(Teleborsa) – Crescono le difficoltà delle imprese del settore commercio, che dal 2016 a oggi si sono ridotte di quasi 73mila unità, di cui oltre 30mila dal 2019 ad oggi. Quadro reso ancora più difficile dalla competizione con l’online.
Secondo i dati presentati da Confesercenti in assemblea, “la ridistribuzione delle quote di mercato tra online e canali fisici produrrà una riduzione di piccoli esercizi di circa 60mila unità tra il 2022 ed il 2027, con 100mila posti di lavoro perduti”. L’ecommerce è atteso raggiungere e sorpassare già nel 2027-28 la quota di mercato delle piccole superfici nel comparto non alimentare. La spesa andata in fumo nel 2022 a causa dell’inflazione raggiunge 7,2 miliardi di euro, secondo le stime presentate.
“Al grande crollo dei consumi causato dalla pandemia (-107 miliardi di euro nell’annus horribilis 2020) fa oggi seguito l’inflazione”, afferma l’associazione del commercio, del turismo e dei servizi che prevede un incremento dei prezzi dell’8% nel 2022, del 5,1% nel 2023, del 4% nel 2024 e del 2,9% nel 2025. L’erosione del potere d’acquisto delle famiglie nel periodo 2022-2025 raggiungerà 22 miliardi e porterà un calo dei consumi di almeno 17 miliardi. I consumatori italiani spenderanno in media per i regali di Natale 197 euro a persona, un budget in calo di 39 euro rispetto al 2021 (238 euro), secondo le stime di Confesercenti, elaborate a partire da sondaggi sui consumatori condotti con Swg e Ipsos.
“A pesare, incertezza e riduzione del potere d’acquisto a causa dell’inflazione, che frenano gli acquisti in una larga parte della popolazione”, spiega lo studio: a fronte di un 39% di italiani che dichiara l’intenzione di mantenere stabile la spesa, il 47% annuncia che ritoccherà al ribasso il budget previsto per i doni rispetto allo scorso anno. Le grandi piattaforme di ecommerce si impongono tra i canali d’acquisto più utilizzati, con il 63% delle indicazioni. Seguono i centri commerciali (46%) e le grandi catene monomarca (29%). I negozi di vicinato saranno scelti dal 22%, come supermercati e ipermercati. Cresce la vendita diretta: il 21% acquisterà online direttamente dal sito del produttore. Il 12%, invece, si rivolgerà ad un mercatino per comprare almeno uno dei regali. Tra i regali, spiccano i capi d’abbigliamento (44% delle indicazioni), seguiti da libri (40%), prodotti di profumeria (39%), giochi e giocattoli (38%), regali gastronomici (31%), accessori di moda (30%), prodotti tecnologici (25%), arredamento e prodotti per la casa, vini ed elettrodomestici (tutti al 21%). Solo il 7%, invece, regala un viaggio o una vacanza. Al di là dei doni, solo il 17% ha già deciso di progettare un viaggio per il periodo delle feste di Natale e Capodanno, cui si potrebbe aggiungere una quota del 18% di indecisi. Nel 2022 sono mancate circa 300 mila figure professionali nei settori del turismo e ristorazione, che sperimentano “difficoltà di reperimento di lavoratori”, secondo l’analisi di Confesercenti.
Solo per l’ultimo trimestre del 2022 potrebbero essere tra 55 e 60 mila i lavoratori “mancanti” nei due comparti. L’associazione segnala come una “piaga” i contratti ‘pirata’ che “generano dumping e creano di fatto difficoltà occupazionali legate anche ad un Reddito di cittadinanza che sino ad ora ha fornito alternativa ai bassi salari determinati da questi contratti”. Per il settore turistico l’associazione vede una “ripartenza” ma “ancora insufficiente”, avviata dalla scorsa primavera. “Nonostante la buona ripresa, tra gennaio e agosto di quest’anno – afferma – le presenze si sono fermate a 292 milioni: un aumento del 46% sul 2021, ma ancora l’11,5% in meno rispetto al 2019. A mancare soprattutto le presenze straniere, ferme al -15,5% dai livelli pre-pandemia. Neanche la domanda italiana è del tutto recuperata, con il 7,6% di presenze in meno rispetto al 2019”. Dunque, si riparte ma – sottolinea Confesercenti – i livelli pre-pandemia sono ancora lontani.