(Teleborsa) – Il mese di dicembre 2021 si è chiuso con un fabbisogno del settore statale stimato, in via provvisoria, in 3 miliardi, in miglioramento di circa 500 milioni rispetto a quello del corrispondente mese dello scorso anno (3,468 miliardi). Il fabbisogno del settore statale del 2021 è pari a circa 106 miliardi, in miglioramento di circa 52,9 miliardi rispetto a quanto registrato nel 2020 (158,901 miliardi). Il dato di preconsuntivo risulta inferiore rispetto alle stime contenute nella Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza per il 2021. Questi i dati sul fabbisogno del settore statale diffusi oggi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Nel confronto con il corrispondente mese del 2020, – spiega il Mef in una nota di commento – il saldo di dicembre ha beneficiato dell’aumento degli incassi fiscali dovuto all’effetto congiunturale e alla dinamica dell’IVA sulle importazioni. Dal lato dei pagamenti il ministero evidenzia una maggiore spesa delle Amministrazioni centrali, cui hanno contribuito il trasferimento alla Cassa per i servizi energetici e ambientali (CSEA) per il contenimento dei prezzi del settore elettrico e gas previsto dal cd. Decreto bollette (2,9 miliardi), la maggiore quota versata al bilancio comunitario (circa 2,3 miliardi) e le erogazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate del cosiddetto “contributo perequativo” (oltre 3,2 miliardi).
La spesa per interessi sui titoli di Stato – sottolinea il Mef – appare in linea con il valore di dicembre 2020. Il fabbisogno annuale del settore statale del 2021 è risultato in miglioramento rispetto all’anno precedente grazie a una crescita degli incassi solo parzialmente compensata da un aumento dei pagamenti. Dal lato degli incassi si è registrata una ripresa degli introiti fiscali dovuta all’effetto congiunturale nonché ai recuperi dei versamenti tributari e contributivi sospesi nel corso del 2020 dai provvedimenti normativi legati all’emergenza Covid-19. Hanno inoltre influito i maggiori incassi relativi ai Fondi di rotazione per le politiche comunitarie e all’anticipo dei trasferimenti a fondo perduto (cd. grants) del Recovery Fund.
Dal lato dei pagamenti si è registrato un incremento della spesa delle Amministrazioni Centrali e Territoriali anche in relazione alle misure previste dai provvedimenti per il contenimento dell’emergenza epidemiologica, quali le erogazioni di contributi a fondo perduto da parte dell’Agenzia delle Entrate e il finanziamento del Fondo per le Emergenze Nazionali per il Commissario Straordinario. La spesa per interessi sui titoli di Stato – conclude la nota – fa registrare una riduzione rispetto all’anno precedente.