in

Lavoro, Capone (Ugl): salario minimo non risolve il problema, occorre rafforzare contratti collettivi

(Teleborsa) – “Urgono misure strutturali per far fronte all’emergenza bollette e all’aumento dell’inflazione. Il Governo ascolti le proposte delle parti sociali e intervenga a sostegno di lavoratori e imprese attraverso un taglio consistente del cuneo fiscale. Per far ripartire il Paese e scongiurare lo spettro della recessione occorre rafforzare il potere d’acquisto dei lavoratori e rilanciare i consumi. In tal senso, il problema del lavoro povero non si risolve con una legge sul salario minimo ma rafforzando i contratti collettivi nazionali che rappresentano lo strumento principale per implementare le tutele a favore dei lavoratori”. È la posizione espressa da Paolo Capone, Segretario Generale dell’Ugl in merito all’incontro fra il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e i sindacati.

“Non e’ il momento storico per parlare di una legge sul salario minimo, considerato che a differenza di altri Stati europei, la contrattazione in Italia copre circa il 90% dei settori lavorativi. In questa fase più che mai il Paese non ha bisogno di scontri ideologici ma di responsabilità. Pertanto, come Ugl rivolgiamo a tutti gli attori sociali e politici l’appello a sottoscrivere un Patto per il lavoro e lo sviluppo volto ad accompagnare il processo di ripresa grazie alle risorse del Pnrr. Chiediamo dunque al Governo di riaprire il tavolo della contrattazione per discutere di un nuovo modello di relazioni industriali fondato sull’art. 46 della Costituzione che prevede la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese”, ha aggiunto Capone.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

Uber Files, dopo indagine verso stop taxi in tutta Italia

La crisi petrolifera non è finita. AIE lancia l'allarme: peggio potrebbe ancora arrivare