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Natalità, in Italia si fanno sempre meno figli

(Teleborsa) – “E’ evidente che stiamo vivendo un momento critico, nel 2020 abbiamo avuto 405mila nati, nel 2021 il bilancio finale sta per uscire, saremo sicuramente al di sotto di questo valore. Un Paese con 60 milioni di abitanti non può avere meno di 400mila nati, vuol dire veramente non avviare il processo di ricambio generazionale”.

Lo ha detto, parlando del tema della natalità a Sky TG24 Gian Carlo Blangiardo, Presidente dell’Istat, ospite di Buongiorno. “Qualche iniziativa in questo senso, penso all’assegno unico universale, è stata attivata – ha aggiunto -, ci auguriamo che ce ne siano altre che in qualche modo interagiscano con questa perchè è una di quelle situazioni che dobbiamo cercare di risolvere”.

“Sul piano dell’occupazione siamo quasi tornati ai livelli precedenti la pandemia, quantomeno come tasso di occupazione. Rispetto all’aver perso un milione di occupati siamo un po’ sotto, ma – prosegue Blangiardo – stiamo andando sulla strada su cui auspichiamo di continuare. Una criticità di cui si parla meno è che spesso le imprese hanno difficoltà a trovare profili professionali adeguati, si parla di un milione di posti non occupati, e’ una stima, perchè non ci sono soggetti che hanno requisiti professionali per poterli occupare. E‘ un vincolo alla ripresa verso la quale ci siamo indirizzati”.

Per quanto riguarda l’economia “i segnali e le statistiche sono confortanti. Ieri è uscita la produzione industriale e rispetto all’anno precedente l’aumento e’ dell’11,8%, la caduta era stata dell’11,4%, vuol dire che si e’ recuperato il terreno perso. Anche sul PIL abbiamo segnato non ancora il completo recupero ma un andamento interessante, importante in termini di crescita. Alcuni segnali dicono che stiamo rialzando la testa, ovviamente ci sono poi una serie di criticità: la ripresa dell’inflazione, indotta dai costi energetici ma non solo, è un elemento importante che si riflette sulla qualità della vita e sulla capacità delle famiglie di sostenere i consumi, consumi che rispetto al pre-pandemia sono inferiori nell’ordine del 4%”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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