa 114mila euro, da aggiungersi agli oltre 250mila euro per le altre tipologie di incarichi.
Per l’elevato ricorso al sistema dell’affidamento diretto sul fronte contratti, la Corte ha rimarcato, anche per quelli di modesto importo e al di sotto della soglia comunitaria (comunque rilevanti), il rispetto dei principi generali di economicità, efficacia, libera concorrenza, trasparenza, pubblicità e, soprattutto, rotazione, per assicurare l’effettiva possibilità di partecipazione delle micro, piccole e medie imprese.