(Teleborsa) – La stagione degli incendi boschivi del 2021 è stata la seconda peggiore nel territorio dell’Ue in termini di di area complessiva bruciata, da quando sono iniziate le registrazioni nel 2006: sono stati devastati dal fuoco 500.566 ettari, più del doppio della superficie del Lussemburgo e con un forte aumento rispetto ai 340.000 ettari registrati nel 2020. Quasi un quinto delle aree incendiate (102.598 ettari) sono all’interno di aree protette “Natura 2000″, che costituiscono la riserva di biodiversità dell’Ue.
Sono le conclusioni dell’ultima edizione della Relazione annuale sugli incendi boschivi in Europa, Medio Oriente e Nord Africa, pubblicata oggi dal Centro comune di ricerca (Jrc) della Commissione europea. Secondo il rapporto, nel 2021 l’Italia è stato il paese più colpito nell’Ue in termini di area bruciata (151.964 ettari), seguita da Grecia (108.418 ettari), Spagna (87.880) e Portogallo (28.360). L’Italia, inoltre, rappresenta da sola quasi un quarto della superficie totale bruciata all’interno dei siti Natura 2000, seguita da vicino dalla Spagna. Le regioni italiane più colpite nel 2021 sono state la Sicilia (59.872 ettari), la Calabria (28.481) e la Sardegna (25.805).
Pur riferendosi alla situazione del 2021, il rapporto contiene anche, in anteprima, alcuni dati allarmanti sul 2022. Da gennaio a fine ottobre, gli incendi sono sono stati ancora più distruttivi di quelli dell’anno scorso, avendo devastato un’area di circa 8.600 km2 (860.000 ettari). Il record negativo rimane comunque quello del 2017, quando gli incendi hanno interessato un’area complessiva di oltre 1 milione di ettari nell’Ue. Il rapporto nota una tendenza alla diminuzione del numero di incendi, ma con un aumento delle superfici bruciate. Inoltre, riferisce che il numero di vittime umane è stato contenuto grazie alle misure di prevenzione attuate sia dagli Stati membri che dal Meccanismo di protezione civile dell’Ue.
Nel 2021 il Meccanismo è stato ulteriormente rafforzato con un aumento di capacità in termini di aerei, elicotteri e altri mezzi antincendio per assistere i paesi membri. Questo supporto è stato ampiamente utilizzato durante gli incendi che hanno colpito la regione del Mediterraneo nel 2021 e nel 2022. Questa maggiore capacità è coordinata dal “Centro di coordinamento della risposta alle emergenze” dell’Ufficio europeo della protezione civile e umanitaria. Il Centro comune di ricerca offre supporto a questa azione fornendo informazioni tempestive sugli incendi in corso e aiutando a dispiegare i mezzi aerei finanziati dall’Ue dove sono più necessari. Quest’anno, il Meccanismo di protezione civile è stato attivato 11 volte da sei paesi, con richieste di aerei, elicotteri e vigili del fuoco: è il secondo anno con il numero più alto di richieste al Meccanismo di protezione civile Ue nell’ultimo decennio.