(Teleborsa) – L’OPEC+ (la formazione allargata del cartello dei paesi produttori di petrolio) ha deciso un aumento dell’offerta di petrolio limitato a 100.000 barili al giorno a partire da settembre, che si aggiungeranno ai livelli di produzione già concordati nelle precedenti riunioni. Si tratta di uno dei più piccoli aumenti della produzione di petrolio della storia e di una delusione per l’amministrazione Biden, con la Casa Bianca che nelle scorse settimana aveva fatto pressione per aumentare di più la produzione con l’obiettivo di raffreddare i prezzi del carburante.
“La riunione ha rilevato che la disponibilità gravemente limitata di capacità in eccesso rende necessario utilizzarla con grande cautela in risposta a gravi interruzioni dell’approvvigionamento”, si legge nel comunicato diffuso a fine meeting, dove viene sottolinea che “gli investimenti insufficienti cronici nel settore petrolifero hanno ridotto le capacità in eccesso lungo la catena del valore (a monte/intermedio/a valle)”.
Secondo i partecipanti al cartello, investimenti insufficienti nel settore a monte avranno un impatto sulla disponibilità di un’offerta adeguata in modo tempestivo per soddisfare la crescente domanda oltre il 2023 da paesi produttori di petrolio non-partecipanti e nonOPEC, alcuni paesi membri dell’OPEC e partecipanti non-produttori e non-OPEC.
Alle 15.45 ora italiana, i futures sul greggio Brent di ottobre 2022 hanno raggiunto i 100,71 dollari al barile, in rialzo di 0,30 dollari o dello 0,30%. I futures sul greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) di settembre 2022 scambiano in aumento di 0,14 dollari, o dello 0,15%, a 94,56 dollari al barile.