(Teleborsa) – Primi effetti sulle borse mondiali dopo la decisione della Banca Centrale Europea di alzare i tassi e terminare a luglio il programma di acquisti dei titoli di Stato. Calo generalizzato ma Piazza Affari è stata quella che maggiormente ha sofferto: l’indice Ftse Mib ha ampliato la perdita al 5% e bruciato così quasi 39 miliardi di euro di capitalizzazione in una sola giornata. Ad aumentare le preoccupazioni è stato anche il dato sull’inflazione Usa: a maggio i prezzi sono aumentati dell’8,6%, dall’8,3% atteso, toccando i massimi da 40 anni. Netti ribassi, ma meno pesanti, sulle altre Borse: Londra -1,25%, Francoforte -1,2%, Parigi -1,5%.
Cresce anche lo spread. Il differenziale di rendimento tra Btp italiani e Bund tedeschi viaggia sui 225 punti base. La BCE ha inoltre comunicato che i tassi saliranno di 25 punti base a luglio e che un nuovo, temuto, rialzo si attende a settembre. E altre nubi si addensano sul cielo italiano e europeo in genere, sia perché sembra molto fragile la possibilità di crescita, sia perché incombe l’incognita della guerra in Ucraina, con i rincari sul fronte energetico e l’aumento dell’inflazione.
In forte calo anche Wall Street con l’inflazione che vola ai massimi da 40 anni. Il Dow Jones perde il 2,36% a 31.513,25 punti, il Nasdaq cede il 3,07% a 11.396,27 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreni il 2,60% a 3.913,72 punti.
La Banca d’Italia ha stimato nel frattempo un’inflazione al consumo nel Paese al 6,2% nella media di quest’anno, spinta dagli effetti del forte rincaro dei beni energetici e delle strozzature all’offerta. L’inflazione scenderebbe poi al 2,7 per cento nel 2023 e al 2% per cento nel 2024. Questa la nuova proiezione elaborata nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema. A gennaio via Nazionale stimava un’inflazione media del 3,5% quest’anno, dell’1,6% nel 2023 e dell’1,7% nel 2024.