(Teleborsa) – Mentre si è in attesa di conoscere il secondo pacchetto di sanzioni in arrivo dalla UE contro la Russia e la risposta della NATO (è attesa per domani una riunione dei 30 leader per valutare i prossimi passi da intraprendere), l’invasione russa dell’Ucraina ha mandato KO le borsa globali e fatto schizzare alle stelle il prezzo di molte materie prime. A preoccupare di più, per la loro capacità di mettere in serio pericolo la solidità finanziaria delle imprese e la ripresa globale, sono petrolio e gas naturale. “Dobbiamo ancora ottenere chiarezza sulla reazione dell’Occidente in termini di ulteriori sanzioni, anche se il mercato del gas ha già reagito bruscamente alla notizia – fa notare l’Investment Committee di – L’aumento dei prezzi dell’energia e le potenziali restrizioni di fornitura potrebbero iniziare a rappresentare un serio rischio per le prospettive di crescita“.
Continua a lievitare il prezzo del gas, in tensione sin dall’inizio delle ostilità diplomatiche. Il prezzo dei contratti futures del gas TTF, utilizzati dagli operatori come benchmark per il mercato europeo, mostra un rialzo del 44% a 128 euro/MWh alle 15.30 ora italiana, dopo aver toccato un massimo di seduta a quota 129 euro/MWh. Sempre alle 15.30 ora italiana, i futures sul greggio Brent di maggio 2022 hanno raggiunto i 100,53 dollari al barile, in rialzo di 6,49 dollari o del 6,90%. I futures sul greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) di aprile 2022 scambiano in guadagno di 6,51 dollari, o del 7,05%, a 98,61 dollari al barile.
C’è chi guarda già all’impatto delle imprese, già in difficoltà per l’aumento del costo dell’energia degli scorsi mesi. “Le imprese dell’Eurozona, che nel 2021 hanno dovuto fare i conti con una bolletta energetica più che raddoppiata rispetto al 2020, difficilmente riusciranno ad assorbire un’ulteriore fiammata – ha commentato Paolo Mauri Brusa, gestore del team Multi Asset Italia di GAM (Italia) SGR – Data la loro forte vocazione all’export, un eventuale scarico dei maggiori costi sui prezzi finali comporterebbe una notevole perdita di competitività. D’altro canto, però, assorbire interamente gli aumenti rischia di erodere i margini mettendo a repentaglio la solidità finanziaria delle imprese”.
Gli analisti finanziari sono però concordi nel considerare prematuro fare previsioni sull’andamento a medio e lungo termine dei mercati. “Dopo un primo momento di shock, i mercati sono in attesa di maggiore chiarezza sulla portata delle sanzioni occidentali e sulle possibili contromisure della Russia – ha commentato Stefan Kreuzkamp, Chief Investment Officer di DWS – Le dinamiche di mercato al ribasso potrebbero intensificarsi se dovessero scattare certi limiti di rischio per gli investitori istituzionali o se gli investitori retail iniziassero a farsi prendere dal panico. Allo stesso tempo, l’esperienza storica ci dice che questi giorni non sono un buon momento per vendere“.