(Teleborsa) – La Banca centrale europea (BCE) deve essere cauta “nell’utilizzare strumenti di politica monetaria per limitare i premi al rischio, poiché è praticamente impossibile stabilire con certezza se un allargamento dello spread sia fondamentalmente giustificato. Ci si può facilmente trovare in gravi difficoltà”. Lo ha detto Joachim Nagel, presidente della Bundesbank e quindi membro del consiglio direttivo della BCE, aggiungendo che la politica monetaria di Francoforte non deve essere guidata da movimenti di breve termine sui mercati finanziari, ma perseguire un obiettivo di inflazione a medio termine e la stabilità dei prezzi.
Le circostanze necessarie
“Per me è chiaro che misure insolite di politica monetaria volte a combattere la frammentazione possono essere giustificate solo in circostanze eccezionali e in condizioni strettamente definite“, ha spiegando durante un intervento al Frankfurt Euro Finance Summit. Nagel ha elencato alcune condizioni alla base per uno strumento anti-frammentazione, che comunque dovrebbe essere “strettamente temporaneo”, caratteristica definita “importante dal punto di vista legale”.
Come minimo, gli spread dei tassi di interesse dovrebbero essere fondamentalmente ingiustificati, ovvero il risultato di eccessi nei mercati finanziari, In secondo luogo, i singoli Stati membri non ricevono i segnali di politica monetaria come previsto, cioè il meccanismo di trasmissione è compromesso. Infine, quanto sopra limita la capacità dell’Eurosistema di mantenere la stabilità dei prezzi nell’area euro.
Le condizioni da soddisfare
Inoltre, secondo il presidente della Bundesbank, qualsiasi nuovo strumento anti-frammentazione dovrebbe essere adeguatamente predisposto per soddisfare tre condizioni: la prima relativa all’orientamento della politica monetaria, la seconda al mandato e la terza agli incentivi economici.
La prima è che l’uso dello strumento non modifichi l’orientamento della politica monetaria. La seconda è che qualsiasi nuovo strumento debba essere giustificato esclusivamente da motivi di politica monetaria, rispettare il principio di proporzionalità e contenere garanzie sufficienti per impedirne l’ingresso in contrasto con il divieto di finanziamento monetario dei governi. L’ultima condizione è che gli Stati membri continuino a disporre di incentivi sufficienti per condurre le proprie politiche fiscali ed economiche in modo sostenibile e ridurre i livelli di indebitamento.
L’attenzione al debito
La questione dell’indebitamento è stata toccata anche in altri passaggi del discorso. Secondo il banchiere centrale, i paesi membri dell’eurozona hanno il compito di rafforzare la fiducia nelle loro future politiche fiscali. “In tale contesto, mi sorprende che la clausola di salvaguardia per la deviazione dalle regole di bilancio sia stata già prorogata di recente fino al 2023 – ha affermato – Inoltre, a volte sembra esserci l’impressione che le regole di bilancio non saranno più realmente vincolanti in futuro. Questi sono i segnali sbagliati da inviare se vogliamo generare fiducia in finanze pubbliche sane anche in un contesto di tassi di interesse in aumento”.