(Teleborsa) – Continua la risalita dei prezzi del petrolio dopo la volatilità registrata nelle sedute precedenti mentre persiste l’elevata incertezza sulle prospettive e di offerta e di domanda globali.
Sui mercati delle materie prime, il barile di Brent, il greggio di riferimento del Mare del Nord, guadagna lo 0,6% a 114,84 dollari, dopo aver testato quota 115 dollari. Il West Texas Intermediate (WTI) sale dello 0,8%, negli scambi dell’after hours, a 111,4 dollari.
Di ieri la notizia che la Russia è diventata il principale fornitore di petrolio della Cina, sorpassando anche l’Arabia Saudita, a seguito delle sanzioni di USA ed Europa per l’invasione dell’Ucraina.
Forniture che offrono anche un cospicuo sconto di prezzo e che hanno totalizzato 8,42 milioni di tonnellate, secondo i dati diffusi dall’Amministrazione generale delle Dogane cinese, con un aumento del 55%. Un volume che ha scalzato l’Arabia Saudita dal primo posto con esportazioni per 7,82 milioni di tonnellate, in aumento del 9%.
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