(Teleborsa) – “Se il Paese che viene considerato come quello che ne ha beneficiato di più se ne uscisse chiedendo una proroga sarebbe la conclusione di questo esperimento. Se funziona, si può ripetere. Ma la base per poterlo fare è che si vada avanti. E si sta andando avanti bene. Il Paese ha finora avuto assegnato il 30% del pacchetto delle risorse. Se l’Italia alzasse la mano dicendo che ha bisogno di una proroga, non si tratterebbe di fare una brutta figura. Sarebbe come mettere in discussione una delle svolte strategiche e importanti dell’Unione europea”.
Nel suo intervento al Festival internazionale dell’economia di Torino, il commissario europeo degli Affari economici, Paolo Gentiloni, esclude categoricamente l’ipotesi di una proroga per l’Italia sugli impegni assunti con l’Europa per il Pnrr.
“La risposta è no, in due lettere – ha sottolineato Gentiloni –. Lo hanno giustamente ribadito molte volte Mario Draghi e rappresentanti del Governo. Non perché non ci siano dei fattori che possono giustificare qualche emendamento, correzione, che tengano conto dell’inflazione e delle sfide che riguardano l’indipendenza energetica. Il Governo non ci pensa per niente a chiedere una proroga all’Ue. Il Paese tutto deve essere impegnato a fare il Pnrr, non a rimandarlo. Tutti stanno faticando, ma si devono rispettare obiettivi, scadenze, cronoprogrammi. Le difficoltà devono essere prese di petto e risolte”.
Nello scenario attuale per Gentiloni, gioca a favore dell’Italia il fatto che Draghi rappresenta una garanzia per mercati e per la reputazione Paese. “Che Draghi rappresenti una garanzia per i mercati e la reputazione non c’è il minimo dubbio. Non solo a Bruxelles. Il punto è che, se lavoriamo bene e il Governo insiste con la sua determinazione, possiamo fare dei risultati che otteniamo anche nell’utilizzo delle risorse straordinarie del Pnrr una garanzia nuova. Il vincolo europeo lo abbiamo interiorizzato e sarà importantissimo per chiunque governi nei prossimi anni in Italia. È fondamentale che grazie alla guida di Draghi, da qui alle prossime elezioni questa base si consolidi, si rafforzi e ci aiuti alla transizione verso il futuro”.
Commentando le oscillazioni dello spread Gentiloni ha affermato che “non devono essere considerate più di quello che sono: un segnale dei mercati, ma piuttosto contenuto. Quello che dobbiamo tenere in considerazione – ha proseguito – è che l’Italia è uno dei sei Paesi europei ad alto debito. Il problema è il livello di debito che può creare instabilità nei mercati. L’Ue dice che dobbiamo stare attenti a fare incrementi non giustificati, permanenti, della spesa corrente. Questo ci porterà nelle prossime settimane, subito dopo l’estate, ad aprire la discussione sul percorso di riduzione del debito e, quindi, sulle nuove regole del patto di stabilità”.
Sul fronte della transizione energetica Gentiloni ha definito “un errore devastante” mettere da parte il “green deal” europeo, per superare la dipendenza di gran parte dei Paesi dell’Unione e fronteggiare l’aumento dei costi. “C’è modo – ha affermato – di aggiungere al Pnrr un capitolo emergenza energetica”.
Analizzando l’impatto della guerra in Ucraina Gentiloni ha affermato che le sanzioni produrranno conseguenze all’economia della Russia. “Ci saranno conseguenze enormi. Nel medio e lungo periodo saranno devastanti – ha detto il commissario europeo degli Affari economici –. Ma non mi illuderei che con le sanzioni si fermeranno i carri armati”. Per Gentiloni sulle sanzioni si riuscirà a trovare un accordo a livello europeo. “Il processo decisionale europeo è difficile e molto faticoso, ma teniamocelo stretto – ha detto il commissario europeo –. L’Europa la sua parte la sta facendo alla grande – ha affermato riferendosi ai pacchetti di sanzioni nei confronti della Russia – la fatica di costruire consenso sulle nostre proposte è enorme. Uno dei 27 Paesi non è ancora a bordo. Ci stiamo lavorando e credo che alla fine riusciremo a trovare un accordo”. Secondo Gentiloni, la Russia “corre il rischio di un default tecnico nelle prossime settimane. Va incontro a una recessione del 10% quest’anno. Si può andare molto oltre con le sanzioni? Vedremo. Bisogna mantenere un equilibrio con il costo che queste misure rappresentano per noi”.