(Teleborsa) – “Oggi diversi indicatori, a cominciare dalla fiducia delle imprese, prefigurano un rallentamento dell’economia tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo, a causa soprattutto della guerra in Ucraina. La variazione acquisita del PIL per il 2022 è del 3,9 per cento, ma il dato finale (nei conti nazionali annuali) dovrebbe essere leggermente inferiore perché quest’anno i giorni lavorativi sono tre in meno rispetto al 2021“.
Lo ha segnalato la presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, Lilia Cavallari, nel corso di un’audizione alle commissioni bilancio di Camera e Senato sulla manovra. Secondo le stime dell’UPB, ha aggiunto, “nel quarto trimestre il PIL rallenterà in termini congiunturali e nel complesso del 2022 la crescita si attesterà vicino all’obiettivo del Governo, se non lievemente al di sopra”.
“Nel confronto con le attese di istituzioni e analisti privati, lo scenario programmatico del Governo sul PIL è quindi condivisibile per il 2022 mentre risulta nella fascia alta delle stime per i prossimi anni” ha affermato Cavallari sottolineando che “su queste previsioni gravano comunque rischi di varia natura, come gli sviluppi della guerra in Ucraina e la possibile recrudescenza della pandemia, a cui si aggiunge il pericolo che l’inflazione energetica e la carenza di alcuni materiali compromettano l’attuazione del PNRR”. Come già sottolineato per la revisione della NADEF l’Ufficio Parlamentare di Bilancio “conferma una valutazione positiva sull’impegno, ribadito con la manovra, a ridurre il rapporto tra debito pubblico e il PIL, grazie anche a un rientro programmato del deficit al 3 per cento del prodotto nel 2025”.
L’estensione del regime forfettario a 85mila euro “coinvolge un numero piuttosto limitato di contribuenti, ma pone comunque problemi di equità all’interno della stessa categoria dei lavoratori autonomi, che vengono sottoposti a un trattamento eterogeneo non giustificato da ragioni di capacità contributiva” mentre la coesistenza con il regime dell’Irpef, “al quale continuano a essere sottoposti dipendenti e pensionati, genera squilibri sulla base dei principi di equità orizzontale del prelievo”, ha rilevato ancora la presidente dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio. “Si tenga presente, infatti – ha aggiunto – che i criteri impliciti derivanti dall’applicazione del regime determinano una selezione tale per cui i soggetti che aderiscono appartengono per oltre il 77 per cento al 10 per cento dei contribuenti con reddito da lavoro più elevato. Ciò significa che l’ulteriore estensione del regime coinvolge oggi prevalentemente i contribuenti più ricchi”. Per questi soggetti rileva l’UPB, il guadagno rispetto alla imposta progressiva “è generalmente molto elevato: la metà di essi risparmia più di 7.500 euro di Irpef e un quarto più di 9.500″. Infine “l’innalzamento del limite crea un incentivo limitato a far aumentare ricavi e compensi, ma determina un forte disincentivo alla crescita, poiché al superamento della soglia tutto il reddito viene sottoposto a tassazione ordinaria”.
Quanto alla ripetuta adozione di sanatorie fiscali rischia “di danneggiare sia l’efficienza del sistema di riscossione sia il rapporto con i contribuenti, che potrebbero essere indotti a non pagare i tributi nell’attesa di future sanatorie” mentre “politiche non rigorose nella lotta all’evasione rischiano di compromettere il raggiungimento di alcuni obiettivi fissati dal PNRR”. Lo ha sottolineato la presidente dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, Lilia Cavallari, nel corso di un’audizione alle commissioni bilancio di Camera e Senato sulla manovra. “Provvedimenti di questa natura sono già stati approvati anche in anni passati – ricorda l’UPB – e introducono elementi, anche temporanei, che andrebbero meglio collocati all’interno di una riforma organica delle procedure di accertamento fiscale, del regime sanzionatorio, della riscossione e della gestione del magazzino dei carichi residui”.