(Teleborsa) – Le attività di difesa commerciale dell’Unione europea nel 2021 hanno direttamente tutelato 462.000 posti di lavoro nel 2021 in settori produttivi chiave dell’UE quali l’alluminio, l’acciaio, la ceramica e le tecnologie verdi. La relazione annuale dell’esecutivo UE indica che la Commissione ha intensificato le attività di monitoraggio per individuare e sanzionare gli operatori economici che si sottraggono ai dazi, in particolare attraverso l’elusione.
“È fondamentale difendere i produttori e i lavoratori europei dai danni inflitti da coloro che non rispettano le norme commerciali – ha commentato Valdis Dombrovskis, Vicepresidente esecutivo e Commissario per il Commercio – Garantire un commercio equo è oggi più importante che mai, a fronte del difficile contesto globale e delle minacce incombenti sulla sicurezza degli approvvigionamenti. Non possiamo consentire che le importazioni oggetto di dumping o di sovvenzioni danneggino l’industria dell’UE”.
Alla fine del 2021 nell’UE erano in vigore 163 misure definitive di difesa commerciale: 109 misure antidumping definitive (31 delle quali estese), 19 misure antisovvenzioni (una delle quali estesa) e tre misure di salvaguardia, con un aumento di 13 misure rispetto al 2020.
Il livello di attività d’inchiesta nel 2021 è stato in linea con gli anni precedenti. Le inchieste in corso sono state 88, di cui 29 inchieste originarie e 59 riesami, rispetto alle 85 del 2020. Alla fine del 2021 erano in corso 43 inchieste, come alla fine del 2020.
Nel 2021 la Commissione ha avviato 14 nuove inchieste (11 antidumping e tre antisovvenzioni) rispetto alle 15 del 2020. Ha istituito dazi provvisori in 10 inchieste antidumping e ha concluso 12 inchieste con l’istituzione di dazi definitivi (11 antidumping e uno antisovvenzioni).