(Teleborsa) – E’ di nuovo un quasi nulla di fatto sull’aumento della produzione da parte dell’Opec+, la formazione di produttori di greggio guidata dall’Arabia Saudita e dalla Russia come membro esterno al cartello.
La riunione odierna – il 25esimo meeting – si è chiuso con la conferma del programmato aumento di 400mila barili nel mese di marzo, nulla più di quanto preventivato, nonostante le sollecitazioni giunte da più parti ad allargare l’output con più determinazione a fronte degli elevati livelli raggiunti dal prezzo del greggio.
La decisione ha subito spinto al rialzo il prezzo del petrolio: il quota 90 32 dollari/barile in rialzo dell’1,3%, mentre il statunitense scambia in rialzo a 89,48 usd/b.
L’Organizzazione – si legge nello statement – “riconferma il piano di adeguamento della produzione e il meccanismo di adeguamento della produzione mensile” approvati in precedenza e, quindi, “la decisione di adeguare al rialzo la produzione complessiva mensile di 0,4 mb/g per il mese di marzo 2022”. L’Opec inoltre “ribadisce l’importanza fondamentale di aderire al meccanismo di compensazione, approfittando della proroga del periodo di compensazione fino a fine giugno 2022”.
La prossima riunione dei Ministri è stata convocata per il 2 marzo 2022.