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Istat, l'economia italiana rallenta nel 2022 dopo la crescita record del 2021

(Teleborsa) – Dopo una crescita record nel 2021, pari a +6,6%, a inizio anno il Pil dell’Italia è tornato sui livelli di fine 2019, anche se con progressi non uniformi tra i settori. Dalla seconda metà dello scorso anno “lo scenario internazionale si è gradualmente deteriorato per effetto di strozzature dal lato dell’offerta e di consistenti spinte inflazionistiche, esacerbate dall’invasione russa dell’Ucraina”. Quest’ultima ha anche peggiorato le attese, così come il cambio di intonazione della politica monetaria. Coerentemente, “le prospettive di crescita mondiali per il 2022 e il 2023 sono peggiorate e quelle per l’Italia, pur restando positive, sono in decelerazione”. È quanto emerge dal Rapporto annuale dell’Istat.

La crescita acquisita per il 2022 è, al momento, del 2,6%. Le recenti previsioni dell’Istat stimano che il Pil “continuerà a crescere nel 2022 e nel 2023, anche se a un ritmo nettamente inferiore a quello del 2021, grazie soprattutto alla spinta degli investimenti“. Il rialzo dei prezzi delle materie prime energetiche e agricole e le tensioni geopolitiche associate al conflitto russo-ucraino rappresentano “fattori critici per l’economia italiana”. Nel breve periodo “sono possibili ulteriori rincari dei prezzi e, insieme, una riduzione delle forniture di questi input produttivi”. L’inflazione a giugno ha raggiunto l’8% per l’indice Nic, ai massimi da gennaio 1986, sospinta dai rincari delle materie prime, in particolare del gas naturale, il cui prezzo è aumentato di circa sei volte.

La produzione industriale italiana aveva già superato nel 2021 i livelli di fine 2019. Nei primi quattro mesi del 2022 l’indice è cresciuto di un ulteriore 2,1% su base annua, nonostante una flessione importante a gennaio. Nello stesso periodo, al netto degli effetti di calendario, il fatturato è aumentato del 20,4% a prezzi correnti e del 5,5% in volume. Analogamente, trainato dagli incentivi fiscali, il settore delle costruzioni ha registrato una crescita continua e significativa da inizio 2021, che si è arrestata solo ad aprile 2022.

Dal quadro emerso le attività del terziario sono state le più colpite dalla crisi. Nel complesso, il livello del fatturato si è attestato su valori superiori a quelli di fine 2019, ma con notevoli differenze tra settori. A mostrare le maggiori difficoltà sono stati quelli più penalizzati dalle misure di contenimento dovute all’emergenza sanitaria, come l’alloggio e ristorazione e i servizi alle imprese.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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