(Teleborsa) – “Pensiamo che quest’anno l’inflazione scenderà. Sarà al di sopra di dove vogliamo che sia nel lungo termine, ma questo periodo di tre anni – 2020, 2021 e 2022 – è fondamentalmente parte di un ciclo legato alla pandemia”. Lo ha affermato Philip Lane, capo economista della Banca centrale europea (BCE), in un’intervista all’emittente irlandese RTE, sottolineando che “la pandemia […] ha portato a un’inflazione insolitamente bassa. Parte di essa si è invertita nel 2021 e ora nel 2022 abbiamo una terza tappa di questo episodio di pandemia”. “In tal senso, non va paragonata con l’andamento storico. La pandemia è un episodio unico“, ha puntualizzato.
“L’economia europea è un importante importatore di energia. Il fatto che i prezzi dell’energia siano aumentati così tanto è motivo di grande preoccupazione – ha aggiunto l’ex Governatore della Banca centrale d’Irlanda – Naturalmente dobbiamo pensare in termini di conseguenze dell’inflazione. Il fatto che i prezzi siano aumentati così tanto significa che, rispetto all’incremento dell’anno scorso, quest’anno ci sarà probabilmente un rialzo minore”.
“Ma ci sono dei fattori che dobbiamo considerare, tra cui sicuramente le questioni geopolitiche – ha evidenziato Lane – D’altra parte, quello che pensiamo è che le pressioni sull’offerta dovrebbero diminuire nel complesso quest’anno. Terremo d’occhio questo aspetto, è una questione molto importante”.
Oltre ai prezzi dell’energia, la BCE sta anche tenendo d’occhio se l’attuale periodo di alta inflazione sta avendo effetti a catena sui salari. “Uno dei grandi problemi per noi quest’anno è ciò che sta accadendo in termini di comportamento salariale”, ha affermato il capo economista della BCE. “Ci aspettiamo che i salari aumentino – ha aggiunto – Ciò riflette in parte il fatto che il mercato del lavoro è stato più resiliente alla pandemia grazie, ovviamente, all’ampio sostegno del governo in molti mercati del lavoro”.
“E se avremo un mercato del lavoro più forte nei prossimi anni, allora dovremmo avere un comportamento salariale più forte rispetto a prima della pandemia”, ha affermato, prima di sottolineare che “in una certa misura, sarà quello che vogliamo, ma dobbiamo tenere d’occhio se gli stipendi andranno oltre e si sposteranno nel second round effect, che sarebbe qualcosa di preoccupante”.