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Oms: in Ue almeno 17 milioni di persone hanno avuto il long Covid

(Teleborsa) – Sono 23.161 i nuovi casi Covid in Italia nelle ultime 24 ore secondo i dati del Ministero della Salute (ieri erano stati 6.415 di ieri, lo scorso martedì 24.855). I tamponi effettuati sono 184.211 (ieri 57.519) con un tasso di positività che sale dall’11,2% al 12,6%. I decessi di oggi sono 93 (ieri 33), per un totale da inizio pandemia di 176.335. Le terapie intensive scendono di 13 unità (ieri -4) ed ora sono 163, con 10 ingressi del giorno; in calo di 121 unità (ieri +66) i ricoveri ordinari, per un totale di 3.868.

Nel frattempo alla 72/a Sessione dell’Oms Europa in corso a Tel Aviv è stato reso noto che almeno 17 milioni di persone in Europa hanno sperimentato il Long Covid nei primi 2 anni di pandemia ed è possibile che milioni debbano conviverci per molti anni a venire. “I modelli indicano – hanno fatto sapere dall’Oms – un sorprendente aumento del 307% dei nuovi casi di Long Covid nel periodo tra il 2020 e il 2021, indotto dal rapido aumento dei casi confermati di infezione dalla fine del 2020 e per tutto il 2021”. E le donne hanno probabilità doppie rispetto agli uomini di soffrirne. I dati hanno poi suggerito che il rischio di Long Covid “aumenta drammaticamente tra i casi gravi di infezione che necessitano di ricovero, con 1 donna su 3 e 1 maschio su 5 che possono sviluppare la malattia a lungo”.

“Anche se c’è ancora molto da imparare sul Long Covid, in particolare su come si presenta nelle popolazioni vaccinate rispetto a quelle non vaccinate e come influisce sulle re-infezioni, questi dati – ha dichiarato in una nota Hans Henri P. Kluge, Direttore regionale dell’Oms per l’Europa – evidenziano l’urgente necessità di ulteriori analisi, più investimenti, più sostegno e più solidarietà con coloro che soffrono di questa condizione”. “Milioni di persone nella nostra regione, a cavallo tra Europa e Asia centrale – ha aggiunto –, soffrono di sintomi debilitanti molti mesi dopo la loro iniziale infezione da covid. Non possono continuare a soffrire in silenzio”. Per questo, secondo Kluge, i governi e i partner sanitari “devono collaborare per trovare soluzioni basate su ricerche e prove”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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