(Teleborsa) – Il Ministero dell’economia e delle finanze (MEF) è al lavoro per definire nuove regole che possano semplificare il processo di quotazione in borsa, rassicurare gli imprenditori che valutano di far sbarcare le loro aziende a Piazza Affari e far aumentare l’importanza di Borsa Italiana all’interno dei mercati dei capitali europei. Con una capitalizzazione complessiva di 800 miliardi di euro, la borsa di Milano è infatti molto indietro rispetto a Parigi (capitalizzazione di mercato di 3,7 trilioni di euro) e Amsterdam (1,4 trilioni di euro).
“Il mercato dei capitali italiano è cronicamente indietro rispetto a quello di altre economie avanzate, in parte a causa delle debolezze dell’ecosistema del Paese e in parte a causa di ostacoli normativi“, viene affermato in un documento del Tesoro citato da Reuters. L’Italia sta cercando di rafforzare i diritti di voto per incoraggiare i proprietari delle società a quotarle sulla borsa di Milano senza preoccuparsi di perdere il controllo a favore di altri azionisti, secondo quanto scrive l’agenzia internazionale.
“L’efficacia delle regole che rafforzano i diritti di voto – come azioni speciali e azioni a voto multiplo – è stata riconsiderata per vedere se potrebbe avere senso rafforzarle al fine di rendere l’Italia un luogo più attraente per le aziende, afferma il documento. Il Tesoro suggerisce che le società possano essere autorizzate ad emettere azioni speciali che diano agli investitori esistenti il ??diritto di esprimere più di tre voti per ciascuna azione posseduta in assemblea, superando l’attuale limite di tre.
Un’altra questione sulla quale il MEF è al lavoro è la lunghezza dei processi per promuovere offerta pubblica iniziale (IPO) presso Borsa Italiana, con le società che si trovano ora a stilare informative al mercato lunghe svariate centinaia di pagine. “Un’informazione eccessiva rischia, in fin dei conti, di produrre gli stessi effetti negativi della mancanza di informazioni“, afferma il documento, suggerendo un limite di 300 pagine. Un’altra opzione sul tavolo è il potenziamento del direct listing. Questo procedimento prevede che una società non emetta nuove azioni, ma si limiti ad offrire agli investitori il suo stock privato.
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