(Teleborsa) – Attesa in peggioramento l’attività della manifattura in Giappone. Il dato preliminare dell’indice PMI manifatturiero di febbraio, pubblicato da Markit ed elaborato da Jibun Bank, indica un valore di 52,9 punti, in calo rispetto ai 55,4 punti di gennaio. L’indicatore si indebolisce, ma resta sopra la soglia critica dei 50 punti che fa da spartiacque tra contrazione e crescita. La stima flash del PMI dei servizi contemporaneamente conferma un peggioramento del settore terziario, con il relativo indice che scende a 42,7 punti da 47,6.
“L’attività presso le imprese del settore privato giapponese si è fortemente contratta nel mese di febbraio poiché la variante Omicron del Covid-19 ha portato a numeri record di casi e rinnovate restrizioni in Giappone – ha commentato Usamah Bhatti, economista di IHS Markit – Si tratta del secondo calo consecutivo, anche se è stato il più netto registrato negli ultimi 20 mesi, cioè dalla prima ondata di pandemia nel maggio 2020. Inoltre, i produttori hanno segnalato per la prima volta una riduzione della produzione in cinque mesi, anche se il tasso di contrazione è stato notevolmente più contenuto rispetto a quello registrato nel settore dei servizi, nel complesso è stato solo lieve”.
“Anche le aziende del settore privato hanno notato per la prima volta da settembre un calo della nuova attività aggregata, in gran parte trainata dalle riduzioni interne mentre i nuovi ordini all’esportazione sono sostanzialmente stagnanti – ha aggiunto – Le imprese hanno continuato a segnalare che l’aumento dei prezzi dei fattori di produzione e la carenza di materiali, in particolare di combustibili e metalli, hanno continuato a frenare l’attività del settore privato. In effetti, febbraio ha visto il più forte aumento degli oneri medi dei costi dall’agosto 2008″.