(Teleborsa) – Con l’apertura, nel corso della prossima settimana, delle due nuove sedi di Torino e Napoli, alla presenza del presidente Gian Maria Gros-Pietro e del consigliere delegato e ceo Carlo Messina, si completa la realizzazione del sistema museale delle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, uno dei primi cinque al mondo in campo bancario. Parteciperà il professor Giovanni Bazoli, che – fa sapere Intesa Sanpaolo in una nota – continuerà a svolgere le funzioni di presidente emerito su invito del consiglio di amministrazione della Banca. Bazoli continuerà a poter essere consultato dal presidente e dal consigliere delegato sui temi della governance e sui temi strategici e istituzionali riguardanti la Banca e proseguirà, in collaborazione con Gros-Pietro, a progettare e realizzare il Progetto Cultura, il piano che definisce la missione, la vision e i programmi del Gruppo nel settore culturale e dei beni storico-artistici.
Il Progetto Cultura, che si articola su orizzonti di programmazione pluriennale ed è guidato da un comitato scientifico di esperti – spiega la nota – indirizza e propone i progetti e gli interventi nel campo dell’arte, della cultura e del patrimonio storico della Banca, realizzati dalla direzione Arte e Cultura e Beni Storici guidata da Michele Coppola. Le iniziative sono attuate autonomamente o in partenariato con altri soggetti pubblici e privati (musei, fondazioni, università, istituzioni pubbliche, enti teatrali e musicali) nazionali e internazionali.
Il patrimonio architettonico, artistico, biblioteconomico e archivistico di Intesa Sanpaolo è costituito da oltre 20 edifici di pregio, 20 chilometri di documentazione gestita e valorizzata dall’Archivio Storico del gruppo, 7 milioni di positivi e negativi fotografici e da oltre 35mila opere d’arte, che coprono un arco temporale che spazia dal V secolo a.C. al XXI secolo: un’ampia selezione è esposta permanentemente nelle sedi di Gallerie d’Italia e tra queste figurano capolavori di Caravaggio, Tiepolo, Canaletto, Boccioni, Fontana, Manzoni e Burri.
Nel 2017 Intesa Sanpaolo ha aggiornato il valore bilancistico delle collezioni, rideterminando a fair value il valore economico del proprio patrimonio storico-artistico, che è stato allineato alle valutazioni correnti nel mercato dell’arte, con l’adozione di rigorose procedure di revisione periodica delle quotazioni. È stata un’operazione pionieristica di rilevante impatto metodologico, economico e culturale perché, di là dalla significativa crescita del valore contabile e dai conseguenti riflessi positivi per gli azionisti, a partire da quell’anno i beni artistici sono stati anche pienamente legittimati come asset class nel mondo del credito e della finanza, con benefici effetti imitativi che hanno spinto altre aziende, non solo bancarie, a seguire l’esempio di Intesa Sanpaolo. Ad oggi le oltre 3.500 opere classificate quali beni artistici di pregio riportano un valore di circa 311,5 milioni di euro secondo il bilancio del 2021.
Con le aperture delle sedi di Napoli e Torino le Gallerie d’Italia dispongono oggi di una superficie espositiva complessiva di oltre 30mila metri quadrati. Il sistema – sottolinea Intesa Sanpaolo – è stato concepito e creato con l’obiettivo di condividere con il Paese la conoscenza, l’accessibilità, la pubblica fruizione e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico ereditato dai quasi 500 istituti bancari confluiti nel Gruppo e pervenuto con le donazioni di svariati soggetti privati. Le sedi espositive delle Gallerie d’Italia sono palazzi storici di grande pregio architettonico che in passato erano utilizzati come uffici della Banca e che, nell’opera di ristrutturazione e riallestimento dettata dalle esigenze delle nuove destinazioni d’uso – l’apertura al pubblico, la tutela e la conservazione delle opere, la sostenibilità e la piena accessibilità –, evidenziano la memoria delle loro passate funzioni.