(Teleborsa) – Solo l’amministrazione continua a negare la validità dei servizi svolti dai precari ai fini della carriera: i tribunali continuano ad accordare il riconoscimento delle progressioni economiche connesse all’anzianità di servizio maturate durante il periodo di precariato. Uno degli ultimi è stato quello di Firenze, che esaminando il ricorso di una docente, difeso dei legali dell’Anief, che rivendicava l’espletamento di tale diritto, nella sentenza ha condannato “il Ministero dell’Istruzione a pagare, in favore della ricorrente, la somma di euro 1.574,06” a seguito “dei motivi in diritto del ricorso e calcolate con il prospetto analitico allegato, oltre ad interessi legali, dalla data di maturazione dei singoli crediti al saldo ex art. 429 del c.p.c. ovvero a titolo di maggior danno ex art. 1224 del c.c.”.
Per il giudice, infatti, non può essere negato “il diritto della ricorrente alla progressione stipendiale riconosciuta dalla contrattazione collettiva di comparto tempo per tempo applicabile al personale docente assunto a tempo indeterminato in relazione al servizio effettivamente prestato in forza dei contratti di lavoro subordinato a tempo determinato stipulati con il Ministero convenuto”. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, questa sentenza conferma che “la domanda relativa alla progressione professionale retributiva comprensiva di tutti i periodi di servizio svolti, compresi quelli da precari, non può essere ignorata. Invitiamo tutti coloro che hanno ancora dei dubbi a rivolgersi ai nostri consulenti, anche dopo verifica del tipo di risarcimento da rivendicare al giudice”.
Per verificare l’entità delle somme a compensazione del servizio svolto da precario, ogni lavoratore può utilizzare il Calcolatore online gratuito messo a disposizione da Anief: verificato questo, ogni lavoratore della scuola, anche di ruolo ma con un passato da supplente, può decidere se presentare ricorso con il giovane sindacato per ottenere una ricostruzione di carriera integrale.