(Teleborsa) – E bonus IPO fu per gli imprenditori italiani desiderosi di fare l’esperienza della quotazione in Borsa, che saranno incentivati dal mantenimento di un’agevolazione che favorisce le quotazioni, grazie ad un credito d’imposta riconosciuto sulle spese di consulenza delle PMI che approdano sul mercato azionario. Passa così una delle misure che erano state in bilico sino all’ultimo, in attesa di capire se ci sarebbero state e risorse sufficienti a finanziarle(circa 15 milioni l’anno e 30 milioni per prorogarla sino a tutto il 2024).
Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, si è letteralmente schierato a favore dell’agevolazione, che potrebbe tornare, secondo il pacchetto di proposte avanzato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, sino ad un tetto di 500mila euro, nella sua versione originaria, dopo esser stato abbassato lo scorso anno a 200mila.
Il cosiddetto bonus IPO Nera stato istituito dalla Legge di bilancio 2018 e prevede la possibilità di maturare un credito d’imposta per il 50% delle spese di consulenza sostenute ai fini della quotazione, sino ad un tetto massimo di 500mila euro. Fra i costi ammissibili quelli relativi alla predisposizione dei documenti di ammissione e del prospetto informativo, quelli relativi allo sponsor prescelto, quelli dovuti alla società di revisione sui bilanci certificati, in aggiunta ai costi diretti della quotazione dovuti a Consob e Borsa Italiana alle commissioni dovute ai broker ed a quelli di marketing per l’organizzazione del roadshow. Costi che possono variare notevolmente a seconda della dimensione della società che si quota e della cassa di risonanza dell’IPO stessa.
Sin dalla sua introduzione quattro anni fa, il bonus IPO ha rappresentato un forte incentivo alla quotazione di PMI e startup, soprattutto quelle dirette al mercato Euronext Growth Milan (ex AIM Italia), che ha compensato i massicci flussi in uscita per i delisting di grandi aziende, volate su mercati giudicati più in vista e più competitivi, anche dal lato fiscale.