(Teleborsa) – “Le richieste di rimodulazione del sistema tariffario da parte delle concessionarie autostradali sono in questo momento alla valutazione dei ministeri competenti che stanno analizzando tutte le componenti di un sistema di pedaggi assai complesso, comprese le valutazioni macroeconomiche sull’impatto degli eventuali aumenti concessi”. È quanto ha fatto sapere l’Aiscat in vista del decreto ministeriale di fine anno che fissa gli aumenti dei pedaggi sulla rete autostradale nazionale a partire dal 1 gennaio 2023.
“In Italia – prosegue l’associazione delle società concessionarie autostradali – è dal 2018 che i pedaggi autostradali non subiscono alcun incremento, diversamente da quanto previsto dalla normativa vigente”. Inoltre i Piani economico-finanziari delle diverse concessionarie, sottolinea l’associazione, sono “attualmente a stadi di approvazione differenti e che eventuali incrementi di pedaggio dipenderanno dalle molteplici componenti di gestione e investimento che caratterizzano ciascuna attività concessoria rispetto alle altre: i piani di ammodernamento e potenziamento messi in campo da varie concessionarie, costituiscono un elemento imprescindibile per la sicurezza e la sostenibilità della rete autostradale che deve essere considerato una priorità, anche tenendo conto del generalizzato aumento dei costi delle materie prime”. In ogni caso l’Aiscat puntualizza che gli “incrementi tariffari medi proposti dalle concessionarie sono assai inferiori rispetto a quelli già concessi in altri Paesi europei dotati di sistemi concessori e regolatori simili (ne è un esempio la Francia con un +4,7 e la Spagna +4)”.
Un aumento dei pedaggi era stato già annunciato lo scorso giugno da Autostrade per l’Italia. “Dal 2018 noi non abbiamo mai incrementato le tariffe – aveva spiegato l’Amministratore Delegato Aspi Roberto Tomasi –. Attualmente abbiamo una previsione di incremento delle tariffe di 1,58%, che rispetto ai numeri che stiamo vedendo sono assolutamente risibili. Siamo, credo, un sistema delle concessioni che sta reggendo questo incremento dei prezzi, dobbiamo gestirlo con grande oculatezza, come è stato fatto. Ne usciamo a testa altissima – ha chiosato Tomasi – rispetto agli incrementi che hanno avuto in questo periodo tutte le altre commodities. È un incremento risibile, legato all’approvazione del piano economico finanziario”. La revisione tariffaria, essendo già inserita nel Pef, – aveva chiarito Aspi – è precedente e dunque non è consequenziale all’attuale incremento dei costi dei materiali.
Ma difronte agli aumenti le associazioni dei consumatori annunciano battaglia. Qualsiasi aumento delle tariffe autostradali per la rete di Aspi sarà impugnato da Assoutenti dinanzi al Tar del Lazio, al fine di “bloccare incrementi vergognosi dei pedaggi che non appaiono in nessun modo giustificati” ha annunciato l’estate scorsa Assoutenti commentando il previsto aumento delle tariffe dell’1,5% dei pedaggi autostradali.