(Teleborsa) – L’OCSE ha rimodulato le stime di crescita dell’economia mondiale, migliorando lievemente quelle per l’anno in corso e confermando un deciso rallentamento per l’anno prossimo. Nell’ultimo Economic Outlook, la stima di crescita del PIL mondiale nel 2022 è stata ritoccata al rialzo di un punto base al +3,1% e nel 2023 è confermata a +2,2%, mentre nel 2024 si attende una leggera ripresa a +2,7%.
“L’economia globale sta affrontando sfide significative. La crescita ha perso slancio, anche se nello scenario centrale non c’è una recessione globale, ma un significativo rallentamento della crescita dell’economia mondiale nel 2023, nonché un’inflazione ancora elevata, sebbene in calo, in molti paesi”, sottolinea l’Organizzazione per la cooperazione economica, aggiungendo che “i rischi sono orientati verso il basso”.
“La carenza di approvvigionamento energetico potrebbe spingere i prezzi più in alto”, ribadisce l’OCSE, prevedendo che ulteriori aumenti dei tassi di interesse saranno “necessari per frenare l’inflazione” ed avvertendo che “la guerra della Russia in Ucraina sta aumentando il rischio di crisi del debito nei Paesi a basso reddito e l’insicurezza alimentare”.
“La politica ha ancora una volta un ruolo cruciale da svolgere: un ulteriore inasprimento della politica monetaria è essenziale per combattere l’inflazione e il sostegno della politica fiscale dovrebbe diventare più mirato e temporaneo”, afferma Alvaro Santos Pereira nell’editoriale che accompagna il rapporto OCSE, aggiungendo che “una rinnovata attenzione alle politiche strutturali consentirà ai responsabili politici di promuovere l’occupazione e la produttività, nonché di far funzionare la crescita per tutti. In altre parole, è nelle nostre mani superare questa crisi. E se scegliamo di intraprendere la giusta serie di politiche, aumenteremo sicuramente le nostre possibilità di successo”.
2023 confermato anno di bassa crescita
Scendendo nel dettaglio, la crescita dell’Eurozona è stata rivista al rialzo a +3,3% e quella del 2023 è indicata a +0,5%, mentre per il 2024 è attesa una ripresa a +1,4%. La Germania viene ancora vista in recessione nel 2023 anche se meno pronunciata (-0,3%) mentre quest’anno si attende un +1,8% e nel 2024 una ripresa a +1,5%.
Anche gli Stati Uniti seguiranno questa tendenza, con un +1,8% quest’anno, un +0,5% il prossimo ed un +1% nel 2024. Più forte la crescita del Giappone che vedrà un +1,6% quest’anno, +1,8% il prossimo e +0,9% del 2024, mentre la Cina crollerà quest’anno su un minimo storico del +3,3% per poi segnare un +4,6 ed un +4,1% nei due anni successivi.
L’inflazione rallenterà
L’inflazione invece dovrebbe segnare il passo l’anno venturo, in risposta ad una crescita meno pronunciata ed alle politiche restrittive delle banche centrali. Per l’area OCSE si stima per il 2022 una corsa al massimo storico del 9,4%, per rallentare nel 2023 al 6,5% e nel 2024 al 5,1% del 2024.
L’Eurozona dovrebbe registrare un’inflazione dell’ 8,3% quest’anno, del 6,8% il prossimo e del 3,4% nel 2024, mentre gli Stati Uniti dovrebbero avere un’inflazione al 6,2% quest’anno, al 3,5% il prossimo ed al 2,6% nel 2024.
Cosa faranno le banche centrali?
“La BCE ha avviato un inasprimento della politica monetaria, ma sono necessari ulteriori aumenti dei tassi ufficiali per garantire che le misure lungimiranti dei tassi di interesse reali diventino positive, che il disancoraggio delle aspettative di inflazione sia invertito e le pressioni inflazionistiche siano durevolmente ridotte”, afferma l’OCSE, segnalando che “ciò comporterà probabilmente un periodo di crescita al di sotto del trend per aiutare a ridurre le pressioni sulle risorse”.
L’Organizzazione con sede a Parigi ritiene che la BCE complessivamente rialzi di tassi di interesse di altri 225 punti base, portando il tasso di riferimento principale al 4,25% nel secondo trimestre 2023 e mantenendo questo livello anche nel 2024.
“Si prevede che i titoli in scadenza saranno integralmente reinvestiti nell’orizzonte di proiezione – spiega l’OCSE – utilizzando tutti i margini di flessibilità nel reinvestire i proventi delle obbligazioni in scadenza nel bilancio della BCE per limitare la frammentazione finanziaria nell’area dell’euro”.
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L’OCSE ha anche rivisto al rialzo le previsioni di crescita dell’Italia per il 2022 a +3,7% (tre punti base in più della stima precedente), ma ha tagliato la stima sul 2023 a +0,2% (due punti base sotto la precedente previsione), mentre sul 2024 vede una lieve ripresa dell’1%. La disoccupazione aumenterà all’8,3% nel 2023, dopo il calo all’8,1% del 2022, e crescerà ancora nel 2024 all’8,5%. L’inflazione raggiungerà l’8,1% quest’anno, per attestarsi al 6,5% il prossimo ed al 3% nel 2024.
“Gli alti prezzi dell’energia agiranno da freno sulla produzione nelle industrie ad alta intensità energetica, mentre il calo dei redditi reali dovuto all’elevata inflazione, all’aumento dei tassi di interesse e alla crescita contenuta del mercato delle esportazioni modererà la crescita della domanda”, spiega l’OCSE.
“L’inasprimento della politica monetaria – afferma – sarà in parte compensato da maggiori investimenti pubblici legati al Programma nazionale di ripresa e resilienza. La tempestiva attuazione di nuovi investimenti, la riforma del diritto della concorrenza e l’efficace orientamento delle misure di sostegno alla crisi energetica saranno fondamentali per sostenere l’attività a breve termine e gettare le basi per una crescita sostenibile a medio termine”.